PARTE LA CAMPAGNA PUBBLICITARIA PROMOSSA DAL MINISTERO DELL’INTERO DELL’ APP DELLA CARTA D’IDENTITÀ.


L’OBIETTIVO È DI DIGITALIZZARE I CITTADINI NEL RISPETTO DELLA PRIVACY E DI SNELLIRE LA BUROCRAZIA

Il Dipartimento per la Trasformazione digitale avvia una maxi campagna di comunicazione insieme con il Ministero dell’Interno e il Dipartimento per l’informazione e l’editoria con l’obiettivo di incentivare l’uso dell’App per la carta d’identità.

Si punta ad ottenere un’identità unica.


Il governo accelera sull’app per la Carta di identità elettronica tanto che è stata presentata proprio da poco la campagna di comunicazione promossa dal Dipartimento per la trasformazione digitale, realizzata per sensibilizzare il cittadino sull’uso della Carta d’identità elettronica, come strumento garantito dallo Stato, per accedere ai servizi pubblici.

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Lo scopo

è quello di creare una Pubblica Amministrazione sempre più semplice con una identità digitale unica.

Nel frattempo però lo Spid resterà attivo fino al 2026, e con questa proposta si punta a far comunicare meglio il cittadino con le amministrazioni.

La promozione di una App di Carta D’identità, permette di risolvere alcune problematiche inerenti alla identificazione dei cittadini in tempi brevi.

Il Ministero dell’Interno sta già attivando le procedure per l’applicazione e pian piano, aiuterà i comuni e le amministrazioni di tutto il territorio nazionale a rendere applicabile l’App in maniera sicura.

A breve partirà lo spot e l’annuncio sui social e canali Tv.

Ammontano a 43mila i rilasci delle Carte d’identità e questa App aiuterà anche le amministrazioni affinché l’identificazione avvenga in tempi record senza più il rilascio di attestati, per i quali ci vogliono giorni di attesa, soprattutto nelle grandi città, dove per la prenotazione al rilascio possono passare anche più di 30 giorni.

L’obiettivo Importante è diffondere la cultura digitale e imprenditoriale nelle imprese e pubbliche amministrazioni italiane ma al contempo si vuole rendere sicura l’identificazione dei cittadini nel pieno rispetto della loro privacy.


Imprenditori capaci di conquistare il mondo con la qualità

In Italia, 125mila micro e piccole imprese hanno adottato l’intelligenza artificiale per ottimizzare le attività, secondo il Centro studi Confartigianato.

Settori come manifatturiero, servizi e costruzioni sono i più coinvolti.

L’uso dell’ IA riguarda sicurezza informatica, manutenzione, logistica, automazione e altro.

L’Italia si distingue in Europa per l’adozione di robot nelle PMI. Confartigianato sottolinea l’importanza dell’innovazione per affrontare le sfide attuali.

In Italia sono 125mila le micro e piccole imprese che nel biennio 2021-2022 hanno utilizzato l’intelligenza artificiale per ottimizzare la propria attività. Il dato emerge dall’analisi effettuata dal Centro studi Confartigianato in occasione della ‘3ª Giornata della Cultura Artigiana’.



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“Per noi artigiani e piccoli imprenditori l’intelligenza artificiale è un mezzo, non il fine”

spiegano Marco Granelli e Vincenzo Mamoli, presidente e segretario Confartigianato Imprese.

Le piccole e medie imprese pioniere nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale sono molto diffuse nel settore manifatturiero, seguono quelle delle attività dei servizi e del comparto costruzioni.

I piccoli imprenditori ricorrono all’intelligenza artificiale per esigenze di sicurezza informatica, controllo dell’accesso ai luoghi, a dati e servizi, ma anche per la manutenzione predittiva, o preventiva, di macchinari e automezzi, per ottimizzare l’utilizzo di energia, per ridurre o migliorare il consumo di materie prime e il trattamento dei rifiuti.

Ma sono in crescita anche le imprese che ne fanno uso nella logistica, automazione dei processi produttivi e vendita on-line, contabilità, finanza e per quanti riguarda prevenzione nella diagnostica e cure mediche.

L’Italia è il terzo paese in Europa per numero di piccole e medie imprese che usano robot, pari all’ 8,3%, contro il 5,6% della media europea.

