A Gibellina, paesino dell’entro terra trapanese di 3.670 abitanti, è stato riconosciuto il titolo di Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea 2026. Si è rialzata in piedi con forza e splendore, grazie a Ludovico Corrao, ex politico , avvocato e sindaco di Gibellina, che ha portato nella sua terra l’arte in tutte le forme da ogni parte del mondo. In seguito al famoso terremoto del 1968 che aveva colpito la Valle del Belice distruggendo completamente anche Gibellina, adesso è il momento di risplendere. In quell’ occasione ci furono molte perdite umane oltre che ripercussioni non indifferenti sul territorio. Il sindaco Corrao volle ripartire da una ricostruzione culturale che, grazie alle varie amicizie con grandi architetti e artisti italiani del tempo, riuscì a far sperimentare e praticare l’arte a Gibellina, sicuro del fatto che solo l’arte sarebbe stata in grado di dare un futuro e riportare in vita quelle zone ormai povere e disabitate. E cosi avvenne: oggi si parla di una Nuova Gibellina sia perché il territorio si è spostato a Salemi, esattamente a 15km dal vecchio centro, sia perché l’impianto urbanistico tipicamente del nord Italia e le nuove opere d’arte moderne costruite apposta la rendono diversa da ciò che prima era. Anche il grande Alberto Burri negli anni Ottanta accettò la proposta di Corrao, ma fedele ai propri canoni da artista del Novecento, decise di dare il proprio contributo alle vecchie rovine della città originale, progettando quello che noi conosciamo come “Grande Cretto”, creando un viaggio all’interno di una città che in realtà non esiste più.
Alessandro Giuli, Ministro della Cultura, durante la cerimonia di proclamazione ha affermato di voler dare il titolo a Gibellina giustificando la propria scelta : “La prima ‘Capitale italiana dell’Arte contemporanea‘ con la sua candidatura offre al nostro Paese un progetto organico e solido, consegnando all’Italia di oggi un esemplare modello di intervento culturale, fondato su valori e azioni che riconoscono all’arte una funzione sociale e alla cultura lo statuto di bene comune. Per la sua capacità progettuale nel riattivare il suo straordinario patrimonio di opere, coniugando nel presente memoria e futuro, conservazione e valorizzazione, attenzione al locale e ambizione internazionale; per la sua capacità di coinvolgimento delle nuove generazioni e della cittadinanza tutta, interpellando il territorio più ampio sulla base di una comune consapevolezza civica, stringendo alleanze con istituzioni pubbliche e private, nazionali e transnazionali; per il fatto di essere Città pioniera di ciò che oggi definiamo rigenerazione urbana, e per la capacità di essere insieme una città-opera e una città da abitare: per il suo progetto, con il quale la città diventerà un grande laboratorio dove le pratiche e le energie dell’arte contemporanea saranno chiamate a condividere pensieri e soluzioni sui temi dello spazio pubblico, della comunità, del paesaggio, della sostenibilità e del capiente concetto di eredità”.
Il progetto con cui Gibellina si è candidata a Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea ha il titolo di “Portami il futuro”, scritto da Roberto Albergoni e presenta l’arte come strumento di unione tra strade, case, abitanti, cultura e società. Secondo quanto riportato da Sole24 la cittadina siciliana riceverà un contributo statale di un milione di euro per attività culturale per un periodo di un anno.
Un chiaro messaggio per ricordare che dopo il buio c’è sempre la luce e che dalle ceneri si può rinascere.