HUN KIM : IL SEGRETO DEL SUCCESSO DI KARL LEGERFELD TRA PASSATO PRESENTE E FUTURO NELL’ERA DELL’IA


Hun Kim, dal 2015, rinnova Karl Lagerfeld, unendo tradizione e innovazione. Con esperienza, reinterpreta lo stile iconico, usando anche l’IA. Kim mantiene viva l’identità del marchio.

Hun Kim dal 2015 rinnova Karl Lagerfeld unendo tradizione e innovazione. Con esperienza, reinterpreta lo stile iconico, usando anche l’IA. Kim mantiene viva l’identità del marchio.
Rimanere coerenti allo stile del brand Karl Lagerfeld non è un’impresa difficile per Hun Kim, il designer che, dal 2015, guida le collezioni con coerenza e innovazione. La sua visione creativa si ispira ai codici distintivi della maison, reinterpretandoli in chiave contemporanea senza tradire l’essenza estetica del fondatore.Hun Kim ha saputo coniugare l’eleganza senza tempo con le esigenze del pubblico moderno, proponendo capi che esprimono un equilibrio tra raffinatezza e praticità. Linee pulite, dettagli sofisticati e l’inconfondibile monocromia sono elementi centrali delle sue creazioni, che mantengono viva l’eredità del marchio pur introducendo nuove influenze e materiali innovativi.

Non tutti sanno che Hun Kim, prima di diventare direttore creativo del brand, ha maturato un’esperienza significativa nel mondo della moda, collaborando con diverse case di prestigio come Tommy Hilfiger e Ralph Lauren. Il suo percorso lo ha visto impegnato nella progettazione di collezioni caratterizzate da un forte equilibrio tra tradizione e innovazione, sviluppando una sensibilità estetica capace di reinterpretare i codici stilistici in chiave moderna.Grazie alla sua formazione e alla visione contemporanea, Hun ha affinato un approccio che combina sartorialità, ricerca sui materiali e attenzione alle esigenze del pubblico globale.
Per Hun Kim, Karl Lagerfeld non è stato solo un designer, ma una guida e un’icona di stile che intrecciava moda, arte, musica e architettura.

Ogni nuova creazione nasce ispirandosi alla sua visione, ma senza fermarsi alla semplice riproposizione del passato. Se i codici estetici lasciati in eredità dallo stilista rappresentano la base delle collezioni, sono le influenze contemporanee a renderle dinamiche e attuali. Hun Kim considera l’osservazione del mondo reale una fonte inesauribile di ispirazione. Per lui la creatività nasce dall’esperienza diretta e dalla capacità di cogliere i dettagli della quotidianità : la sua apertura verso il mondo è poi ciò che si riflette all’interno delle collezioni.
In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale è spesso vista come una minaccia, Hun Kim la considera invece un’opportunità per ottimizzare il processo creativo senza perdere l’importanza dell’artigianalità.

Nella sua visione la tecnologia non sostituisce il talento umano ma lo supporta, aiutando a ridurre gli sprechi e a rendere la progettazione più efficiente. Con questa visione, ha collaborato con l’artista digitale Joann per sviluppare una linea di capi sofisticati, arricchiti da dettagli innovativi. Tra questi, un mini abito con decorazioni ispirate agli origami e una borsa a mezzaluna bicolore, esempi di come il connubio tra creatività e innovazione possa generare risultati sorprendenti. La capacità di adattarsi senza perdere l’identità risulta essere essenziale in un mondo come quello della moda che ogni giorno continua ad evolversi. Attraverso le sue collezioni, Hun Kim dimostra una profonda comprensione dell’ heritage del brand e delle aspettative del mercato contemporaneo, assicurando così la continuità stilistica senza risultare prevedibile o statico.