“I nostri imprenditori – sottolinea Granelli – rappresentano la cultura produttiva made in Italy: profondamente radicati nelle comunità e, contemporaneamente, capaci di conquistare il mondo con l’eccellenza dei loro prodotti, incorporano saperi antichi ed esprimono la biodiversità delle tradizioni dei territori italiani, sempre pronti, però, a rinnovarsi e ad innovare per affrontare le grandi trasformazioni della nostra epoca ed essere attori delle transizioni green e digitale”.


FESTA DEL PAPA’


SONO TANTE LE RIFLESSIONI SUL RUOLO IN FAMIGLIA E A LAVORO.

È CRESCIUTO IL TASSO DI UTILIZZO DEL CONGEDO DI PATERNITA´.

Se oggi sono ancora le donne a dover rinunciare alla carriera o addirittura al posto di lavoro perché il carico di cura familiare, risulta spesso un impedimento alla loro vita professionale, anche nel mondo della paternità c’è qualche conquista in più ed anche in maniera costante.

Permane un forte squilibro di genere tra i due genitori nella cura dei figli, ma i dati mostrano che la percentuale di padri che usufruisce del congedo di paternità si è più che triplicata fra il 2013 e il 2022.

Nel 2013, infatti, poco meno di 1 padre su 5 ne ha usufruito cioè 51.745 padri, mentre, mentre nel 2022, sono stati più di 3 su 5 cioè 172.797 padri, con poche differenze a seconda che si tratti di genitori del primo secondo o successivo figlio.

Alla sua introduzione, nel 2012 il congedo di paternità prevedeva un solo giorno obbligatorio e due facoltativi, mentre oggi garantisce 10 giorni obbligatori e uno facoltativo ai neo-papà ed è fruibile tra i due mesi precedenti e i 5 successivi al parto.

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Esistono tuttavia ancora forti differenze nell’utilizzo del congedo di paternità, che varia a seconda dell’età, della tipologia contrattuale, della dimensione aziendale, del reddito e dell’area di residenza.

Sebbene l’incremento nell’utilizzo di questo diritto all’astensione lavorativa si registri in tutta Italia, chi ne usufruisce di più vive nelle province del Nord, mentre il tasso si abbassa in quelle del Mezzogiorno.

Dunque il coinvolgimento dei padri nella cura dei figli sta cambiando, seppur lentamente, anche in Italia, a favore di una maggiore condivisione delle responsabilità.

È necessario sostenere questo cambiamento, andare nella direzione di un congedo di paternità per tutti i lavoratori, non solo i dipendenti, garantendo che i datori di lavoro adempiano all’obbligo di riconoscere tale diritto, e fino ad arrivare all’equiparazione con il congedo obbligatorio di maternità.

Una misura, questa, anche a sostegno delle neo-mamme, in un periodo della vita che troppo spesso si rileva difficile e caratterizzato da sentimenti di inadeguatezza e solitudine, come emerge anche da una indagine campionaria promossa nel 2023 da Save the Children” l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro.

È essenziale incoraggiare i nuovi padri nella piena condivisione della cura dei figli, eliminando, al contempo, i tanti ostacoli che ancora oggi bloccano l’ingresso e lo sviluppo professionale delle madri nel mondo del lavoro e questo lo si può ottenere solo attuando strategie nei rapporti coniugali equilibrati ed equi che danno la possibilità di organizzare il lavoro sia delle mamme che nei papà.


COMMERCIO IN CRISI


CONFCOMMERCIO E CONFESERCENTI DI FRONTE A NUMERI DI CHIUSURE DI NEGOZI SEMPRE PIU´ IN AUMENTO.

LE CAUSE: DESERTIFICAZIONE E VENDITE ONLINE

Secondo un’analisi condotta dal Centro Studi Tagliacarne, il bilancio di una crisi nel commercio è pesante tenendo conto del periodo tra il 2012 e il 2023.

Infatti l’attività commerciale ha perso oltre 111mila negozi al dettaglio di cui 31mila durante la recente crisi. Difficile anche la situazione del commercio ambulante che vede la cessazione di 24mila attività.

