Co.N.A.P.I. NAZIONALE ACCOGLIE CON INTERESSE LA ROTTAMAZIONE: UN’OPPORTUNITÀ DI REGOLARIZZAZIONE PER LE AZIENDE ITALIANE

Co.N.A.P.I. Nazionale accoglie positivamente la rottamazione dei debiti fiscali proposta dal Governo, vedendola come un’opportunità di regolarizzazione per le imprese italiane in difficoltà. Questo provvedimento consente alle aziende di rimettersi in regola senza subire gravi difficoltà economiche. La Confederazione sottolinea che la rottamazione non è un condono, ma un’opportunità di riscatto per le imprese, con benefici per l’economia e la società. CONAPI auspica soluzioni fiscali che supportino le aziende senza penalizzarle.

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INVESTIRE NEI GIOVANI: LA CHIAVE DEL SUCCESSO AZIENDALE PER IL FUTURO.

Investire nei giovani è fondamentale per il successo aziendale, poiché portano innovazione, creatività e competenze digitali. Le aziende devono creare ambienti stimolanti e inclusivi, offrendo opportunità di crescita e formazione continua. Questo investimento, che include stage e tirocini, favorisce la crescita sia dell’azienda che dei giovani. Trasformare il potenziale in traguardi concreti richiede impegno, ma è essenziale per un futuro prospero.

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Co.N.A.P.I. NAZIONALE: CONVENZIONE ESCLUSIVA PER NOLEGGIO AUTO A TARIFFE AGEVOLATE.

Co.N.A.P.I. Nazionale ha lanciato una convenzione esclusiva per il noleggio auto a tariffe agevolate, riservata a imprese associate, professionisti e collaboratori. L’iniziativa offre vantaggi come sconti, zero anticipo, assistenza e assicurazione inclusa, con flessibilità nelle condizioni. Questa convenzione supporta le aziende nel migliorare competitività e ridurre i costi operativi. Co.N.A.P.I. promuove anche formazione, consulenza per finanziamenti e supporto all’internazionalizzazione.

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IN VIGORE DAL PRIMO GENNAIO NORMATIVE INERENTI AL RIMBORSO DI ALCUNE SPESE


LA NORMATIVA IMPIONE L’OBBLIGO DI UTILIZZARE STRUMENTI DI PAGAMENTO TRACCIABILI PER LA DEDUCIBILITÀ FISCALE. LE AZIENDE E I DIPENDENTI DOVRANNO ADEGUARSI A NUOVE PROCEDURE E DOCUMENTAZIONI PER EVITARE SANZIONI.

A partire dal 1° gennaio 2025, sono entrate in vigore importanti modifiche normative riguardanti le modalità di rimborso spese e la relativa documentazione, introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 (Legge 30 dicembre 2024, n. 207). Queste novità mirano a garantire una maggiore trasparenza fiscale e a contrastare l’evasione, imponendo l’uso di strumenti di pagamento tracciabili per la deducibilità delle spese e l’esenzione fiscale dei rimborsi.
Obbligo di Tracciabilità dei Pagamenti
La nuova normativa stabilisce che, per poter beneficiare della deducibilità fiscale e dell’esenzione dai contributi previdenziali, le spese sostenute dai dipendenti in trasferta devono essere pagate tramite strumenti tracciabili. Questo include l’uso di carte di credito, debito, bonifici bancari o altri metodi elettronici. L’obbligo di tracciabilità si applica a diverse tipologie di spese, tra cui:
• Vitto e alloggio: spese per pasti e pernottamenti durante la trasferta.
• Viaggi e trasporti: biglietti aerei, ferroviari, noleggio auto e servizi di taxi o NCC.
È importante notare che le spese per trasporti pubblici di linea, come autobus o metropolitane, sono esentate da questo obbligo e possono essere dedotte anche se pagate in contanti.

Modalità di Rimborso e Documentazione Richiesta

Le aziende dovranno adeguare le proprie procedure interne per garantire che tutte le spese rimborsate siano supportate da documentazione adeguata e che i pagamenti siano effettuati con metodi tracciabili. La documentazione accettata include:
• Fatture: documenti fiscali emessi dal fornitore del servizio.
• Ricevute fiscali: prove di pagamento per servizi o beni acquistati.
• Bollettini postali e MAV: per spese pagate tramite questi canali.
• Ricevute di bonifici: attestazioni di pagamenti effettuati tramite bonifico bancario.
• Scontrini parlanti: scontrini che riportano dettagli specifici sul bene o servizio acquistato e l’identità del fornitore.
Per le spese sostenute a favore di familiari, la documentazione dovrà essere intestata al familiare, e il dipendente dovrà attestare di aver sostenuto personalmente la spesa.