WANDA MILETTI FERRAGAMO E SALVATORE FERRAGAMO: DA BONITO AL MONDO, CON RADICI CONTADINE E SPIRITO IMPRENDITORIALE

Wanda Miletti Ferragamo e Salvatore Ferragamo, entrambi originari di Bonito, hanno trasformato il loro talento artigianale in una delle case di moda più celebri al mondo. Fondando un’impresa basata su valori come la famiglia, il lavoro e la fede, hanno creato un marchio simbolo del made in Italy. Dopo la morte prematura di Salvatore nel 1960, Wanda ha saputo far crescere l’azienda, ampliando la produzione e consolidando il suo successo globale. Oggi, la Ferragamo è una multinazionale guidata dalla seconda generazione della famiglia.

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DOLCE&GABBANA A ROMA. UN GRAN TOUR TRA MODA, ARTE E STORIA

Dolce&Gabbana celebra l’Italia con una grande mostra e sfilate di alta moda a Roma durante il Giubileo 2025. Il brand omaggia la città eterna, simbolo di storia e tradizione, con un’esposizione al Palazzo delle Esposizioni che esplora l’evoluzione dello stile e dell’artigianalità italiana. L’evento, parte del “Grand Tour” del marchio, porta le sue collezioni nelle location più iconiche d’Italia, con Roma come nuova meta dopo il Sud Italia. La scelta della capitale si inserisce nel contesto del Giubileo, creando un perfetto connubio tra moda, arte e storia.

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DEMNA RIVOLUZIONA GUCCI. DALLA STRADA AL LUSSO, UN NUOVO CAPITOLO PER LA MODA

Demna Gvasalia, nuovo direttore creativo di Gucci, porta la sua visione innovativa e provocatoria per rilanciare il marchio e attrarre i giovani. Con una carriera che ha sfidato le convenzioni, mescolando estetica di strada e alta moda, Demna mira a conciliare il suo stile anticonformista con l’eredità di Gucci. La sua prima collezione, attesa con impazienza, rappresenta una sfida cruciale per il brand, che cerca di rinnovare la propria immagine e di connettersi con una generazione più giovane.

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DONATELLA VERSACE, EREDE DELL’ IMPERO CREATO DAL FRATELLO GIANNI SCOMPARSO NEL 1997 , ABBANDONA LA DIREZIONE CREATIVA.

Donatella Versace ha deciso di lasciare il ruolo di direttrice creativa di Versace dopo 30 anni, diventando “Chief Brand Ambassador”. Dario Vitale, con esperienza in Miu Miu, prenderà il suo posto come nuovo direttore creativo. Questa mossa segna un cambiamento strategico per la maison, che mira a rinnovarsi pur mantenendo la sua identità iconica. Donatella continuerà a rappresentare il marchio a livello globale, promuovendone l’immagine e mantenendo viva l’eredità di Gianni Versace. Versace si prepara ad affrontare le sfide del mercato del lusso, con l’obiettivo di attrarre una clientela giovane e globale.

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DA DIOR A CHANEL, DA PRADA A VALENTINO: FILM E DOCUMENTARI DA NON PERDERE.


UN VIAGGIO NEL MONDO DELLA MODA ATTRAVERSO FILM E DOCUMENTARI CHE RACCONTANO LE VITE E LE CREAZIONI DEI PIÙ GRANDI STILISTI, TRA SUCCESSI, SFIDE E INNOVAZIONI CHE HANNO CAMBIATO PER SEMPRE L’ESTETICA E L’INDUSTRIA DEL FASHION.

