AGEVOLAZIONI PER LE AZIENDE CHE ASSUMONO GLI UNDER 35 CON CONTRATTI A TEMPO INDETERMINATO NELLE ZES. INCENTIVI PREVISTI ANCHE PER LE DONNE DI QUALSIASI ETA’

Bonus contributivi per le aziende che assumono lavoratori con meno di 35 anni, donne e per le imprese che, in generale, faranno la loro parte per sostenere l’occupazione nelle regioni del Sud. Con la conversione in legge del Decreto coesione arrivano ufficialmente gli esoneri del 100 per cento per due anni previsti dal provvedimento emanato lo scorso maggio, con un finanziamento da 2,8 miliardi a supporto delle politiche di collocamento. E’ stato approvato in via definitiva, il Ddl di conversione in legge, con le modifiche apportate al Decreto Coesione. Gli sgravi sono rivolti alle aziende che sottoscrivano contratti a tempo indeterminato con determinate categorie di lavoratori ritenute fragili, nel periodo compreso tra l’1 settembre 2024 e il 31 dicembre 2025. La decontribuzione totale è riconosciuta alle aziende che assumano a tempo indeterminato, come già detto, lavoratori under 35, mai occupati. Secondo quanto previsto dalle nuove norme, per potere ricevere lo sgravio dei contributi previdenziali fino a un massimo di 500 euro mensili, i datori di lavoro devono sottoporre ai nuovi impiegati contratti di tipo subordinato e tempo indeterminato. Sono escluse dalla misura le categorie che rientrano nel lavoro domestico, dalle baby-sitter alle colf e i rapporti di apprendistato. L’esonero diventa più alto per le aziende che assumono nelle regioni della Zes (la Zona Economica Speciale unica per il Mezzogiorno) come Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna, che possono arrivare anche a un bonus di 650 euro al mese, per ciascun dipendente assunto a tempo indeterminato dal primo settembre 2024 e fino al 31 dicembre 2025, sempre con validità di due anni.

In questo caso l’incentivo è garantito esclusivamente ai datori di lavoro privati che hanno un organico fino a 10 dipendenti nel mese di assunzione dell’impiegato per il quale è richiesto l’esonero, che dovrà essere disoccupato da più di 24 mesi e avere più di 35 anni. Lo sgravio del 100 per cento è rivolto anche alle donne che, se assunte a tempo indeterminato entro il periodo di riferimento, potranno far ottenere alle aziende l’esenzione del versamento dei contributi previdenziale fino a un importo massimo di 650 euro al mese. L’incentivo è valido per le lavoratrici di qualsiasi età, a condizione che rispettino i seguenti requisiti: per quanto riguarda le residenti nelle regioni Zes, devono risultare da almeno sei mesi senza un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi, per tutte le dipendenti residenti in tutte le altre regioni d’Italia si richiede, invece, di dimostrare di non avere un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi, ovunque residenti, anche in questo caso l’esonero non si applica ai rapporti di lavoro domestico e di apprendistato. Nella legge approvata sono state confermati, inoltre, le misure “Autoimpiego Centro Nord” e il “Resto del Sud 2.0”, che prevedono aiuti ai destinatari dei programmi di politica attiva Garanzia di occupabilità dei lavoratori, agli under 35, in condizioni di marginalità, vulnerabilità sociale e discriminazione, oppure inoccupati, inattivi e disoccupati. Altre risorse incluse nel decreto sono rivolte ai servizi di formazione e accompagnamento alla progettazione preliminare, il tutoraggio per l’incremento delle competenze o veri e propri sostegni all’investimento attraverso voucher ed interventi in regime de minimis. Infine, viene riconosciuto un incentivo ai disoccupati con meno di 35 anni che, tra il primo luglio 2024 e il 31 dicembre 2025, avviano sul territorio nazionale un’attivita’ imprenditoriale nei settori strategici per lo sviluppo di nuove tecnologie e la transizione digitale ed ecologica.

BONUS AGRICOLTURA FINO A 180.000 EURO CON CONTRIBUTO DEL FONDO INNOVAZIONE. APERTA LA PIATTAFORMA

Riapre la piattaforma per accedere al Fondo Innovazione Ismea riservato alle imprese agricole. Gli imprenditori possono ottenere un contributo a fondo perduto fino a 180.000 euro. Investire nel settore agricoltura può richiedere un impegno economico importante e con il Fondo Innovazione si riconosce un importante bonus agricoltura con contributo a fondo perduto che può arrivare appunto fino a 180.000 euro. Sarà possibile chiedere l’accesso alle risorse dal 15 novembre 2024. Il Fondo Innovazione è valido per il triennio 2023-2025 e prevede un contributo a fondo perduto con importo a copertura fino al 100% del costo sostenuto sempre per un importo massimo di 180.000 euro. Nel dettaglio gli importi ammissibili al finanziamento con contributo a fondo perduto e le percentuali di agevolazione, è rivolto a PMI agricole, sia a giovani imprenditori agricoli sia ad altri soggetti, cambiano però le percentuali di agevolazione che è possibile ottenere in base alla tipologia di soggetto. 

