IL CASO DIDDY E LA CRISI DELL’INDUSTRIA MUSICALE DI HOLLYWOOD

Da giorni ormai non si smette di parlare del caso Diddy o Puff Daddy, noto rapper e produttore discografico accusato di traffico sessuale, sfruttamento e prostituzione.

Il rapper è stato arrestato il 16 settembre 2024 e nonostante si sia dichiarato “non colpevole” le accuse riguardano la gestione di un sistema che andrebbe avanti dal 2008.

Sean Combs, noto come Diddy e considerato uno delle figure più importanti dell’industria musicale degli ultimi decenni, ha lanciato centinaia di artisti di successo e questo potrebbe far emergere un lato oscuro della musica pop e hip hop.

Le accuse, iniziate dall’ex moglie e modella Cassandra Elizabeth Ventura per abusi fisici e sessuali, stanno causando uno scandalo tra molti artisti e vip Hollywoodiani perché pare fossero a conoscenza dei fatti. Diddy è noto per i suoi “White Party”, grandissime feste dove musica e sostanze stupefacenti erano i protagonisti della serata e a partecipare erano non solo grandi vip appartenenti al mondo della musica, ma anche politici e reali.

La seconda parte della festa era il famoso Freak Off, il momento più scandaloso della festa in cui si vocifera che le sex workers dovessero rimanere sveglie e idratate da soluzioni fisiologiche iniettate via flebo. A questa parte cui solo gli invitati scelti direttamente da Diddy poteva accedere, invitati che subivano ricatti sessuali e umiliazioni in cambio di soldi e contratti discografici.

Fra la lista dei partecipanti siamo certi della presenza di Jay-Z e Beyonce, vecchi amici di Diddy , oltre che Justin Bieber, Paris Hilton, Leonardo di Caprio e Kim Kardashian.

Al momento Diddy si trova al Metropolitan Detention Center di Brooklyn e messo sotto sorveglianza perché è stato considerato a rischio suicidio, considerando che aveva smesso di mangiare convinto di essere avvelenato. Se le accuse dovessero essere confermate, l’industria musicale di Hollywood andrebbe in contro ad una crisi non indifferente e Diddy rischierebbe un minimo di 15 anni di carcere e probabilmente una condanna all’ergastolo.


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