Implicazioni per Aziende e Dipendenti
L’introduzione dell’obbligo di tracciabilità comporta diverse implicazioni pratiche:
• Per le aziende: Sarà necessario implementare sistemi di controllo più rigorosi per verificare la conformità delle spese rimborsate, assicurandosi che siano state effettuate con metodi di pagamento tracciabili. Questo potrebbe richiedere l’aggiornamento delle politiche interne e la formazione del personale amministrativo.
• Per i dipendenti: Le spese sostenute in contanti non saranno più esenti da tassazione e contributi previdenziali. Pertanto, i dipendenti dovranno prestare attenzione a utilizzare strumenti di pagamento tracciabili per le spese di trasferta, conservando tutta la documentazione necessaria per il rimborso.
In caso di mancato rispetto delle nuove disposizioni, le spese rimborsate potrebbero essere considerate imponibili, aumentando così il carico fiscale sia per il dipendente che per l’azienda.

Riferimenti Normativi
Le modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 riguardano principalmente i seguenti articoli del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR):
• Art. 51, comma 5: Disciplina le indennità e i rimborsi per le trasferte dei dipendenti, specificando le condizioni per l’esenzione fiscale.
• Art. 54: Riguarda la determinazione del reddito di lavoro autonomo, includendo disposizioni sulle spese deducibili.
• Art. 95: Tratta delle spese per prestazioni di lavoro nell’ambito del reddito d’impresa, con particolare attenzione alle condizioni di deducibilità.
• Art. 108, comma 2: Si riferisce alle spese di rappresentanza, ora deducibili solo se effettuate con pagamenti tracciabili.
Queste modifiche normative sono state introdotte con l’obiettivo di aumentare la trasparenza nelle transazioni finanziarie e di facilitare i controlli fiscali, promuovendo l’uso di strumenti di pagamento elettronici e riducendo l’uso del contante nelle operazioni aziendali.
Le nuove disposizioni in materia di rimborsi spese e documentazione, operative dal 2025, rappresentano un cambiamento significativo per aziende e dipendenti. È fondamentale che entrambe le parti si adeguino prontamente alle nuove regole, adottando strumenti di pagamento tracciabili e assicurando una corretta gestione della documentazione, al fine di beneficiare delle agevolazioni fiscali previste e di evitare sanzioni.

L’AGENZIA DELLE ENTRATE COMUNICA CHE LA REGISTRAZIONE DELLE FATTURE PUÒ AVERE UN APPROCCIO PIÙ FLESSIBILE PER LE AZIENDE


GRAZIE AI NUOVI CHIARIMENTI, LE AZIENDE POTRANNO GESTIRE IN MODO PIÙ FLESSIBILE LA REGISTRAZIONE DELLE FATTURE, SOPRATTUTTO QUELLE EMESSE A CAVALLO D’ANNO, ALLINEANDO MEGLIO LA CONTABILITÀ ALLE ESIGENZE OPERATIVE E FISCALI.

La gestione della registrazione delle fatture emesse è un aspetto centrale nella contabilità aziendale, con impatti diretti sulla determinazione del reddito e sulla liquidazione dell’IVA. Recenti chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate hanno confermato la possibilità di adottare un approccio flessibile nella registrazione delle fatture, in particolare per quelle emesse a cavallo d’anno. Questi aggiornamenti mirano a garantire una maggiore coerenza tra la fatturazione elettronica e il principio di competenza economica, evitando rigidità che potrebbero complicare la gestione fiscale delle imprese.
Registrazione delle Fatture Emesse: Principi Generali
Le fatture devono essere registrate in base alla data di effettuazione dell’operazione. Tuttavia, la normativa riconosce che:
• Per le fatture elettroniche, la data di emissione coincide con la data di trasmissione al Sistema di Interscambio (SdI).
• Il termine di registrazione è generalmente fissato entro il mese successivo alla data di emissione, consentendo ai contribuenti di organizzare le proprie scritture contabili con una certa flessibilità.

Questi principi evitano discrepanze tra la gestione contabile e le tempistiche amministrative, facilitando l’adempimento degli obblighi fiscali.
Fatture a Cavallo d’Anno: Quando e Come Registrarle?
Una delle questioni più rilevanti riguarda la gestione delle fatture emesse tra la fine di un anno e l’inizio del successivo. Se un’operazione è stata effettuata a dicembre, ma la relativa fattura è stata trasmessa a gennaio dell’anno successivo, il contribuente può scegliere l’anno in cui registrarla.
Possibili opzioni per la registrazione:
1. Registrazione nell’anno di competenza (2023): Se la fattura si riferisce a un’operazione effettuata a dicembre 2023, l’impresa può registrarla nell’anno fiscale 2023, garantendo l’allineamento con il principio di competenza economica.
2. Registrazione nell’anno di emissione (2024): Se la fattura viene trasmessa il 2 gennaio 2024, il contribuente può scegliere di registrarla nel 2024, evitando correzioni contabili a posteriori.
Questa possibilità è particolarmente utile per i soggetti in contabilità semplificata, per i quali la gestione fiscale è spesso basata sulla registrazione effettiva degli incassi e dei pagamenti.
Impatto sulla Detrazione IVA e sulla Liquidazione Periodica