Due fattori che contribuiscono alla desertificazione dei centri urbani e alla riduzione del calo dei servizi ai cittadini. Parallelamente si registra l’aumento di 9.800 attività di alloggio e ristorazione, settore che è in evoluzione dal punto di vista dell’imprenditorialità.

Ma in effetti se consideriamo il quadro italiano emerge che tra commercio, alloggio e ristorazione si registra ancora un meno 8,4% delle attività italiane mentre quelle straniere vedono un +30%.

Una dinamica analoga si registra sul fronte dell’occupazione perché la metà degli addetti nell’intera economia, oltre 242mila occupati, impiegati in questi settori sono stranieri.

Questi i principali risultati dell’analisi «Demografia d’impresa nelle città italiane», realizzata dall’Ufficio Studi di Confcommercio in collaborazione con il Centro Studi Guglielmo Tagliacarne.

Le chiusure si concentrano soprattutto nei centri storici.

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Secondo l’analisi

nei 120 comuni più grandi negli ultimi 10 anni sono definitivamente spariti oltre 30mila negozi al dettaglio e il commercio ambulante.

Così la densità commerciale è calata da 12,9 negozi a 10,9 negozi per mille abitanti. Un calo del 15,3%. A chiudere sono soprattutto i distributori di carburante, librerie e negozi di giocattoli, ferramenta e arredamento, abbigliamento e calzature.

Le sole attività in controtendenza sono le farmacie e para farmacie, i negozi di telefonia e computer, la ristorazione e l’ospitalità sull’onda del successo di B&B e degli affitti brevi.

Un fenomeno che colpisce indistintamente sia il Nord che il Sud Italia. La crescita dell’e-commerce è la maggiore responsabile della riduzione del numero di negozi ma resta comunque un’opportunità per il commercio “fisico” tradizionale.

Secondo Confcommercio, per evitare gli effetti più gravi del fenomeno della desertificazione nel cuore delle città il commercio di prossimità deve puntare su efficienza e produttività, anche attraverso l’innovazione e la ridefinizione dell’offerta.

Resta comunque fondamentale, l’utilizzo anche di un canale online ben funzionante.

Complessivamente in Italia sono fallite e hanno chiuso 732.067 aziende e la chiusura dipende principalmente anche dalla vendita di prodotti o servizi online.

Infatti, il boom dell´e – commerce non ha certamente aiutato le botteghe tradizionali unitamente all’effetto dato dalla desertificazione dei centri storici sempre meno popolati.

Per il Presidente di Co.N.A.P.I. Nazionale, il dottor Basilio Minichiello, il momento poco favorevole per le piccole attività commerciali, sottolinea come esse vanno supportate ed infatti la Co.N.A.P.I. Nazionale, ha predisposto un piano per aiutare tale settore detto commercio di vicinanza, utilizzando le risorse degli Enti Bilaterali a favore di iniziative messe in atto da piccole attività commerciali segno evidente che si ha la volontà a far sopravvivere, in un momento di piena crisi, molti commercianti che si vedono costretti ad abbassare la saracinesca.


AL VIA LE AGEVOLAZIONI PER I GIOVANI IMPRENDITORI AGRICOLI


TRA QUESTE PREVISTE MISURE PER LA FORMAZIONE L´AGEVOLAZIONE FISCALE

Si parla di agevolazioni per i giovani imprenditori agricoli già da qualche giorno e vediamo, entrando nel vivo dell’argomento, quali sono le importanti novità ed agevolazioni.

Come ormai è noto, le novità arrivano dal Disegno di Legge che è stato approvato il 28 febbraio 2024 in Parlamento e di cui si aspetta la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Sostanzialmente il disegno di legge si compone di tredici articoli, che sono divisi in cinque Capi. Al suo interno sono contenute una serie di misure il cui scopo è quello di incentivare la permanenza dei giovani nel settore agricolo.

Innanzitutto il disegno di legge definisce la figura del giovane imprenditore agricolo il quale deve avere determinati requisiti oggettivi e soggettivi per poter rientrare in questa categoria. I contribuenti si possono definire: impresa giovanile agricola. Vengono considerati come tali le imprese e gli imprenditori che esercitano esclusivamente l’attività agricola.

