Da anni ormai la tecnologia sta acquisendo sempre più importanza nel mondo ,diventando parte integrante delle vite di ognuno di noi. Spesso non ci rendiamo conto di quanto le nostre azioni quotidiane siano legate ad “oggetti” che semplificano il nostro stile di vita: telefoni, computer, tablet e orologi nel XXI sec. fanno ormai parte di noi. Basta dire “Hey Siri” oppure “Ok Google” per far attivare l’intelligenza artificiale e metterla a nostra disposizione completa. Un tempo la tecnologia apparteneva solo a quella parte di popolazione che per lavorare necessitava di computer; oggi la tecnologia è di tutti, dalle fasce più piccole a quelle più sviluppate.
Soffermandoci sul tema della moda, l’AI ha certamente cambiato il lavoro dei fashion designer rispetto a tanto tempo fa. Se un tempo la parte di creazione poteva essere definita come una sorta di lungo dialogo personale del fashion designer sulla base delle proprie conoscenze e della propria creatività, oggi con l’AI in breve tempo è possibile ottenere un prodotto a cui l’essere umano non sarebbe mai arrivato o a cui sarebbe arrivato non velocemente.
Ciò che necessita l’Intelligenza Artificiale è l’ispirazione generale o un semplice “schizzo” da cui partire per poi proseguire il lavoro . Ma bisogna essere coscienti del fatto che “L’’intelligenza artificiale può amplificare e facilitare il lavoro di un designer, non sostituirlo” hanno dichiarato Paula Sello e Alissa Aulbekova, fashion designer fondatrici del science-tech brand Auroboros. Il punto di vista delle due è quello di considerare l’IA “una spalla” o “aiutante” nella comprensione e nello sviluppo delle creazioni personali, stimolando input su cui lavorare in autonomia in seguito. Ed è il motivo per il quale Paula Sello e Alissa AUlbekova hanno deciso di introdurre questo strumento all’interno del centro di formazione dell’Auroboros Academy, centro basato sul Web3 e sui programmi di moda digitale. In quest’ottica la tecnologia, intesa come supporto e non come sostituzione, può giovare di ottimi risultati per il designer e per l’azienda.
L’art director Federico Donelli, con la sua agenzia ‘Ontologie’ si sofferma su come l’utilizzo delle tecnologie possa essere d’aiuto per la creazione di contenuti di alto livello per la moda e per il lifesyle. Il direttore creativo Donelli ha lavorato con le bozze dei giovani studenti dello IED- Istituto Europeo di Design , dell’Istituto Marangoni e dell’ACM- Accademia Costume & Moda e, scrivendo nel ‘prompt’ il desing, il mood, la modella e la luce che avrebbe voluto ottenere ha realizzato fotografie di moda e modelli di lavoro credibili e autentici. Neanche un occhio esperto si accorgerebbe che le fotografie non sono state scattate ad una modella con una macchina fotografica professionale e all’interno di un set. Il punto di vista del direttore creativo Donelli non è infatti quello di sostituire l’esperienza e il bagaglio dei professionisti con l’AI, ma al contrario di integrarla e utilizzarla come un plus, per ampliare le possibilità creative. Ciò che è importante è etichettare i prodotti dell’AI come tali e non scambiarli per lavori di designer e creatori, perché in questo caso si rischierebbe di confondere e non comprendere quello che è effettivamente reale e quello che non lo è. In un’epoca come la nostra è fondamentale aggiornarsi e usufruire delle nuove tecnologie senza avere di paura di utilizzarle , al contrario essere curiosi e capire come queste possano essere uno stimolo per i nostri lavori.