Un altro punto cruciale riguarda il momento in cui la detrazione IVA può essere esercitata per le fatture ricevute a inizio anno. Le regole generali prevedono che:
• La detrazione IVA può essere esercitata nel mese di ricezione, se la fattura è trasmessa entro il 15 del mese successivo.
• Se una fattura ricevuta a gennaio si riferisce a un’operazione dell’anno precedente, il destinatario può esercitare la detrazione nell’anno di riferimento dell’operazione o nell’anno di ricezione, a seconda delle esigenze contabili.
Queste disposizioni permettono di evitare disallineamenti tra la registrazione delle fatture e la liquidazione IVA, garantendo coerenza nei flussi finanziari aziendali.
Tabella Riepilogativa delle Novità e Chiarimenti
Aspetto Normativa di riferimento Chiarimenti FAQ del 13 febbraio 2025
Imputazione dei ricavi Art. 18, comma 5, D.P.R. n. 600/1973 Possibilità di registrare la fattura nell’anno dell’operazione o dell’emissione.
Fattura elettronica e SdI Art. 1, comma 3, D.Lgs. n. 127/2015 La fattura si considera emessa alla data di trasmissione al SdI.
Operazioni con soggetti non residenti Art. 1, comma 3-bis, D.Lgs. n. 127/2015 Obbligo di fattura elettronica o comunicazione dati per operatori identificati in Italia.
Detrazione IVA su fatture ricevute a inizio mese Art. 14, D.L. n. 119/2018 Detrazione ammessa entro il 15 del mese successivo.
Registri sezionali Art. 39, D.P.R. n. 633/1972 Non obbligatori per fatture elettroniche e analogiche.


L’attuale normativa offre maggiore flessibilità nella registrazione delle fatture emesse, permettendo ai contribuenti di gestire le proprie scritture contabili in base alle necessità operative. La possibilità di scegliere l’anno fiscale in cui registrare una fattura trasmessa nei primi giorni dell’anno successivo è un aspetto importante per garantire l’allineamento tra la gestione amministrativa e gli obblighi IVA.
Le interpretazioni errate che hanno generato confusione tra i professionisti dimostrano l’importanza di fare sempre riferimento ai testi normativi ufficiali e ai chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate. Una corretta gestione della fatturazione consente di rispettare le scadenze senza inutili complicazioni, contribuendo a una migliore organizzazione della contabilità aziendale.

IL SETTORE VITIVINICOLO FONTE DI LAVORO PER LE AZIENDE IN TUTTA EUROPA. IN ESPANSIONE PRODUZIONE E CANTINE CON NOVE FIGURE LAVORATIVE E SOSTENIBILTA’ BIOLOGICA.


IL CENTRO STUDI E RICERCHE DI Co.N.A.P.I. NAZIONALE PROMUOVE LA SOSTENIBILITA’ DEL CAMPO PRODUTTIVO ENOLOGICO.

Il settore vitivinicolo è un’importante fonte di lavoro, soprattutto in paesi con una forte tradizione enologica come l’Italia, la Francia e la Spagna. Offre opportunità in diverse aree, tra cui: agricoltura e viticoltura: lavori nei vigneti, come la potatura, la vendemmia e la gestione delle piante. Produzione e cantina: enologi, cantinieri e addetti alla fermentazione e affinamento del vino, logistica e distribuzione: trasporto e stoccaggio dei prodotti, gestione della catena di approvvigionamento, poi ancora marketing e commercio: export manager, sommelier, venditori e agenti di commercio nel settore vinicolo e per finire turismo e ospitalità: enoturismo, visite in cantina, organizzazione di degustazioni ed eventi. Il settore è in continua evoluzione grazie alla crescente domanda di vini di qualità e al turismo enogastronomico. E’ un settore in continua espansione, tanto che in molte regioni si cercano figure specifiche per migliorare il settore come ad esempio nel Lazio dove sono disponibili diverse opportunità di lavoro proprio in questo ambito. Un’enoteca a Roma cerca personale con passione per i vini, preferibilmente con diploma di sommelier e esperienza nella vendita diretta. Le responsabilità includono la gestione dei prodotti, organizzazione di degustazioni e gestione delle spedizioni, poi ancora si cercano figure come personale di sala con richiesta di attenzione ai dettagli e la conoscenza del settore vitivinicolo costituisce un titolo preferenziale. Anche gli addetti esperti alla potatura per la gestione stagionale delle viti. Un’altra figura che si sta sempre più affermando è quella del cantiniere vitivinicolo con esperienza pregressa in ambito agricolo. Si tratta di un ambito che, proprio per la sua espansione, ha avuto bisogno di essere regolamentato attraverso una normativa vitivinicola, che non è altre che un insieme di leggi e regolamenti che disciplinano la produzione, la commercializzazione e la tutela dei vini.