La connessione tra cinema e moda è profonda e complessa, e ha evoluto nel corso dei decenni in molte direzioni. La moda, come forma di espressione culturale e sociale, ha avuto un impatto significativo nel plasmare l’estetica cinematografica, mentre il cinema, a sua volta, ha contribuito a definire le tendenze della moda stessa.
Il cinema ha esplorato il mondo della moda in vari modi, da film biografici su stilisti famosi a storie che raccontano l’universo dell’alta moda, delle sfilate e della cultura del fashion. A seguire alcuni dei film che si concentrano sulla moda e le sue implicazioni.
The Devil Wears Prada, 2006. Un film simbolo del mondo della moda, che segue la giovane Andrea Sachs (interpretata da Anne Hathaway), assunta come assistente per la potente direttrice della rivista Runway, Miranda Priestly (interpretata da Meryl Streep). Il film offre una visione satirica della moda, dei suoi eccessi e delle dinamiche di potere all’interno del settore.
-Coco Before Chanel, 2009. Film biografico che racconta la vita di Gabrielle “Coco” Chanel (interpretata da Audrey Tautou) prima che diventasse la stilista iconica che rivoluzionò la moda femminile. Esplora le sue origini umili, la sua visione innovativa e come ha sfidato le convenzioni della moda del suo tempo.
-Yves Saint Laurent, 2014. Altro film biografico che racconta la vita del celebre stilista francese Yves Saint Laurent (interpretato da Pierre Niney), dalla sua ascesa nel mondo della moda all’incontro con il suo amante e partner commerciale Pierre Bergé. Il film esplora la sua carriera, i suoi tormenti e la sua influenza sulla moda del XX secolo.

Diana Vreeland. The Eye Has to Travel, 2011. Un documentario che esplora la carriera di Diana Vreeland, leggendaria direttrice di Vogue e icona nel mondo della moda. Il film racconta la sua vita e il suo impatto sulla moda, la fotografia e la cultura visiva.
Dior and I, 2014. Documentario che offre uno sguardo intimo e coinvolgente nel dietro le quinte della creazione di una collezione haute couture per Christian Dior. Diretto da Frédéric Tcheng, il film segue il debutto di Raf Simons come direttore creativo per la maison Dior, nel 2012, e il processo che ha portato alla sua prima sfilata di alta moda.
Elio Fiorucci: Free Spirit, 2020. Documentario che offre una visione unica di uno dei più importanti innovatori della moda del XX secolo. La sua capacità di abbracciare il cambiamento e di fondere moda, arte e cultura popolare ha lasciato un’impronta indelebile sulla moda contemporanea. Il film è una celebrazione non solo di un designer, ma anche di una visione della moda che ha sfidato le convenzioni e ha dato spazio alla libertà espressiva. Fiorucci ha dato forma a una moda che non è mai stata solo estetica, ma un modo di vivere e pensare.

Valentino: The last Emperor, 2008. non è solo un documentario sulla moda, ma anche un ritratto di un uomo che ha dedicato la sua vita a creare bellezza. La sua capacità di rimanere fedele alla sua visione estetica, pur affrontando le sfide del cambiamento e delle pressioni commerciali, è il cuore del film. La sua storia è anche una riflessione sul concetto di arte nella moda e sul modo in cui l’industria può evolversi senza perdere la sua essenza. Il film è una testimonianza di un’era che sta finendo, quella della couture tradizionale e dell’artigianato impeccabile, e segna anche la fine di una grande epoca nella moda. Valentino, con la sua eleganza senza tempo, resta un simbolo di un mondo che, pur essendo cambiato, ha lasciato una traccia indelebile nel panorama della moda mondiale.
Becoming Karl Lagerfeld, 2023. Diretto da Ruth Fuchs, il film offre uno sguardo intimo sulla figura di Lagerfeld, non solo come stilista di fama mondiale, ma anche come persona complessa, affascinante e misteriosa. Lagerfeld è stato un personaggio che ha saputo navigare tra il mondo dell’arte, della moda e del business con una visione unica, e questo film cerca di raccontare l’uomo dietro il mito.
Il documentario non si limita a celebrare la sua carriera e il suo successo, ma offre anche uno spunto su come Lagerfeld sia stato una figura centrale nel modellare il panorama della moda moderna, influenzando le generazioni future di designer e appassionati.