L’erogazione del bonus agricoltura sotto forma di contributo a fondo perduto avviene per l’acquisto di macchine e attrezzature innovative per l’agricoltura. La spesa ammissibile deve essere compresa tra un minimo di 70.000 euro e un massimo di 500.000 euro. Per le sole imprese ittiche il limite minimo è abbassato a 10.000 euro. Il bando è rivolto a micro, piccole e medie imprese agricole, e loro cooperative e associazioni,imprese agro-meccaniche,imprese ittiche. Si puo’ accedere ai fondi e alle percentuali dei costi ammessi in base alla tipologia di azienda a partire dalle ore 12.00 del giorno 15 novembre 2024, coloro che intendono accedere alle risorse del Fondo Innovazione di Ismea possono provvedere alle operazioni di caricamento e preconvalida delle domande. La presentazione vera e propria della domanda, o meglio della convalida della domanda, può, invece, essere effettuata a partire dal 18 dicembre 2024. Qualora il richiedente intenda designare un delegato, il conferimento dell’apposita delega deve avvenire contestualmente alla compilazione della domanda. Non può essere presentata la domanda nel periodo previsto, cioè dal 18 dicembre 2024, se nella prima finestra, cioè quella che si apre il 15 novembre 2024 non è stato effettuato l’accreditamento e la preconvalida.

Dopo la preconvalida viene inviato all’utente un codice univoco di preconvalida che dovrà essere utilizzato per effettuare la presentazione della domanda durante il periodo di presentazione e che è la condizione necessaria per poter presentare la domanda ed accedere quindi alle agevolazioni del Fondo Innovazione 2024.
Il bonus agricoltura messo a disposizione da Ismea per il 2024 conta 100 milioni di euro, la misura inizialmente fissata di 75 milioni di euro per ogni anno del triennio è stata aumentata con un’ulteriore quota di 25 milioni di euro per il 2024. Sono inoltre assegnate anche risorse residuali del 2023. Infine il Fondo Innovazione può essere usato per l’acquisto di mezzi finalizzati all’incremento della produttività nei settori dell’agricoltura, della pesca e dell’acquacoltura attraverso la diffusione delle migliori tecnologie disponibili. Tra queste vi sono le tecnologie robotiche, piattaforme e strutture 4.0.

APICOLTURA, CONTRIBUTI EUROPEI ANCHE PER L’ALIMENTAZIONE DI SOCCORSO

La Commissione Europea ha approvato le modifiche al piano strategico della politica agricola comune dell’UE, che come tutti ben sanno, è un insieme di leggi adottate dall’UE per offrire una politica unificata comune in materia di agricoltura, in modo che anche l’acquisto degli alimenti per le api da miele siano finanziabili con i fondi comunitari. La Commissione Europea ha dato il via libera al finanziamento dei prodotti per l’alimentazione di soccorso delle api da miele con le risorse del Fondo Europeo Agricolo di Garanzia il cosiddetto Feaga. A darne notizia è il sottosegretario all’Agricoltura Luigi D’Eramo, con delega all’apicoltura, dopo che Bruxelles ha approvato la modifica del Piano strategico della Pac(politica agricola comune) 2023-2027 dell’Italia. Il Feaga è il fondo che si occupa tra l’altro di gestire i pagamenti diretti agli agricoltori previsti dalla Pac e le misure dirette a regolare o sostenere i mercati agricoli. Così ora anche l’alimentazione di soccorso per gli alveari potrà essere finanziata da contributi che copriranno parte delle spese sostenute dalle aziende apistiche per l’acquisto degli alimenti.

Ad oggi, per il quinquennio 2023-2027, per l’Italia sono stanziati 25 milioni di euro per l’apicoltura e nei prossimi bandi che usciranno potranno essere previsti anche i contributi specifici per l’alimentazione. I contributi per l’acquisto di alimenti per le api infatti erano una misura chiesta e attesa da tempo dal settore apistico nazionale, che in questi ultimi anni è stato messo a dura prova dagli effetti del cambiamento climatico e continua ad esserlo. Infatti le anomalie stagionali, con periodi di siccità, prolungate perturbazioni primaverili e ritorni di freddo, oltre a ridurre sensibilmente la produzione di miele, costringono gli apicoltori a nutrire gli alveari per non farli morire, dal momento che le api in queste condizioni non trovano risorse alimentari nell’ambiente o non possono uscire a raccoglierle. Una situazione che quindi da un lato riduce i ricavi e dall’altro aumenta le spese di gestione degli alveari, con ricadute pesanti sui bilanci delle aziende apistiche, che oltretutto devono fare i conti anche con una riduzione dei prezzi alla vendita dovuti al calo della domanda e alla concorrenza spesso sleale del miele estero. Si tratta quindi di un risultato molto importante, come ha detto il sottosegretario, arrivato dopo un lungo lavoro di negoziazione con Bruxelles. Un risultato che conferma l’attenzione del ministero per questo settore considerato strategico sia dal punto di vista economico che ambientale.