Per definirsi tali deve ricorrere una delle seguenti condizioni: il titolare deve essere un imprenditore agricolo con un’età compresa tra i 18 ed 41 anni, nel caso di una società di persone o di una cooperativa almeno la metà dei soci deve essere costituita da imprenditori agricoli sempre con un’età compresa tra i 18 ed i 41 anni per le società di capitali, almeno la metà del capitale deve essere sottoscritta da imprenditori agricoli con un’età compresa tra i 18 ed i 41 anni.

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È stato istituito un apposito fondo per favorire il primo insediamento dei giovani in agricoltura. La dotazione prevista risulta essere pari a 15 milioni di euro a partire dall’anno in corso: lo scopo di questi fondi è il finanziamento di programmi ben precisi.

L’obiettivo di queste iniziative deve essere, appunto, quella di favorire il primo insediamento dei giovani nel settore agricolo, nel pieno rispetto della normativa in materia di aiuti di Stato. Il Fondo potrà finanziare i seguenti interventi:

  • L’Acquisto dei terreni e delle strutture che si rendono necessarie per avviare un’attività imprenditoriale agricola;
  • L’acquisto dei vari beni strumentali.

Dovrà essere data la priorità a quelli destinati ad accrescere l’efficienza dell’azienda ed introdurre delle innovazioni dei prodotti, delle pratiche di coltivazione e di manutenzione naturale dei terreni. Ma anche al processo di coltivazione dei prodotti utilizzando delle tecniche di precisione; l’ampliamento dell’unità minima produttiva; l’acquisizione di complessi aziendali che risultino essere già operativi.

Agevolazioni anche per la formazione per il giovane imprenditore agricolo il quale ha la possibilità di optare per un regime fiscale agevolato. Perché il regime fiscale agevolato possa essere riconosciuto è necessario che quanti beneficiano della misura non abbiano esercitato l’attività d’impresa agricola nel corso dei tre anni precedenti.

Devono, inoltre, aver assolto agli obblighi previdenziali, assistenziale ed amministrativi che sono previsti dalla legge.

L’agevolazione non deve aver avuto ad oggetto il trasferimento di aziende preesistenti ai giovani imprenditori agricoli o a enti neo costituiti rispetto da precedenti imprese giovanili agricole.

PRONTA LA SFIDA DEL MAGAZINE DI Co.N.A.P.I.

PARTE CON LA RUBRICA INSIDER 4.0 CHE SI OCCUPA DI ECONOMIA E DI INFORMAZIONI IMPRENDITORIALE. LA SFIDA CONTINUA CON COSTUME E SOCIETÀ, MUSICA, MODA, SPETTACOLO, TEATRO E CON TG NEWS.

Il Magazine di Co.N.A.P.I. Nazionale, lancia un´ importante sfida avendo ottenuto riscontri e apprezzamenti e per questo avverte la necessità di ampliare l’orizzonte delle conoscenze attraverso approfondimenti ed indagini editoriali. E´ oggi tra le tante realtà editoriali web esistenti , una certezza ben radicata e conferma la sua vocazione all’innovazione volendo proseguire l’attività di ampliamento di contenuti editoriali e servizi del portale del Magazine sempre più in maniera concreta e reale con lo scopo di ampliare il contenitore non solo di informazione economica, offrendo ai lettori notizie su diverse realtà imprenditoriali che hanno radici profonde capaci di contribuire al benessere di tante famiglie, ma il magazine si arricchirà di approfondimenti e analisi di qualità occupandosi di Moda, Cinema, Teatro, Cultura, Musica e tendenze. Il progetto editoriale si avvale della redazione giornalistica interna di Magazine Co.N.A.P.I. Nazionale e di una rete di collaboratori dal valore aggiunto come Rosario Vitale che cura immagini, montaggio e area pubblicitaria e al valido supporto di Fabiola Santamaria.