In Italia e in Europa, le principali norme di riferimento sono per quella Europea il Regolamento che regolamenta l’Organizzazione Comune del Mercato (OCM) vitivinicolo, regolando la produzione, l’etichettatura, la certificazione e i sistemi di qualità (DOP e IGP), il Regolamento (UE) n. 1169/2011 che stabilisce le norme sull’etichettatura degli alimenti, incluso il vino, il Regolamento (UE) n. 2019/934 che regola le pratiche enologiche consentite e i limiti dei componenti nel vino. Mentre per la Normativa Italiana si prevede il Testo Unico del Vino (Legge n. 238/2016) che raccoglie in un unico documento le principali disposizioni sulla produzione, denominazioni di origine, controlli e sanzioni. I Decreti Ministeriali che regolano aspetti specifici, come i disciplinari di produzione dei vini DOCG, DOC e IGT, poi ci sono le norme sulle accise e sulla tracciabilità che disciplinano la fiscalità e il sistema dei registri di cantina per garantire la trasparenza del settore. I temi principali della normativa riguardano la denominazioni di origine (DOP, IGP, DOCG, DOC, IGT) e relativi disciplinari, l’etichettatura (indicazioni obbligatorie come gradazione alcolica, allergeni, provenienza), le pratiche enologiche (additivi, processi di vinificazione, limiti di solfiti), i controlli e sanzioni (frode alimentare, falsificazione di denominazioni)ed infine la sostenibilità e viticoltura biologica (regolamenti per la certificazione dei vini biologici e biodinamici). Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, va sottolineato come la sostenibilità e la vitivicoltura biologica, rappresentano due approcci sempre più integrati nel settore vitivinicolo, finalizzati non solo a preservare l’ambiente, ma anche a garantire una buona produzione di vino di alta qualità e a lungo termine come ad esempio l’adozione di concimi organici che contribuiscono a migliorare la struttura del suolo, la sua capacità di trattenere l’acqua e la biodiversità microbica. Poi ancora si tiene conto di particolari tecniche quali la coltivazione a copertura e la riduzione della lavorazione del terreno che aiutano a prevenire l’erosione, mantenendo il suolo fertile e sano.

Ma si guarda anche alla riduzione dell’uso di sostanze chimiche come pesticidi e fertilizzanti affidandosi a soluzioni piu’ naturali e alla lotta integrata per il controllo di parassiti e malattie. Tra i metodi naturali di controllo ci sono l’impiego di insetti utili o preparati naturali per il mantenimento dell’equilibrio ecologico, mentre per la protezione della biodiversità abbiamo gli Habitat Naturali vale a dire la creazione di aree a favore della fauna e della flora autoctone all’interno e intorno ai vigneti che favorisce l’arrivo di insetti predatori dei parassiti e supporta l’ecosistema locale, per le diversità delle Colture si ha l’integrazione di colture diverse o la coltivazione di varietà di uva autoctone che contribuisce a rafforzare la resilienza dell’intero sistema agricolo. Per quanto riguarda le ⁠certificazioni e la normativa abbiamo le Certificazioni Biologiche con cui i produttori che adottano pratiche biologiche devono conformarsi alle normative europee e nazionali, ottenendo certificazioni come il marchio “Eurobiologico” che garantiscono il rispetto dei criteri di produzione sostenibile. Anche il Centro Studi e Ricerche della Co.N.A.P.I. Nazionale, è impegnato a promuovere uno sviluppo sostenibile della viticoltura e dell’enoturismo, raccogliendo dati cruciali per comprendere le sfide e le opportunità del settore. L’obiettivo è esplorare il legame tra viticoltura, tradizione, territorio e biodiversità, risorse fondamentali per costruire un futuro inclusivo, competitivo e sostenibile.