Cristóbal Balenciaga: The Art of Fashion, 2019. Tributo all’unico e inimitabile Cristóbal Balenciaga, una delle figure più affascinanti e significative della storia della moda. Il documentario non solo celebra la sua arte, ma esplora anche il contesto sociale, culturale e artistico in cui ha creato le sue opere. Balenciaga non era solo uno stilista, ma un vero e proprio artista che ha saputo combinare l’innovazione con la tradizione, rivoluzionando il concetto di eleganza e creando abiti che sono considerati ancora oggi esempi di perfezione sartoriale.
High and Low: John Galliano, 2017. Documentario che non solo celebra il talento e l’arte di uno dei designer più innovativi e controversi della moda contemporanea, ma esplora anche il lato umano di Galliano. La sua carriera, fatta di alti e bassi, è un esempio di come il genio possa essere accompagnato da fragilità personali e lotte interne. Il film invita a riflettere sul confine sottile tra la genialità e l’autodistruzione, e su come la moda, in quanto industria, possa essere tanto spietata quanto ispiratrice. Galliano è mostrato come un artista che ha affrontato il suo lato oscuro e che, attraverso il suo processo di recupero, ha trovato una nuova prospettiva sulla sua arte e sulla sua vita. “High and Low: John Galliano” è una testimonianza potente e umana di un uomo che ha saputo rialzarsi dopo una delle cadute più spettacolari della moda.

LE MOSTRE DI MODA DA NON PERDERE NEL 2025 | FARI ACCESI IN TUTTA ITALIA

L’Italia ha un legame indissolubile con la moda, una connessione che affonda le radici nella storia e si sviluppa fino a diventare un pilastro della cultura, dell’economia e del prestigio del paese nel mondo. Già durante il periodo rinascimentale ,l’Italia era il centro culturale e artistico d’Europa. Oggi , soprattutto in città come Firenze, Venezia e Milano la moda è considerata una forma d’arte e una parte essenziale dell’identità nazionale, celebrata e riconosciuta in tutto il mondo. La moda italiana rappresenta il perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione, artigianalità e tecnologia, locale e globale. Questo mix unico ha reso l’Italia un leader indiscusso nell’industria della moda mondiale tanto da ospitare ogni anno le mostre dei più grandi marchi .
Quest’anno la nostra Italia ospiterà una serie di mostre dedicate alla moda, offrendo agli appassionati e non, l’opportunità di esplorare diverse sfaccettature di questo affascinante mondo.
Vediamone alcuni:

Gianfranco Ferrè dentro l’obiettivo
Gianfranco Ferrè, uno degli stilisti italiani più iconici e influenti, noto per la sua capacità di unire l’eleganza classica con un approccio architettonico al design, ha scelto la Valle d’Aosta (forte di Bard con precisione) per la sua mostra dal titolo ‘Gianfranco Ferrè dentro l’obiettivo’ accessibile fino al 9 marzo 2025. La mostra esplora il rapporto di Gianfranco Ferré con la fotografia, un mezzo fondamentale per raccontare la sua visione stilistica e creativa. Presenta una selezione di immagini iconiche, incluse campagne pubblicitarie e scatti editoriali, firmati da alcuni dei più grandi fotografi del mondo della moda, come Gian Paolo Barbieri, Guy Bourdin e Peter Lindbergh. Oltre alle fotografie, la mostra include una selezione di abiti originali, accessori e disegni, che mettono in evidenza l’approccio architettonico di Ferré al design. Un’intera sezione è dedicata alla camicia bianca, simbolo distintivo di Ferré, reinterpretata in infinite varianti. Questa icona rappresenta il suo equilibrio tra semplicità ed eleganza strutturale.

