CINEMA E MODA IN PARTHENOPE| IL DIRETTORE CREATIVO DI YVES SAINT LAUREN ANTHONY VACCARELLO CURA GLI ABITI DEL FILM DI SORRENTINO

A proposito del film “Parthenope” diretto dal regista napoletano Paolo Sorrentino e portato al Cinema di Cannes 2024 di cui abbiamo già parlato in un precedente articolo pubblicato su NEXT, ciò che viene messo in evidenza oltre all’omaggio a Napoli e al cambiamento della giovane donna protagonista, è anche il continuo mutamento ed evoluzione dei look che non possono non catturare l’attenzione di chi guarda il film. Il film purtroppo non ha vinto la famosa Palma d’oro ma è stata Daria D’Antonio, direttrice della fotografia del film di Sorrentino, ad aver vinto il premio CST Artist-Technician, per una cinematografia considerata “perfetta con grazia e bellezza”. Il film di Sorrentino. Parthenope, giovane donna interpretata da Celeste Della Porta, che porta il nome della città antica progenitrice di Napoli, non è né una sirena né un mito, ma una giovane fanciulla da uno sguardo profondo nata negli anni ’50 tra le onde del mare. La ragazza vivendo fino ai giorni nostri e attraversando gli anni ’60, ’70 e ’80 , vive non solo l’evoluzione dell’epoca a livello politico e culturale, ma anche le nuove espressioni di stile e di look incarnati dalla visione del direttore creativo di Saint Laurent Anthony Vaccarello che ha co-prodotto il film.

Parthenope rappresenta l’eroina del viaggio personificazione dell’intera esistenza femminile: dalla classica bellezza al cambiamento, dagli amori inutili a quelli impossibili , dalla spensieratezza allo svenimento, dall’estrema felicità al dolore infinito dove, in ogni scenario, fanno da sfondo abiti sempre diversi che rispecchiano non solo il decennio ma anche lo stato d’animo . In un’epoca come quella degli anni ’60 e ’70 la ragazza indossa abiti scollati, bikini vivaci e orecchini floreali. Già nel decennio dopo la moda cambia e il suo guardarobe evolve seguendo lo stile di quell’epoca: non più vivacità sul suo corpo ma tailleur, camicette e tacchi alti indossati da una Parthenope più donna e adulta. Il film è un percorso interiore della protagonista che crescendo cambia, matura, evolve e prende consapevolezza di sé e con questo anche il suo rapporto con la moda. Sorrentino ha voluto prestare attenzione all’evoluzione, anche nell’abbigliamento, dei suoi personaggi: lo scopo è stato quello di raccontare, indipendentemente dal contesto in cui si trovava, l’identità e il mondo in cui i protagonisti vivevano.
La moda da sempre fa parte delle nostre vite e rappresenta il nostro specchio interiore. Il film ha fatturato solo il primo giorno in sala 735 mila euro grazie a 30 mila presenza. Sta di fatto che il regista ha investito molto sul film e sicuramente il tocco di classe di Vaccarello, il quale sostiene che “con il cinema Saint Laurent resterà nel tempo”, non è stato indifferente. Il film è stato inoltre acquistato dalla A24, casa di produzione e distribuzione indipendente che in seguito al successo con “Everything Everywhere All at Once” ha ricevuto grande attenzione da parte del pubblico ed enorme opportunità per Sorrentino che vedrà il suo nome associato a quello dell’aziende con sede a New York.