IL CENTRO STUDI E RICERCHE DELLA Co.N.A.P.I. NAZIONALE PUBBLICA UN QUESTIONARIO PER PROMUOVERE LA CRESCITA DEL SETTORE VITIVINICOLO E DELL’ENOTURISMO SOSTENIBILE

La ricerca scientifica del Centro Studi Co.N.A.P.I. Nazionale, non si arresta, questa volta ha acceso un faro sul settore vitivinicolo e dell’enoturismo sostenibile, settori che stanno subendo cambiamenti tali da influenzare il mercato del lavoro e quello occupazionale, dove le aziende richiedono specifiche competenze ed una costante formazione. A tal proposito e soprattutto per le tante sfide che le aziende si trovano ad affrontare, il Centro Studi ha realizzato un questionario attraverso il quale si vuole attingere più informazioni possibili per avere un quadro generale sui settori che hanno uno specifico ruolo nel panorama economico che sono in continua evoluzione. A parlarne è il dottor Antonio Zizza, Direttore del Centro Studi e Ricerche della Co.N.A.P.I. al quale abbiamo posto delle domande specifiche che ci aiutano ad avere una visione completa dell’obiettivo che si intende perseguire. Riportiamo di seguito l’intervista.
Direttore, cosa ha spinto il Centro Studi e Ricerche della Co.N.A.P.I. Nazionale a realizzare un questionario specifico per il settore vitivinicolo ed enoturistico?
Il settore vitivinicolo, insieme all’enoturismo, sta attraversando un periodo di grande cambiamento, affrontando sfide che influenzano il mercato del lavoro e aprono nuove opportunità occupazionali. Con il “Questionario per lo sviluppo del settore vitivinicolo e dell’enoturismo sostenibile” [https://forms.gle/vLpt3uQya69tyumf9] miriamo a raccogliere informazioni attuali e precise dagli operatori: dai produttori di uve ai cantinieri ovvero alle aziende turistiche specializzate.

L’obiettivo è identificare esigenze specifiche, sfide e soprattutto opportunità di crescita e innovazione in ottica sostenibile. Vogliamo ottenere un quadro realistico che ci permetta di sviluppare strategie efficaci per promuovere il territorio e la biodiversità.


Quali temi principali vengono affrontati nel questionario?

Il questionario esplora molteplici aspetti fondamentali: dalla gestione aziendale alla sostenibilità ambientale, dall’innovazione tecnologica all’enoturismo, fino alla formazione e alle collaborazioni, sia a livello nazionale che internazionale. Abbiamo incluso anche sezioni dedicate alla diversità imprenditoriale (per età e genere), ai canali di promozione e ai modelli di commercializzazione adottati. Crediamo che per comprendere e poi sostenere appieno questo settore sia indispensabile avere un quadro dettagliato delle attività e delle sfide quotidiane degli operatori.

Perché è importante per le aziende partecipare?

La partecipazione è molto importante, almeno per due motivi. In primo luogo, consente agli imprenditori di esprimere direttamente le loro esigenze, offrendo al settore una rappresentazione autentica delle loro prospettive. In secondo luogo, i dati raccolti ci permetteranno di formulare proposte concrete e strumenti di supporto mirati. Le informazioni, raccolte in modo anonimo e con la massima riservatezza, saranno la base per progetti e iniziative di sviluppo specifiche. Proprio in questi giorni, insieme al Presidente di Co.N.A.P.I. Nazionale, dott. Basilio Minichiello, saremo presenti al Merano Wine Festival per presentare il questionario e i nostri obiettivi direttamente ad alcune delle aziende del settore.

Che messaggio vorrebbe trasmettere agli operatori?

Agli operatori del settore vogliamo dire che il loro contributo è fondamentale: solo collaborando possiamo affrontare le criticità e proporre soluzioni efficaci.
Da irpino, conosco il potenziale del nostro territorio e della sua tradizione vitivinicola, che può rappresentare un’importante leva per lo sviluppo economico e occupazionale. Il Centro Studi e Ricerche della Co.N.A.P.I. intende impegnarsi nel sostenere il settore, ma per farlo abbiamo bisogno di una comprensione profonda circa le esigenze operative delle aziende. Partecipare al questionario significa stringere una collaborazione per costruire un futuro più competitivo, sostenibile e innovativo per il settore vitivinicolo.