En Scène: Yves Saint Laurent. Costumi e Scene per Balletto, Teatro e Music-hall
La Fondazione Nicola Del Roscio a Roma fino al 7 marzo 2025 ospiterà la mostra dal titolo ‘En scène : Yves Saint Laurent’, esposizione che celebra il rapporto tra moda e arti performative attraverso il lavoro di uno dei più grandi stilisti del XX secolo. La mostra è dedicata ai costumi e agli schizzi realizzati da Yves Saint Laurent per il balletto, il teatro e il music-hall, esprimendo il suo legame con il mondo delle arti sceniche. Parliamo di 60 creazioni originali che includono costumi di scena, bozzetti e materiali d’archivio provenienti dalla Fondation Pierre Bergé – Yves Saint Laurent. Particolare attenzione all’esplorazione del processo creativo dove schizzi e bozzetti illustrano come Saint Laurent traduce la sua visione di abiti che valorizzano il movimento e l’emozione delle arti performative. Tra le opere esposte ci sono costumi per produzioni famose, come i balletti di Roland Petit, grande pioniere della danza classica, e spettacoli per Zizi Jeanmaire.

The creation of a Diva|Guess
La mostra “The Creation of a Diva”, ospitata presso il MUDEC – Museo delle Culture di Milano dal 17 gennaio al 3 marzo 2025, celebra l’universo creativo di Guess attraverso le sue campagne pubblicitarie iconiche e il ruolo delle modelle nel costruire l’immagine di una “diva” moderna. La mostra esplora l’evoluzione del marchio Guess, focalizzandosi sulle sue campagne pubblicitarie iconiche, realizzate dal direttore creativo Paul Marciano. Il focus è sulle modelle, diventate ormai il volto del marchio (Claudia Schiffer e Anna Nicole Smith per citarne alcune). Sono presenti una selezione di fotografie iconiche scattate da celebri fotografi di moda, che raccontano il processo creativo dietro le campagne pubblicitarie. La mostra include disegni preparatori e documenti che illustrano il dietro le quinte della creazione delle campagne. La mostra non è solo una celebrazione del marchio Guess, ma anche un’analisi culturale e artistica di come la moda e la fotografia possano costruire icone e raccontare storie.

Elio Fiorucci
La Triennale di Milano fino al 16 marzo 2025 ospiterà la mostra dedicata a Elio Fiorucci, omaggio alla figura emblematica del designer e imprenditore milanese, che ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo della moda e della cultura pop. La mostra include un’ampia selezione di materiali d’archivio, tra cui abiti, accessori, campagne pubblicitarie e documenti che raccontano la storia del marchio Fiorucci. La voce di Elio Fiorucci, tratta da registrazioni personali, accompagna i visitatori in un percorso narrativo intimo e immersivo. Il focus è sull’innovazione e sulla cultura pop, ed in particolare come Fiorucci rivoluzionato la moda introducendo elementi di cultura pop, streetwear e spirito libero. L’allestimento invita i visitatori a immergersi nell’universo Fiorucci, con un mix di visivo, audio e design evocativo.

Balenciaga | Shoes from Spain Tribute
In programma a Palazzo Morando a Milano dal 21 febbraio al 2 marzo 2025 la mostra dal titolo “Balenciaga | Shoes from Spain Tribute” , che celebra i 130 anni dalla nascita di Cristóbal Balenciaga, il leggendario stilista spagnolo, noto come “l’architetto della moda”. L’obiettivo della mostra sarà quello di evidenziare come le sue creazioni abbiano influenzato non solo l’alta moda, ma anche il design funzionale e artistico delle scarpe. Tra le creazioni originali saranno esposti 25 pezzi iconici del guardaroba di Balenciaga, selezionati per rappresentare la sua estetica inconfondibile. In omaggio allo stilista, 25 paia di scarpe realizzate da celebri brand spagnoli saranno presentate accanto ai suoi abiti, per mostrare un dialogo tra passato e presente. La mostra inserisce Balenciaga in un quadro storico e culturale, sottolineando come il suo lavoro abbia incarnato l’eleganza e il rigore tipici del Rinascimento spagnolo, pur rivoluzionando le convenzioni della moda del XX secolo. Durante l’esposizione sono previsti incontri con esperti di moda e design per approfondire la figura di Balenciaga.