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Esso si rivolge

al pubblico in maniera seria e allo stesso tempo comprensibile e di impatto. Saranno i giovani i veri protagonisti che si avvarranno del nuovo linguaggio e del mondo che va sempre più verso un cambiamento sostanziale grazie all’Intelligenza Artificiale che diventa protagonista in ogni settore. Inauguriamo questo nuovo ciclo con la Rubrica INSIDER 4.0 che ha come obiettivo quello di portare a conoscenza del lavoro delle imprese e di tante aziende che operano sul territorio e che ogni giorno fanno i conti con le proprie fatiche, sacrifici ed investimenti anche nei momenti di crisi che il mondo dell’economia ne è soggetto. Ogni datore di lavoro, cerca di attuare le condizioni migliori per i propri dipendenti sia da un punto di vista economico che di sicurezza e di certezze, dando fiducia ed abbracciando progetti stimolanti e di crescita.

Per tutte queste ragioni la redazione di Co.N.A.P.I. MAGAZINE, vuole ringraziare la famiglia Minichiello composta dal Presidente di Co.N.A.P.I. Nazionale il dottor Basilio Minichiello, all’editore Pasquale Minichiello e al manager amministrativo Lucia Di Pietro per aver creduto e sostenuto le iniziative di crescita del Magazine.

PARI OPPORTUNITÀ

DIVERSITA´ ED INCLUSIONE NEL MONDO DEL LAVORO, Co.N.A.P.I. NAZIONALE GARANTISCE L´ INCLUSIONE E LE OPPORTUNITA´ DI FORMAZIONE E SVILUPPO PROFESSIONALE DEL GENERE FEMMINILE.

La diversità e l´inclusione, sono sfide sempre più urgenti all’interno degli ecosistemi aziendali, non solo perché la loro piena adozione ha riscontri più che positivi in termini di produttività e competitività, ma anche perché sono requisiti importantissimi nei processi di reclutamento del personale e per la reputazione aziendale le quali stanno recependo con consapevolezza queste indicazioni: l’85% dei direttori del personale ritiene che la propria azienda promuova attivamente la diversità e l’inclusione, nello specifico, il 52% esprime una risposta chiaramente positiva, il 33% risponde sì, ma non abbastanza, mentre il restante 15% risponde negativamente. Oltre il 60% dei rispondenti conferma che nella propria azienda ci sono donne con ruoli fondamentali e di responsabilità, un altro 33% risponde affermativamente. Complessivamente, quindi, il 93% dei direttori del personale da un’indicazione positiva, seppur con alcune distinzioni. Solo il 7% afferma di no. Questi i dati principali emersi dall’indagine promossa da un pool di esperti dell´ Aidp (Associazione Italiana per la Direzione del Personale) guidati dal professor Umberto Frigelli sulla parità di genere in azienda, a cui hanno risposto circa 700 direttori del personale, di cui oltre il 63% donne.

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Nel dettaglio,

alla domanda “le vostre politiche aziendali sono orientate sulla promozione della parità di genere?” oltre il 53% ha risposto di sì, il 19% sì, ma non abbastanza e i 17% ha risposto di no. Rispetto alla partecipazione a iniziative o programmi aziendali che mirano a prevenire la discriminazione di genere il 51% ha risposto affermativamente, contro il 49% che ha dato un’indicazione negativa. Anche per il Presidente di Co.N.A.P.I. Nazionale, Basilio Minichiello, nella propria azienda viene favorito un dialogo aperto sulla diversità e l’inclusione e ritiene che vi sia supporto nell´aziende nei confronti delle donne in maternità o con responsabilità familiari. Inoltre, continua Minichiello, nella propria azienda sono garantite le pari opportunità di formazione e sviluppo professionale per il genere femminile ed esistono politiche di flessibilità per i dipendenti con particolare attenzione alle donne. Nel report stilato da chi ha condotto l´indagine , emerge un altro importante aspetto che riguarda la violenza psicologica sul personale e le discriminazioni. Solo l’87% dei direttori del personale non è a conoscenza di atti di bullismo o maschilismo nei confronti delle donne nella propria azienda, contro il 13% che esprime una risposta affermativa. Il 72% ritiene che nella propria azienda chiunque possa agire liberamente per segnalare e fare emergere fenomeni di discriminazione di genere, per il 16% bisognerebbe fare di più contro il circa l’8% che esprime un parere negativo.

Per il dottor Basilio Minichiello, nella propria azienda è fondamentale monitorare eventuali atti di discriminazione o bullismo , al fine di arginare immediatamente il problema a difesa e tutela sia di chi subisce tali atti, ma anche per salvaguardare l´immagine dell´azienda i cui valori si fondano soprattutto sul rispetto della persona in quanto tale.