Come si può partecipare?

Partecipare è molto semplice: il questionario è disponibile online e richiede solo pochi minuti per essere completato. Gli interessati possono accedervi direttamente al link del questionario [https://forms.gle/3ojfQ2vsSFKkGs2MA] o contattandoci via email [csr@conapinazionale.it] per avere informazioni più dettagliate. Ogni risposta è preziosa e avrà un ruolo importante nelle attività che svilupperemo nei prossimi mesi.

PRODUZIONE CASTAGNE: MONTELLA AREA PROTETTA IGP

Il lavoro presenta l’evoluzione della posizione dell’Italia nel commercio internazionale delle castagne destinate al consumo fresco. L’Italia, insieme alla Cina, è il principale esportatore mondiale di castagne. Tuttavia, le castagne italiane per varietà, proprietà organolettiche e caratteristiche estetiche si differenziano da quelle prodotte in Cina e per questo rappresentano all’estero una sorta di made in Italy. Le esportazioni rappresentano tra il 30% e il 40% della produzione e la bilancia commerciale è sempre in attivo. Tuttavia, i mutati gusti dei consumatori e la concorrenza asiatica minacciano la sua capacità di penetrazione nei mercati esteri e, di conseguenza, la sopravvivenza del settore, che garantisce un’importante fonte di reddito e la tutela ambientale e paesaggistica dei territori. La produzione mondiale di castagne si concentra in due grandi macroaree, l’Asia e l’Europa, che rappresentano rispettivamente l’80% e il 16% della produzione mondiale. Essa è pari a poco più di 1 milione di tonnellate e occupa una superficie di 367.000 ettari. La produzione mondiale di castagne è cresciuta a partire dal 1990, dopo un trentennio in cui è rimasta relativamente stabile. Tale crescita è dovuta esclusivamente alla produzione cinese che tra il 1990 e il 2008 è più che triplicata attestandosi a circa 900 mila tonnellate nel periodo 2004-2008. Il Centro Studi e Ricerca di Co.N.A.P.I .Nazional, ha messo in evidenza che il risultato della Cina è da attribuirsi sia ad una maggiore superficie investita nella coltura sia al miglioramento delle rese. Infatti, la superficie investita è quasi raddoppiata portandosi a circa 130.000 ettari nel 2008, aumentando anche la cosiddetta resa. Nello stesso periodo, la produzione italiana si è attestata tra le 50 e le 70 mila tonnellate a seconda dell’annata. La quota sulla produzione mondiale è passata dall’11% in media degli anni Novanta al 4% in media di oggi a causa dell’aumento della produzione cinese. Le principali regioni esportatrici sono Campania e Piemonte, che rappresentano, rispettivamente, il 65% e il 12% della quantità di castagne e marroni esportata dall’Italia. In particolare, le industrie di trasformazione e commercializzazione della Campania sono tra i più importanti operatori dei mercati internazionali. La filiera castanicola italiana è costituita da pochi operatori che trasformano e commercializzano il prodotto sui mercati nazionali e esteri, da un’ offerta frammentata costituita da aziende di piccole dimensioni e dalla presenza di numerosi intermediari. Tale struttura si riflette sia sul prezzo alla produzione che su quello al consumo.Nel campo delle denominazioni di origine protetta (DOP) e Indicazione geografica protetta (IGP) ci sono 8 varietà frutticole.