CAPRI HOLDINGS VENDE VERSACE? PRADA ALL’ATTACCO!

Nel 2018 Capri Holdings, società multinazionale americana che opera nel settore della moda e del lusso, ha acquistato Versace per un valore di circa 2,12 miliardi di dollari. Prima dell’acquisizione, Versace era controllata principalmente dalla famiglia Versace, con Donatella Versace nel ruolo di direttore creativo e azionista, mentre il fondo americano Blackstone deteneva una partecipazione del 20%. Dopo l’acquisizione, Capri Holdings ha incorporato Versace nel suo portafoglio di marchi di lusso, che include anche Michael Kors e Jimmy Choo.
L’acquisizione aveva l’obiettivo di far crescere Versace, ampliandone la rete di negozi, migliorandone la visibilità globale e puntando a un fatturato di 2 miliardi di dollari all’anno, obiettivo che però non è stato completamente raggiunto.
Capri Holdings si posiziona come un concorrente dei grandi conglomerati del lusso, come LVMH, Kering e Richemont, ma con una struttura più focalizzata su un numero ristretto di brand. L’obiettivo è quello di bilanciare lusso accessibile (Michael Kors) e lusso di fascia alta (Jimmy Choo e Versace) per ottenere una maggiore diversificazione e crescita nei mercati globali.

Negli ultimi anni la società multinazionale americana ha affrontato diverse difficoltà, tra cui :
-un calo delle vendite di Micheal Kors, il suo brand principale
-prestazioni di Versace inferiori alle aspettative, nonostante la sua forte identità di lusso
-La necessità di competere con conglomerati più grandi e diversificati.
Questi fattori hanno portato a speculazioni su possibili ristrutturazioni aziendali, incluse cessioni di asset come Versace. Pare che ci sia stato un calo delle vendite con successiva perdita di 3 milioni di dollari solo nel secondo trimestre del 2024. Tra i candidati all’acquisizione Prada sta mostrando parecchio interesse , tanto da collaborare con Citi , una delle principali istituzioni finanziarie a livello globale, per presentare un’offerta.

COSA SUCCEDEREBBE SE CAPRI HOLDINGS VENDESSE VERSACE E PRADA FOSSE L’ACQUIRENTE?
Questa è la domanda che molti si pongono. Dunque Se Capri Holdings decidesse di vendere Versace e Prada fosse l’acquirente, le conseguenze nel mondo della moda sarebbero significative, sia dal punto di vista strategico che economico. L’acquisizione rafforzerebbe il peso dell’Italia nell’industria del lusso globale, con Prada che consoliderebbe la sua posizione come uno dei maggiori gruppi italiani, accanto a LVMH e Kering. Sotto un punto di vista gestionale, Prada e Versace potrebbero collaborare per ottimizzare la produzione, condividere canali di distribuzione e sfruttare la presenza di Versace negli Stati Uniti, dove è già forte. Inoltre considerate le loro identità molto diverse, un’integrazione armoniosa dei due potrebbe essere una bella sfida. Una mossa di questo tipo attirerebbe l’attenzione degli investitori, rafforzando l’immagine di Prada come player aggressivo e innovativo. Per i consumatori, un’eventuale acquisizione potrebbe portare a collezioni più curate e una maggiore espansione di Versace in mercati emergenti.
D’altro canto se Capri Holdings vendesse Versace, potrebbe concentrarsi su Michael Kors e Jimmy Choo, ridefinendo la propria strategia e bilanciando i profitti con marchi più accessibili. Anche se bisogna essere onesti: la perdita di un brand iconico come Versace potrebbe indebolire il posizionamento di Capri nel mercato del lusso.