Alcuni produttori scelgono un approccio ancora più olistico, adottando i principi della biodinamica (certificazione Demeter), che includono pratiche agronomiche specifiche e un calendario basato su ritmi naturali. Per gli ⁠aspetti economici e sociali, va sottolineato il valore aggiunto sul Mercato, cioèi vini prodotti con metodi sostenibili e biologici spesso godono di un riconoscimento maggiore da parte dei consumatori, che apprezzano la trasparenza e il rispetto per l’ambiente. Da tenere conto anche del benessere dei lavoratori, in quanto la riduzione dell’uso di sostanze chimiche non solo tutela l’ambiente, ma migliora anche la salute e la sicurezza dei lavoratori, creando un modello di produzione etico e responsabile. Il settore tiene conto ⁠dell’ ⁠innovazione tecnologica e del futuro attraverso le ricerche agronomiche che stanno contribuendo a perfezionare le tecniche di viticoltura biologica, permettendo una gestione più precisa dei vigneti e l’adozione di pratiche sempre più sostenibili. In ultimo bisogna tenere conto anche dell’adattamento ai cambiamenti climatici. Infatti le pratiche sostenibili aiutano anche ad affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici, migliorando la resilienza dei vigneti attraverso una gestione attenta delle risorse e dell’ecosistema. In sintesi, la sostenibilità in viticoltura biologica non è solo una risposta alle esigenze ambientali odierne, ma rappresenta un’opportunità per innovare e creare un modello produttivo che rispetta il territorio, valorizza la biodiversità e risponde alle aspettative di un mercato sempre più attento alle tematiche ambientali e sociali.

APPROVAZIONE DEFINITIVO DEL DDL. NUOVE OPPORTUNITÀ PER AZIENDE E LAVORATORI

Nuove norme sulla somministrazione di lavoro: opportunità e implicazioni per aziende e lavoratori
Con l’approvazione definitiva del DDL Lavoro collegato alla Legge di Bilancio 2025, il legislatore ha introdotto modifiche significative alla disciplina della somministrazione di lavoro, che riflettono un intento chiaro: favorire la flessibilità occupazionale e rispondere in modo più dinamico alle esigenze del mercato del lavoro. Ma quali saranno gli effetti concreti di queste novità e come potranno essere applicate.
Il provvedimento introduce deroghe e semplificazioni che impattano direttamente sulle modalità di utilizzo dei contratti di somministrazione a tempo determinato. Tra le più rilevanti:
• Esclusione dai limiti quantitativi: Non rientrano nel computo i lavoratori somministrati assunti a tempo indeterminato dall’agenzia, così come quelli con particolari caratteristiche o impiegati in specifiche esigenze aziendali (ad esempio attività stagionali, start-up, sostituzioni di personale assente).
• Flessibilità nella formazione: L’uso congiunto o integrativo dei fondi bilaterali per i lavoratori somministrati (Forma.Temp) rappresenta un’opportunità per le agenzie e le imprese di investire in formazione continua e riqualificazione, rispondendo ai fabbisogni immediati del mercato e ai requisiti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
• Contratti senza causale per categorie svantaggiate: Per i lavoratori disoccupati da oltre sei mesi o in condizioni di svantaggio economico e sociale, il contratto a termine in somministrazione non richiederà più una causale, riducendo burocrazia e favorendo l’inclusione di queste categorie nel mercato del lavoro.

Le novità legislative potrebbero tradursi in vantaggi competitivi per le imprese:
1. Maggiore flessibilità organizzativa: Con l’eliminazione di alcuni limiti sui contratti a termine in somministrazione, le aziende potranno rispondere più agilmente alle fluttuazioni della domanda, gestendo meglio i picchi di lavoro o le sostituzioni temporanee.
2. Accesso facilitato a lavoratori qualificati: La possibilità di utilizzare fondi bilaterali in modo congiunto consente di investire in formazione e aggiornamento delle competenze, garantendo un rapido adattamento ai cambiamenti tecnologici e produttivi.
3. Riduzione delle rigidità burocratiche: La soppressione dell’obbligo di causale per alcune categorie di lavoratori semplifica la gestione amministrativa dei contratti, incentivando l’assunzione di soggetti svantaggiati.

Le modifiche normative mirano a creare opportunità di lavoro più ampie, soprattutto per le categorie più vulnerabili, ma pongono anche delle sfide. Se da un lato si amplia l’accesso a percorsi lavorativi per disoccupati di lungo periodo e over 50, dall’altro è cruciale che queste misure siano accompagnate da politiche di formazione efficaci per garantire l’effettiva valorizzazione delle competenze.
Affinché queste novità possano tradursi in benefici concreti, sarà fondamentale:
• Un’attenta pianificazione aziendale: Le imprese dovranno monitorare le opportunità offerte dai fondi bilaterali e sfruttare appieno la maggiore flessibilità normativa per sostenere i propri obiettivi produttivi.
• Un approccio integrato alla formazione: Le agenzie per il lavoro e le imprese utilizzatrici dovranno investire in percorsi di formazione personalizzati, volti a potenziare le competenze richieste nei settori in crescita.
• Collaborazione tra parti sociali: Il ruolo delle associazioni di categoria e dei sindacati sarà cruciale per garantire che le nuove norme siano applicate in modo equo, evitando eventuali abusi.
Il DDL Lavoro rappresenta un passo avanti verso una maggiore flessibilità e modernizzazione delle relazioni lavorative. Tuttavia, il successo di queste riforme dipenderà dall’impegno di tutti gli attori coinvolti nel garantire che le misure introdotte siano applicate in modo efficace e responsabile. Solo così sarà possibile realizzare un mercato del lavoro più inclusivo, dinamico e competitivo.