Tra le aree protette e a coltivazione di castagne risaltano quelle Irpine, in modo particolare quella di Montella tanto che il 7 marzo 1975 è stata fondata la Società Cooperativa Agricola CASTAGNE DI MONTELLA per volontà di un gruppo numeroso di castanicoltori dell’Areale I.G.P., il cui obiettivo è quello di accorciare la filiera produzione – mercato, avvicinando il più possibile i produttori ai consumatori. La Cooperativa basa i suoi principi sulla solidarietà fra i produttori agricoli che, unendosi, acquistano maggiore forza contrattuale sul mercato. Oltre Montella, fanno parte della filiera Cassano Irpino, Bagnoli Irpino, Laceno tanto da dar vita ad un opificio che si estende su una superficie totale di 7.500 mq. di cui circa 1.000 mq. sono coperti, dove avviene la lavorazione e manipolazione del prodotto, i restanti 6.500 mq. servono per le operazioni di carico/scarico e parte a verde.Ad oggi la Cooperativa conta un considerevole numero di soci che conducono superficie investita a castagneto da frutto per circa 165 Ettari. La produzione viene collocata, prevalentemente sul mercato nazionale, soprattutto con il marchio dell’azienda “Soc. Coop. Agricola Castagne di Montella” per quanto riguarda il prodotto fresco, mentre per il secco, esso viene venduto ad altri intermediari che collocano il prodotto con il loro marchio. I dati economici e produttivi sono consistenti. Il castagno è stato da sempre un mezzo di sussistenza economica per la comunità irpina contribuendo a segnare la tradizione rurale e lo sviluppo sociale di queste zone. Con una produzione media annua di 7-8 mila tonnellate, la “Castagna di Montella” partecipa a circa il 60% dell’intero raccolto di castagne della provincia di Avellino. Il 50% circa del prodotto viene esportato oltreoceano, il 25% viene esitato sui mercati europei e solo il restante 25% è collocato sui mercati nazionali. Pur contando su una superficie complessiva di oltre 4.000 ettari, la superficie iscritta al sistema di certificazione IGP è di 664 ettari circa, per un totale di n. 120 aziende agricole, con una notevole produzione certificata e commercializzata, inoltre sono 4 le ditte confezionatrici certificate. La “Castagna di Montella” è stato il primo ed unico caso in Italia di prodotto ortofrutticolo cui sia stata riconosciuta, da parte del Ministero dell’Agricoltura, la DOC, sostituita nove anni dopo dall’IGP. Il riconoscimento comunitario dell’Indicazione Geografica Protetta (IGP) “Castagna di Montella” è avvenuto attraverso il Regolamento (CE).

GIBELLINA PREMIATA CAPITALE ITALIANA DELL’ARTE CONTEMPORANEA 2026 | DALLE CENERI SI RINASCE

A Gibellina, paesino dell’entro terra trapanese di 3.670 abitanti, è stato riconosciuto il titolo di Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea 2026. Si è rialzata in piedi con forza e splendore, grazie a Ludovico Corrao, ex politico , avvocato e sindaco di Gibellina, che ha portato nella sua terra l’arte in tutte le forme da ogni parte del mondo. In seguito al famoso terremoto del 1968 che aveva colpito la Valle del Belice distruggendo completamente anche Gibellina, adesso è il momento di risplendere. In quell’ occasione ci furono molte perdite umane oltre che ripercussioni non indifferenti sul territorio. Il sindaco Corrao volle ripartire da una ricostruzione culturale che, grazie alle varie amicizie con grandi architetti e artisti italiani del tempo, riuscì a far sperimentare e praticare l’arte a Gibellina, sicuro del fatto che solo l’arte sarebbe stata in grado di dare un futuro e riportare in vita quelle zone ormai povere e disabitate. E cosi avvenne: oggi si parla di una Nuova Gibellina sia perché il territorio si è spostato a Salemi, esattamente a 15km dal vecchio centro, sia perché l’impianto urbanistico tipicamente del nord Italia e le nuove opere d’arte moderne costruite apposta la rendono diversa da ciò che prima era. Anche il grande Alberto Burri negli anni Ottanta accettò la proposta di Corrao, ma fedele ai propri canoni da artista del Novecento, decise di dare il proprio contributo alle vecchie rovine della città originale, progettando quello che noi conosciamo come “Grande Cretto”, creando un viaggio all’interno di una città che in realtà non esiste più.


Alessandro Giuli, Ministro della Cultura, durante la cerimonia di proclamazione ha affermato di voler dare il titolo a Gibellina giustificando la propria scelta : “La prima ‘Capitale italiana dell’Arte contemporanea‘ con la sua candidatura offre al nostro Paese un progetto organico e solido, consegnando all’Italia di oggi un esemplare modello di intervento culturale, fondato su valori e azioni che riconoscono all’arte una funzione sociale e alla cultura lo statuto di bene comune. Per la sua capacità progettuale nel riattivare il suo straordinario patrimonio di opere, coniugando nel presente memoria e futuro, conservazione e valorizzazione, attenzione al locale e ambizione internazionale; per la sua capacità di coinvolgimento delle nuove generazioni e della cittadinanza tutta, interpellando il territorio più ampio sulla base di una comune consapevolezza civica, stringendo alleanze con istituzioni pubbliche e private, nazionali e transnazionali; per il fatto di essere Città pioniera di ciò che oggi definiamo rigenerazione urbana, e per la capacità di essere insieme una città-opera e una città da abitare: per il suo progetto, con il quale la città diventerà un grande laboratorio dove le pratiche e le energie dell’arte contemporanea saranno chiamate a condividere pensieri e soluzioni sui temi dello spazio pubblico, della comunità, del paesaggio, della sostenibilità e del capiente concetto di eredità”.
Il progetto con cui Gibellina si è candidata a Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea ha il titolo di “Portami il futuro”, scritto da Roberto Albergoni e presenta l’arte come strumento di unione tra strade, case, abitanti, cultura e società. Secondo quanto riportato da Sole24 la cittadina siciliana riceverà un contributo statale di un milione di euro per attività culturale per un periodo di un anno.
Un chiaro messaggio per ricordare che dopo il buio c’è sempre la luce e che dalle ceneri si può rinascere.