FASHION NEUROSIS – IL PODCAST DI BELLA FREUD TRA PSICOANALISI E MODA

Se il mondo della moda e quello della psicoanalisi fino a qualche tempo fa potevano essere considerati distinti e separati, oggi Bella Freud, figlia del celebre pittore Lucian Freud e pronipote di Sigmund Freud, ha assolutamente smentito questa teoria in seguito al suo podcast intitolato “Fashion Neurosis”. Bella Freud è una stilista britannica di grande talento, nota per il suo lavoro distintivo nel mondo della moda. Il suo patrimonio familiare , sia artistico che intellettuale, ha influenzato profondamente il suo stile e la sua visione creativa. Negli anni ’90 fonda il suo marchio omonimo, guadagnandosi rapidamente una reputazione per i suoi maglioni iconici e le collezioni che mescolano influenze artistiche, culturali e storiche. Alcuni dei suoi design più famosi includono maglioni con scritte come “1970”, “Ginsberg is God” e “Je t’aime Jane”, che richiamano l’epoca della controcultura, il mondo letterario e icone pop.
Nel podcast la stilista esplora il legame tra il mondo della psicoanalisi e della moda. Il progetto intende esaminare come gli aspetti psicologici influenzano il nostro modo di vestire, oltre a come la moda, a sua volta, possa riflettere desideri inconsci, identità e dinamiche culturali. Attraverso il podcast, Bella Freud offre una prospettiva unica sulla relazione tra psiche e stile, attingendo sia alle teorie psicoanalitiche di suo nonno, Sigmund Freud, sia alla sua esperienza nel mondo della moda. Riflette l’attenzione su come la moda contribuisca a costruire la nostra identità e come i desideri e le pulsioni psicologiche emergano attraverso l’abbigliamento. Gli episodi sono anche un’opportunità per riflettere sul modo in cui la moda può fungere da “specchio” della società, rivelando tendenze, dinamiche culturali e cambiamenti psicologici collettivi.

Nelle puntate vengono invitati ospiti provenienti da vari ambiti, tra cui moda, arte, sport e letteratura, per discutere del rapporto tra stile e identità. Freud , nei panni di psicoterapeuta, rompe il ghiaccio ponendo una serie di domande agli ospiti, sdraiati sul divano (in riferimento alla psicoanalisi) , sul significato degli abiti , fino ad arrivare a temi più ampi come amore, cultura, ansia e politica. In questo modo si viene a creare un’atmosfera intima che favorisce conversazioni personali e profonde, rivelando il lato emotivo e simbolico della moda. Nell’episodio del podcast “Fashion Neurosis” in cui Bella Freud intervista Kate Moss, una delle supermodelle più iconiche e influenti del mondo, le due esplorano il rapporto di Kate con la moda, la sua carriera iconica e il significato degli abiti nella sua vita. La conversazione si sviluppa in modo intimo e rilassato, toccando temi come la vulnerabilità, i momenti di trasformazione personale e il ruolo della moda come forma di espressione. L’episodio rivela lati più personali e meno noti della supermodella, offrendo un ritratto profondo del suo mondo interiore attraverso il prisma dello stile. “Quando ho iniziato a fare foto in topless ero molto consapevole del fatto che ho un neo sul mio seno destro. E lo odiavo cosi tanto. Piangevo. Non volevo mai mostrarlo, non volevo mai fare le foto in topless. Sapevo che dovevo superarlo perché il fotografo mi diceva : -se non lo fai, non ti sceglierò per il prossimo lavoro-. Quindi dovevo superarlo. E poi ho pensato che come modella non puoi essere troppo insicura” afferma Kate Moss durante l’intervista con Freud.
Con Fashion Neurodis, Bella Freud porta avanti un dialogo interessante tra il mondo della psicoanalisi e quello della moda, portando l’ascoltatore a riflettere su come questi due universi apparentemente separati siano, in realtà, profondamente intrecciati.