L´ ALLARME DI SAVE THE CHILDREN.

RAGAZZI ONLINE FINO A TRE ORE AL GIORNO. AUMENTANO SEMPRE PIU´ LE PRESENZE DEI MINORI SUI SOCIAL.

A “Top social club” il rapporto di Save the Children: “Il 73% di bambini e adolescenti usa internet tutti i giorni”. La neuropsichiatra: “Attenzione all’uso problema. Nonostante le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – accolte anche in Italia dalla Società Italiana di Pediatria -di non utilizzare dispositivi digitali per i bambini di età inferiore ai 2 anni, secondo una recente indagine dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia il 22,1% dei bambini di 2-5 mesi passa del tempo davanti allo schermo (tv, pc, tablet o smartphone), per la maggior parte per meno di un’ora al giorno.

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I livelli di esposizione

crescono con l’aumentare dell’età: se si considera il tempo di fruizione complessivo, che va da meno di un’ora a oltre tre ore, la percentuale di bambine che ha un’esposizione agli schermi tra gli 11 e i 15 mesi d’età in media arriva al 58,1%, quasi 3 su 5. Oltre 1 bambino su 6 tra undici e quindici mesi è esposto a schermi almeno un’ora al giorno, il 3% per tre ore e più al giorno. Questi alcuni dei dati della XIV edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia, dal titolo “Tempi digitali”, diffusi da Save the Children. Tra i rischi dell’esposizione troppo precoce e prolungata, oltre al possibile impatto negativo sullo sviluppo cognitivo, linguistico e emotivo del bambino, nel lungo periodo c’è quello di favorire comportamenti sedentari e obesità infantile. Non solo degli schermi, c’è anche un alto utilizzo degli assistenti vocali: il 46% delle famiglie con almeno una figlia o un figlio entro gli 8 anni d’età è in possesso di un assistente vocale, tra questi 1 bambino su 3 interagisce con questi apparecchi in autonomia, nonostante non siano stati progettati per loro.

Da una recente ricerca realizzata dall’istituto Demoskopika sono circa 1,1 milioni gli italiani con meno di 35 anni che hanno un elevato rischio di dipendenza da social media: hanno bisogno di usarli sempre di più, nonostante i tentativi non riescono a smettere di impiegarli, hanno comportamenti ansiosi o agitati legati al mancato utilizzo dei social, sacrificano ore di studio o di lavoro per dedicarvisi.

IL LAVORO SU PIATTAFORMA TRA RISCHI ED OPPORTUNITÀ

UN NUOVO MODELLO LAVORATIVO SEMPRE PIÙ IN AUMENTO IN VARI SETTORI MA NON SI ESCLUDONO I RISCHI.

Il crescente sviluppo tecnologico che si va diffondendo nel mondo del lavoro comporta un cambiamento del modo di concepire le attività produttive di alcuni settori. Molto diffuso è il fenomeno del lavoro su piattaforme digitali che coinvolgono i lavoratori in diversi ambiti che vanno dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, alla ristorazione, ai trasporti o ai servizi di trasporto. Diverse le tipologie del lavoro su piattaforma digitale che può essere svolto on line, se i compiti sono svolti virtualmente dai lavoratori con l’ausilio di dispositivi elettronici in qualsiasi luogo, spesso avviene presso la propria abitazione. Il lavoro su queste piattaforme può anche essere realizzato sul posto, come avviene per rider, conducenti, lavoratori manuali o domestici, infermieri e prestatori di assistenza, che svolgono le proprie mansioni fisicamente e non virtualmente. Tutto questo comporta un aumento delle possibilità lavorative con opportunità di un reinserimento nel mercato di lavoro dando maggiori opportunità di integrare un guadagno per prestazioni lavorative preesistente a quello sulla piattaforma, quindi come aggiuntivo o alternativo con la possibilità di svolgere in maniera più agevole le mansioni familiari o consentendo anche lo sviluppo di competenze ed esperienze.