MUTTI DISTRIBUISCE 7 MILIONI ALL’INTERA FILIERA DEL POMODORO. BASILIO MINICHIELLO: “E’ LA FORZA DI FARE SQUADRA”

La campagna di raccolta dei pomodori 2024 ha coinvolto 800 famiglie tra cui molte straniere, arrivate in Italia dopo una formazione per il comparto, che ha implicato l’apprendimento della lingua, delle funzioni da svolgere sottoponendosi a necessarie visite mediche. Molte aziende con in testa datori di lavoro scrupolosi e attenti, hanno la capacità di riconoscere e gratificare la validità dei propri dipendenti e questo significa stimolarli a lavorare meglio ed in condizioni di sicurezza , oltre che a riconoscere il loro valore e impegno impartiscono quello che il Presidente di Co.N.A.P.I. Nazionale il dottor Basilio Minichiello chiama “responsabilità a fare squadra, per raggiungere insieme eccellenti risultati che motivano a fare sempre di più perché solo così si acquista la consapevolezza che gli sforzi di tutti contribuiscono nel modo giusto a raggiungere gli obiettivi aziendali e ad ottenere grandi riconoscimenti”. Questa filosofia aziendale è stata da sempre applicata nell’azienda Mutti tanto che, con un importo di 7 milioni di euro distribuiti lungo l’intera filiera, ha ottenuto il più alto riconoscimento per 125 anni dell’azienda con il premio il pomodorino d’oro, la stessa ha contribuito ad un aumento economico della Nazione nel settore della produzione del pomodoro di alta qualità. Il risultato è stato reso noto da Mutti, impresa di Parma leader in Europa nel mercato dei derivati del pomodoro, durante l’evento a chiusura della campagna di lavorazione 2024 che, considerando le condizioni climatiche dell’estate, è risultata per l’azienda quantomai “sfidante”.

Mutti, presente in oltre 100 Paesi, con un fatturato da 665 milioni nel 2023, ha deciso di riunire per la prima volta in un unico evento l’intera filiera, dal nord al sud d’Italia, qualche giorno fa a Reggio Emilia in occasione della 25esima edizione del premio Pomodorino d’Oro, il massimo riconoscimento per la qualità della materia prima. Durante la serata l’amministratore delegato Francesco Mutti ha tracciato un bilancio della complessa stagione appena conclusa, sottolineando che il 2024 è stato un anno decisamente più complicato del previsto, il più difficile tra quelli affrontati nei 30 anni trascorsi da quando l’imprenditore ha preso la guida dell’azienda. Ma insieme alla parte agricola, sono riusciti a portare a termine la campagna con qualità e passione, un lavoro che ha visto l’impiego di una grande manodopera costituita da persone qualificate e determinate. Motivo per cui Mutti ha destinato un contributo da 7 milioni di euro all’intera filiera, i quali si aggiungono al prezzo concordato e pagato per il pomodoro. “In un momento così complesso, l’evento per la consegna del Pomodorino d’Oro che ha chiamato a raccolta come una sola, unica, filiera – ha sottolineato il dottor Basilio Minichiello-mette in evidenza come ancora una volta il fare squadra sia una mentalità giusta e vincente che diventa in queste circostanze più che mai importante per proseguire e insistere sulla strada della collaborazione, uniti, per raggiungere tutti lo stesso obiettivo”. La campagna di raccolta 2024, fa sapere l’azienda e come in precedenza ricordato, ha coinvolto oltre 800 famiglie di agricoltori italiani con i quali Mutti collabora. Per quantificare lo sforzo profuso, rispetto ai 70 giorni generalmente previsti per la raccolta e cioè da metà luglio a fine settembre, nel corso di quest’anno la campagna si è protratta fino alla conclusione di ottobre, con un incremento del 22% rispetto al 2021 sulle giornate lavorative.