ANALFABETISMO DI RITORNO E LAVORO. NUOVI REGOLAMENTI E NORMATIVE DI SICUREZZA.


PERCENTUALE ALTA PER CHI DEVE COMPRENDERE TESTI , REGOLAMENTI E NORMATIVE DI SICUREZZA. LE AZIENDE SI ATTIVANO PER RENDERE ACCESSIBILI A TUTTI LA COMPRENSIONE DELLE REGOLE SULLA SICUREZZA.


L’analfabetismo di ritorno, o analfabetismo funzionale, si riferisce alla perdita delle competenze di lettura e scrittura acquisite durante l’istruzione scolastica, spesso a causa di un uso limitato di queste abilità nella vita quotidiana. Questo fenomeno ha implicazioni significative nella vita quotidiana ma in particolare per la sicurezza sul lavoro, poiché la comprensione delle informazioni e delle istruzioni acquisite durante corsi di formazione o direttamente sul posto di lavoro è cruciale per garantire un ambiente di lavoro sicuro. L’analfabetismo funzionale è un fenomeno ampiamente diffuso in Italia. L’OCSE definisce come analfabeta funzionale una persona che, pur avendo le abilità di lettura e scrittura basilari, non è in grado di comprendere e utilizzare in modo efficace le informazioni, scritte e/o orali, acquisite nella vita quotidiana e lavorativa. Secondo recenti studi, una percentuale significativa della popolazione italiana rientra in questa categoria, con cifre che variano tra il 25% e il 30%. Questo significa che circa un terzo della forza lavoro italiana può incontrare difficoltà nella comprensione di testi complessi, come regolamenti, procedure e normative di sicurezza. Le ragioni di questa situazione sono molteplici: fattori culturali, un sistema educativo che non sempre promuove lo sviluppo di competenze, pratiche di lettura e comprensione, e una certa discontinuità nell’apprendimento dopo l’uscita dal percorso scolastico. Questa realtà ha conseguenze dirette sulla sicurezza sul lavoro, poiché il rispetto delle normative è spesso subordinato alla comprensione dei rischi e delle procedure. Naturalmente sarà necessario adottare strategie formative e contenuti didattici mirati a garantire l’accessibilità e l’efficacia dell’apprendimento di soggetti con analfabetismo culturale, rispettando i bisogni specifici di ciascun individuo anche in relazione alle loro attività specifiche.

Su tali tematiche dovranno essere sensibilizzati e formati anche i docenti a cui spetterà il compito di valutare il livello di alfabetismo dei discenti affidati loro e adeguare, dopo attenta analisi, i contenuti e le didattiche secondo canoni che possano assicurare una efficace formazione tale da poter garantire, in particolare per la formazione sulla sicurezza sul lavoro. La sicurezza sul lavoro rappresenta un aspetto cruciale in qualsiasi azienda, poiché garantire un ambiente sicuro e privo di rischi è fondamentale per il benessere dei lavoratori. Ne deriva che la presenza di lavoratori con analfabetismo funzionale può rendere più complessa l’efficacia delle misure di sicurezza. Le norme di sicurezza sul lavoro, specialmente in un periodo di rapida e complessa ristrutturazione tecnologica, richiedono in continuazione la lettura e la comprensione di manuali, regolamenti e istruzioni. I lavoratori con analfabetismo di ritorno possono avere sicuramente difficoltà a comprendere questi documenti, aumentando il rischio di incidenti dovuti all’ignoranza delle procedure corrette nell’utilizzo di nuove e sempre più complesse attrezzature. Un punto cruciale riguarda la capacità dei lavoratori con analfabetismo funzionale nell’apprendere e assimilare i concetti relativi alla sicurezza sul lavoro. Il problema principale risiede nella difficoltà di comprendere contenuti complessi e specifici che utilizzano un linguaggio tecnico o astratto che il lavoratore con analfabetismo funzionale non riesce ad interpretare e ad applicare nelle normali procedure lavorative. Sebbene gli analfabeti funzionali possano acquisire conoscenze pratiche, è evidente che la loro capacità di apprendere norme astratte o di comprensione insieme al significato di determinati simboli o istruzioni scritte è ridotta.