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I migranti e i giovani risultano essere i gruppi più coinvolti dal lavoro su piattaforma digitale, soprattutto come i riders che sono dei lavoratori che effettuano consegne a domicilio per conto di piattaforme e applicativi web di consegna. Ovviamente accanto ai vantaggi si valutano anche i rischi riguardanti proprio i lavori su piattaforme digitali. Infatti, gli operai, oltre all’esposizione a rischi ergonomici dovuti a prolungate posture statiche che determinano problemi cervicali e alla schiena oltre al provocare l’infiammazione del nervo carpale della mano, devono affrontare alcune specifiche problematiche che aggravano la loro situazione, come la posizione professionale e le condizioni contrattuali non sempre chiare. Ai problemi di natura fisica, si aggiungono quelli derivanti da ansia e stress che possono avere ripercussioni sulla sicurezza e benessere dei lavoratori coinvolti. Ma si possono verificare anche incidenti e insoddisfazione generale per il proprio lavoro e la propria vita personale.

Sono gli stessi datori di lavoro che molto spesso, si preoccupano di tali problematiche, tanto da creare presupposti di lavoro sicuro e dignitoso, attraverso iniziative che vanno dalla formazione ad azioni maggiormente incisive con integrazioni economiche previdenziali o compensazione aggiuntiva equivalente all’indennità rischio.

SVILUPPO AGRICOLO

VIA LIBERA DEL SENATO ALL’IMPRENDITORIA GIOVANILE; ISTITUITO UN FONDO SPECIALE PER IL PRIMO INSEDIAMENTO GIOVANILE NEL SETTORE AGRICOLO. COSTITUITO L´OSSERVATORIO NAZIONALE

Il Senato ha approvato una serie di misure a favore dell’imprenditoria giovanile nel settore agricolo. Tutte le disposizioni, per la promozione e lo sviluppo imprenditoriale, sono diventate operative per dare un aiuto concreto a coloro che vorranno fare impresa in uno dei settori più importanti nel panorama economico nazionale e allo stesso tempo tiene conto ed agevola il ricambio generazionale. La gamma degli interventi previsti è molto ampia a cominciare dall’istituzione di un fondo speciale per agevolare il primo insediamento giovanile nel settore agricolo con la dotazione di 15 milioni di euro annui a decorrere dal 2024 che dovranno essere impiegati per finanziare l’acquisto dei terreni e strutture unitamente a beni che serviranno a migliorare ed accrescere l’efficienza aziendale.

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L’obiettivo

è il rilancio del sistema produttivo agricolo per tutti quei giovani che vogliono avvicinarsi al settore dell’agricoltura volendo fare impresa, predisposizione che negli ultimi tempi sta aumentando notevolmente. Per impresa giovanile nel settore agricolo, si intendono tutte quelle aziende che esercitano esclusivamente attività agricola e che hanno particolari requisiti richiesti per legge come, ad esempio, un’età compresa tra i 18 e 41 anni. Tra le varie misure di agevolazioni, la legge prevede quella fiscale per il primo insediamento delle imprese giovanili che non abbiano esercitato nei tre anni precedenti altra attività agricola, il dimezzamento delle spese notarili in caso di compravendita di terreni agricoli e le loro pertinenze, un credito d´imposta per le spese sostenute per la partecipazione a corsi di formazione per l´80 per cento ,per un importo massimo di 2.500 con un corrispettivo totale non superiore di 200.000 euro. A tutto ciò, non mancano le agevolazioni fiscali per l’ampliamento delle superfici coltivate e l’erogazione di incentivi alle associazioni costituite da giovani imprenditori agricoli per la gestione di servizi di sostituzione nelle aziende associate. La nuova normativa, salutata favorevolmente e vista come un incentivo per uno sviluppo del settore agricolo, prevede la costituzione dell’Osservatorio nazionale per l’imprenditoria ed il lavoro giovanile nell’agricoltura presso il Ministero dell’agricoltura che avrà la funzione di monitorare tutte le attività attraverso la raccolta e l’elaborazione di dati, la stesura di normative, la consulenza ed il supporto nei riguardi degli enti pubblici.

Infine, ai comuni viene concessa la facoltà di riservare alle imprese giovanili agricole ed ai giovani imprenditori agricoli, un posto nei mercati per la vendita diretta di prodotti agricoli, fino al 50 per cento del loro numero complessivo dei posteggi.