L’EXPORT DELL’INDUSTRIA AGROALIMENTARE DEL 2024 E’ IN CRESCITA. LO CONFERMA ANCHE UNA INDAGINE CONDOTTA DAL CENTRO STUDI E RICERCHE DI Co.N.A.P.I. NAZIONALE

I dati dei primi tre mesi del 2024 confermano l’andamento riscontrato nell’ultima parte del 2023 ed evidenziando come ci sia stato un aumento delle esportazioni rispetto all’anno 2023 a fronte di un calo delle importazioni. Tutto questo va a vantaggio dell’ agroalimentare che sta aumentando la produzione di prodotti di qualità tanto da risultare positiva nel primo trimestre. Il Centro Studi e Ricerche di Co.N.A.P.I.Nazionale , ha condotto un’indagine dalla quale emerge che le esportazioni di conserve di pomodoro crescono, in valore e quantità,di oltre il 10% rispetto al primo trimestre 2023 e questo anche grazie al reclutamento della manodopera straniera a cui le aziende hanno dato la possibilità di lavorare reperendo personale qualificato per particolari e specifiche mansioni, dopo una precedente formazione. In generale, tutti i principali prodotti di esportazione segnano aumenti del valore e dei volumi venduti all’estero, che vanno dai formaggi ai dolci, dal vino ai salumi, mettendo in risalto il nostro Paese che continua a conquistare i palati di tutto il mondo. Se sarà confermato infatti il trend dei primi sette mesi dell’anno, l’export di settore raggiungerà a fine 2024 un nuovo record assoluto.

Dunque possiamo dire che l’export dell’industria alimentare, dopo un 2023 in cui ha raggiunto un quota di introiti economici molto elevata, ha raddoppiato in dieci anni il suo valore e ciò conferma quindi una spinta vigorosa per l’intera economia nazionale, con una crescita che a fine 2024, sempre secondo l’indagine condotta dal Centro Studi e Ricerche di Co.N.A.P.I. Nazionale, può raggiungere i 57 miliardi dell’industria alimentare , con una quota aggiuntiva di 4,8 miliardi.
Un risultato straordinario in un contesto internazionale debole, in cui il commercio esprime un modesto +1,6% sull’anno precedente.
Se le stime dell’industria alimentare saranno confermate, ci si sta  avvicinando ad un traguardo mai raggiunto prima. Guardando gennaio-luglio 2024, emerge che fra i prodotti più ricercati all’estero, risultano quelli appartenenti all’enologico, al dolciario, al lattiero caseario, all’oleario, al pastaio, alla trasformazione degli ortaggi.  Mangiare italiano è sinonimo di qualità, raffinatezza, gusto e queste sono doti che mettono d’accordo i Paesi più importanti del mondo. Tra i mercati che amano in modo speciale i nostri prodotti, svettano gli Stati Uniti. In ogni caso primeggia ancora comunque Germania con alcuni prodotti agroalimentari.Le esportazioni di settore 2024 si consolidano anche nei paesi come la Spagna,il Regno Unito e la Francia. L’indagine vuole mettere in evidenza come l’industria agroalimentare stia avendo successi grazie alla qualità dei prodotti che salvaguardano i valori di immagine di un patrimonio inestimabile di cultura, qualità e bontà del Made in Italy.

E’ IN VIGORE IL NUOVO DECRETO FLUSSI TRA NOVITÀ E REGOLE PER L’IMMISSIONE DEGLI IMMIGRATI NEL MONDO DEL LAVORO IN MANIERA REGOLARE

E’ in vigore dall’11 ottobre 2024 il nuovo decreto Flussi che intende favorire l’immigrazione regolare di lavoratori stranieri e contrastare sia gli ingressi irregolari che l’utilizzo abusivo dei flussi regolari attraverso nuove procedure di gestione e maggiori tutele contro abusi e sfruttamento.Con il decreto cambiano le regole, le procedure e le tutele dal 1° al 30 novembre 2024. E’ stato anche introdotto uno speciale permesso di soggiorno della durata di 6 mesi prorogabile per le vittime di sfruttamento lavorativo che mette al sicuro i lavoratori che collaborano con le autorità. Obiettivo del Governo è rendere il processo di ingresso e regolarizzazione più efficiente, ridurre le frodi e garantire che le imprese italiane possano trovare la manodopera necessaria nei tempi giusti. Per garantire una maggiore precisione nel definire i fabbisogni di manodopera, viene introdotto l’obbligo di precompilare le domande: sulla base dei dati precompilati saranno effettuati controlli automatizzati per escludere le richieste non conformi.In fase di precompilazione potrà essere adeguata la documentazione richiesta: per il datore di lavoro: documento d’identità in corso di validità, codice fiscale, misura camerale, ultima dichiarazione dei redditi, partita IVA, DURC, mentre per il lavoratore extracomunitario individuato: il passaporto o la copia delle pagine principali con foto e dati identificativi, i dati personali e il suo indirizzo di residenza e di futuro alloggio in Italia e le eventuali qualifiche professionali o certificati, il consolato del paese di origine, cui sarà richiesto il visto di ingresso da parte del lavoratore. In riferimento all’offerta di lavoro, serve il documento attestante la proposta di contratto di lavoro o la lettera di assunzione con dettagli come ad es. il tipo di lavoro, l’orario e la retribuzione prevista.Per le domande relative agli ingressi nel 2025 la prima finestra per la precompilazione si aprirà dal 1° al 30 novembre 2024.
Per quanto riguarda le istanze relative al settore turistico-alberghiero, la precompilazione sarà ammessa dal 1° al 31 luglio 2025. Saranno previsti più click day, scaglionati durante l’anno, specializzati per tipologie di settori, tra cui agricoltura e turismo.