Questo può tradursi in una carenza di conoscenza e attenzione riguardo ai potenziali rischi e alle modalità per prevenirli. In particolare, da quanto detto si possono ipotizzare diversi scenari, come:

1 Comprensione Inadeguata delle Norme di Sicurezza
Le norme di sicurezza sul lavoro spesso richiedono la lettura e la comprensione di manuali, regolamenti e istruzioni. I lavoratori con analfabetismo di ritorno possono avere difficoltà a comprendere questi documenti, aumentando il rischio di incidenti dovuti all’ignoranza delle procedure corrette.

2 Inefficacia della Formazione e Addestramento
La formazione sulla sicurezza solitamente prevede materiali scritti, presentazioni e quiz. I lavoratori con scarse competenze di lettura e scrittura possono trovare difficile seguire la formazione, risultando meno preparati a gestire situazioni di emergenza o a riconoscere i rischi.

3 Comunicazione insussistente
La comunicazione efficace tra i lavoratori e tra i lavoratori e la dirigenza è fondamentale per la sicurezza. L’analfabetismo funzionale può ostacolare la capacità di comunicare chiaramente ed efficacemente per comprendere le informazioni cruciali, come avvisi di pericolo, segnali di allarme e istruzioni operative.

4 Difficoltà nella Registrazione e Segnalazione degli Incidenti
La registrazione accurata degli incidenti e dei quasi incidenti è essenziale per analizzare i rischi e prevenire future occorrenze. I lavoratori con difficoltà di scrittura possono non essere in grado di segnalare correttamente gli incidenti, portando a una sottostima dei problemi di sicurezza.

5 Mancata Comprensione delle procedure di Sicurezza
Le procedure e le schede di sicurezza dei materiali (SDS) contengono informazioni cruciali sui rischi associati ai materiali pericolosi e le procedure per gestirli in sicurezza. L’incapacità di comprendere ed applicare queste informazioni può portare a esposizioni pericolose e conseguentemente ad incidenti sul lavoro.

6 Difficoltà nell’Uso di Attrezzature di Protezione Individuale (DPI)
L’uso corretto dei DPI richiede la comprensione delle istruzioni di utilizzo e manutenzione. I lavoratori che non comprendono queste istruzioni possono usare in modo errato i DPI, riducendo la loro efficacia e aumentando il rischio di lesioni. L’analfabetismo di ritorno rappresenta una delle problematiche educative più complesse della società contemporanea.

In un’epoca dominata dalla tecnologia, la diffusione delle informazioni e la necessità di aggiornarsi costantemente, è paradossale osservare un fenomeno che sembra contraddire i progressi raggiunti in campo educativo e della conoscenza. In particolare, nel campo della sicurezza sul lavoro è fondamentale l’esigenza che i lavoratori siano in grado di apprendere efficacemente le informazioni e nozioni che vengono loro trasmesse tramite un corposo programma di formazione ed addestramento finalizzato a garantire la loro incolumità nello svolgimento dei loro compiti. Appare evidente la necessità, in presenza di lavoratori che presentino segnali di analfabestismo di ritorno, di adeguare i contenuti e le metodologie delle attività formative alle loro esigenze. Ciò significherà rivisitare ed adeguare quanto previsto dagli Accordi Stato-Regione per la formazione alla sicurezza sul lavoro inserendo metodiche formative. In conclusione l’analfabetismo di ritorno rappresenta una sfida significativa per la sicurezza sul lavoro. È essenziale che le organizzazioni riconoscano questo problema e adottino misure proattive per assicurare che tutti i lavoratori, indipendentemente dalle loro capacità di lettura e scrittura, possano comprendere e seguire le pratiche di sicurezza. Tale esigenza appare oggi ancora più pressante per l’elevato numero di lavoratori stranieri che vengono impiegati nelle aziende italiane che, oltre a possibili profili di analfabetismo da ritorno o addirittura strutturale, possono evidenziare difficoltà di comprensione a causa di una approssimativa conoscenza della lingua italiana.