L’IMPORTANZA DELLA TECNOLOGIA E DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE NEL SETTORE DELLA MODA

Da anni ormai la tecnologia sta acquisendo sempre più importanza nel mondo ,diventando parte integrante delle vite di ognuno di noi. Spesso non ci rendiamo conto di quanto le nostre azioni quotidiane siano legate ad “oggetti” che semplificano il nostro stile di vita: telefoni, computer, tablet e orologi nel XXI sec. fanno ormai parte di noi. Basta dire “Hey Siri” oppure “Ok Google” per far attivare l’intelligenza artificiale e metterla a nostra disposizione completa. Un tempo la tecnologia apparteneva solo a quella parte di popolazione che per lavorare necessitava di computer; oggi la tecnologia è di tutti, dalle fasce più piccole a quelle più sviluppate.
Soffermandoci sul tema della moda, l’AI ha certamente cambiato il lavoro dei fashion designer rispetto a tanto tempo fa. Se un tempo la parte di creazione poteva essere definita come una sorta di lungo dialogo personale del fashion designer sulla base delle proprie conoscenze e della propria creatività, oggi con l’AI in breve tempo è possibile ottenere un prodotto a cui l’essere umano non sarebbe mai arrivato o a cui sarebbe arrivato non velocemente.

Fotografia creata con l’intelligenza artificiale da Federico Donelli partendo da un bozzetto di Ji Su Park, studentessa 25enne di ACM – Accademia Costume & Moda.

Ciò che necessita l’Intelligenza Artificiale è l’ispirazione generale o un semplice “schizzo” da cui partire per poi proseguire il lavoro . Ma bisogna essere coscienti del fatto che “L’’intelligenza artificiale può amplificare e facilitare il lavoro di un designer, non sostituirlo” hanno dichiarato Paula Sello e Alissa Aulbekova, fashion designer fondatrici del science-tech brand Auroboros. Il punto di vista delle due è quello di considerare l’IA “una spalla” o “aiutante” nella comprensione e nello sviluppo delle creazioni personali, stimolando input su cui lavorare in autonomia in seguito. Ed è il motivo per il quale Paula Sello e Alissa AUlbekova hanno deciso di introdurre questo strumento all’interno del centro di formazione dell’Auroboros Academy, centro basato sul Web3 e sui programmi di moda digitale. In quest’ottica la tecnologia, intesa come supporto e non come sostituzione, può giovare di ottimi risultati per il designer e per l’azienda.

Fotografia creata con l’intelligenza artificiale da Federico Donelli partendo da un bozzetto di Ji Su Park, studentessa 25enne di ACM – Accademia Costume & Moda.

L’art director Federico Donelli, con la sua agenzia ‘Ontologie’ si sofferma su come l’utilizzo delle tecnologie possa essere d’aiuto per la creazione di contenuti di alto livello per la moda e per il lifesyle. Il direttore creativo Donelli ha lavorato con le bozze dei giovani studenti dello IED- Istituto Europeo di Design , dell’Istituto Marangoni e dell’ACM- Accademia Costume & Moda e, scrivendo nel ‘prompt’ il desing, il mood, la modella e la luce che avrebbe voluto ottenere ha realizzato fotografie di moda e modelli di lavoro credibili e autentici. Neanche un occhio esperto si accorgerebbe che le fotografie non sono state scattate ad una modella con una macchina fotografica professionale e all’interno di un set. Il punto di vista del direttore creativo Donelli non è infatti quello di sostituire l’esperienza e il bagaglio dei professionisti con l’AI, ma al contrario di integrarla e utilizzarla come un plus, per ampliare le possibilità creative. Ciò che è importante è etichettare i prodotti dell’AI come tali e non scambiarli per lavori di designer e creatori, perché in questo caso si rischierebbe di confondere e non comprendere quello che è effettivamente reale e quello che non lo è. In un’epoca come la nostra è fondamentale aggiornarsi e usufruire delle nuove tecnologie senza avere di paura di utilizzarle , al contrario essere curiosi e capire come queste possano essere uno stimolo per i nostri lavori.