IMPORTANZA DELLA FORMAZIONE PER LA SICUREZZA SUL LAVORO. “ LA SICUREZZA DEVE ESSERE UNA PRIORITÀ” DICE MINICHIELLO

L’esplosione di un’azienda nel Bolognese dove hanno perso la vita due operai, è solo l’ultimo di una lunga serie di incidenti fatali sul lavoro che continuano a segnare le cronache: solo nei primi due mesi del 2024, secondo gli ultimi aggiornamenti dell’Inail, si è già arrivati a quota 119. È il 19% in più dello scorso anno. Ancora resta fondamentale la Formazione intendendo per essa, un processo educativo tramite il quale vengono trasferiti ai lavoratori e agli altri soggetti appartenenti al sistema di prevenzione e protezione aziendale, le conoscenze e le procedure utili per essere in grado di svolgere in sicurezza i rispettivi compiti e per prevenire i rischi. Per Co.N.A.P.I.Nazionale la sicurezza sul lavoro è un aspetto cruciale per qualsiasi azienda, e la conformità alla normativa è il primo passo per garantire un ambiente lavorativo sicuro e protetto. Per il presidente Basilio Minichiello: “la sicurezza deve essere una priorità permanente, proprio pochi giorni fa e’ stata celebrata la 74esima Giornata per le vittime sul luogo di lavoro e- continua Minichiello- mi rifaccio alle parole del Presidente della Repubblica Mattarella quando afferma che ogni vita persa, ogni vita compromessa chiama un impegno corale per prevenire ulteriori perdite della salute e della dignità di chi lavora”. Ed ancora “Garantire condizioni di lavoro sicure significa rispettare la vita e il valore di ciascuna persona, perché il lavoro è luogo di crescita e realizzazione personale e non può costituire un rischio per la propria incolumità”.

Per Basilio Minichiello bisogna promuovere la cultura della sicurezza, infatti per Co.N.A.P.I. Nazionale la sicurezza nei luoghi di lavoro rappresenta una vera priorità che la si può acquisire solo con una costante informazione e formazione . “Vogliamo che i numeri dell’Inail siano davvero un utile strumento di lettura del fenomeno –afferma il presidente- e che affrontiamo un dialogo costante ed un confronto aperto con le istituzioni per capire quali sono le vie da intraprendere per mirare ad un’azione in cui si combinino con efficacia: consapevolezza, prevenzione e controlli, ma soprattutto responsabilità condivise e partecipazione di tutti alla sicurezza in azienda e sui luoghi di lavoro”. Proprio nei giorni scorsi sono stati diffusi i dati dei primi otto mesi 2024 e non sono confortanti. Complessivamente, tra gennaio e agosto le denunce di infortunio registrate sono state notevoli, con un aumento dello 0,9% rispetto ai primi otto mesi del 2023. I casi mortali sono stati 680 e le patologie di origine professionale sono state 58.857, in aumento del 21,3%. Numeri che rappresentano la più grande tragedia civile italiana per questo ci vuole qualità ed efficienza dei controlli e tanta formazione per evitare una strage giornaliera sui posti di lavoro con un bollettino che si allunga. Le procedure di sicurezza sul lavoro sono una serie di regole e protocolli che guidano il comportamento dei lavoratori e delle aziende per prevenire incidenti e garantire un ambiente di lavoro sicuro.Queste procedure possono includere la valutazione dei rischi, l’identificazione e l’eliminazione dei pericoli, l’adozione di misure di protezione e l’istruzione del personale sulle migliori pratiche di sicurezza. In conclusione implementare procedure efficaci di sicurezza sul lavoro attraverso la formazione è fondamentale e richiede un impegno costante da parte dell’azienda e di tutti i suoi dipendenti, garantendo la partecipazione attiva e la collaborazione di tutti gli interessati, pertanto sono necessari corsi di formazione mirati per la sicurezza sul lavoro in quanto tali procedure rappresentano investimenti importanti per ridurre gli incidenti e proteggere la salute e il benessere dei lavoratori e tutelare anche i datori di lavoro . La formazione mirata sulla sicurezza sul lavoro fornisce ai dipendenti la consapevolezza dei rischi specifici presenti sul luogo di lavoro e delle misure preventive da adottare.