Questo non solo migliorerà la sicurezza, ma contribuirà a migliorare la comunicazione tra i lavoratori e tra i lavoratori e i vertici aziendali contribuendo a realizzare un ambiente di lavoro più inclusivo e produttivo. Dovrà essere cura di chi gestisce la sicurezza sul lavoro nell’azienda:organizzare sessioni di formazione continua per assicurarsi che le conoscenze di sicurezza dei lavoratori siano aggiornate, effettuare esercitazioni pratiche regolari per rafforzare la comprensione delle procedure di sicurezza, formare gruppi di lavoro omogenei che includano rappresentanti dei lavoratori per discutere e migliorare le pratiche di sicurezza,realizzare sondaggi e feedback: raccogliendo dai lavoratori impressioni, proposte e suggerimenti per identificare aree di miglioramento e adattare le strategie di formazione. Aderire a questa visione dell’ambiente di lavoro, implementare queste strategie ed essere consapevoli delle problematiche e della sussistenza delle criticità dei processi di apprendimento richiede impegno e risorse, ma è essenziale per garantire un ambiente di lavoro sicuro e inclusivo. Adottare un approccio innovativo, variegato e personalizzato per la formazione sulla sicurezza, che non sia solo di facciata e di rispetto delle normative ma finalizzato realmente a rendere i lavoratori consapevoli e pronti a fronteggiare i rischi ed i pericoli, può aiutare a superare le barriere dell’analfabetismo di ritorno e ridurre significativamente i rischi di incidenti sul lavoro.

NATALE, 5 LAVORI PIU’ RICHIESTI DURANTE LE FESTE. LE AZIENDE FANNO FATICA A TROVARE MANODOPERA. OCCASIONE DA NON PERDERE.

La ricerca di un impiego è un percorso che richiede costanza, flessibilità e una buona dose di adattabilità. Chi si affaccia al mondo del lavoro o chi cerca di cambiarlo deve spesso confrontarsi con un mercato in continua evoluzione, dove competenze e capacità sono valutate in modo sempre più dinamico. In questo contesto, l’importanza di avere una chiara strategia di ricerca assume un peso cruciale. I canali di reclutamento si sono moltiplicati, con piattaforme online, eventi di settore e strumenti di matching algoritmico che guidano i candidati verso opportunità spesso poco visibili. La ricerca di lavoro non riguarda soltanto l’individuo, ma coinvolge l’intero ecosistema economico e sociale. Tuttavia, il punto chiave resta la preparazione: essere pronti a cogliere le opportunità al momento giusto è ciò che fa spesso la differenza. Con la crescente domanda di nuove competenze digitali e capacità specifiche, molti candidati trovano il modo di reinventarsi, arricchendo il proprio bagaglio professionale. In alcuni settori, l’evoluzione del mercato del lavoro risponde alle esigenze stagionali e, in questo contesto, i periodi di maggiore attività possono offrire chances uniche per inserirsi stabilmente nel tessuto lavorativo.

Le festività natalizie sono da sempre un periodo cruciale per il mercato del lavoro, in quanto i consumi e le attività produttive raggiungono il loro picco annuale. Il settore del commercio, del turismo e della ristorazione subiscono un’impennata nelle richieste di personale, sia per rispondere alle esigenze del pubblico sia per mantenere alta la qualità del servizio offerto. Nel periodo natalizio, le imprese cercano di ottimizzare la propria forza lavoro per rispondere alle esigenze di un pubblico che si riversa nei negozi e nei punti di ristoro. Figure come magazzinieri, addetti alle vendite, camerieri e chef sono tra i profili più ricercati. Parallelamente, si è osservato un aumento delle richieste anche per le professioni legate alla logistica e al trasporto. Tra le professioni più richieste durante il periodo natalizio figurano non solo le posizioni tradizionali, come gli addetti alle vendite e i camerieri, ma anche ruoli legati alla digitalizzazione, come i social media manager.

Questo ampio spettro di opportunità dimostra quanto il mercato stia cambiando, offrendo sbocchi sia nei settori più tradizionali che in quelli emergenti. La disponibilità delle tredicesime, pari a 50 miliardi di euro per lavoratori e pensionati, ha inciso significativamente sulle previsioni di spesa per il Natale, raggiungendo circa 8 miliardi di euro per i regali. Questa spinta economica, combinata con le assunzioni stagionali, mette in luce come il mercato del lavoro e l’economia siano strettamente legati. Il settore food&beverage e la produzione agroindustriale, soprattutto panifici e pasticcerie, sono in cerca di aiuto panettieri e pasticceri industriali per far fronte all’elevato fabbisogno di dolci natalizi. Aumenta anche la richiesta di magazzinieri, mulettisti e operatori dei trasporti, necessari per gestire il maggiore flusso di merci che caratterizza questo periodo. La grande distribuzione e il settore retail cercano allestitori, commessi e addetti ai reparti per rispondere ai picchi di consumo. Si stanno promuovendo anche progetti per avvicinare giovani e aziende e favorire l’inserimento lavorativo, rispondendo alle richieste di competenze specifiche nei periodi di alta stagione. Le agenzie per il lavoro accreditate presso l’albo del Ministero del Lavoro stanno raccogliendo candidature in tutta Italia.