RICHIESTI MAGGIORI CONTROLLI E TUTELA DELLA PRIVACY ATTRAVERSO REGOLE DA RISPETTARE PER EVITARE L´ AUMENTO DI DISAGI ANCHE DI NATURA PSICOLOGICA.
E ‘da poco trascorsa la giornata mondiale per la Sicurezza in Rete che, i dibattiti su un problema cosi serio che coinvolge in modo particolare tanti genitori con figli che utilizzano in maniera sconsiderevole la rete, si stanno intensificando sempre più. Una ricorrenza istituita e promossa dall’Unione Europea per riflettere appunto sull’uso che deve essere consapevole degli strumenti digitali e sul ruolo attivo che hanno sia i giovani nell’utilizzo dei social che gli stessi adulti. Un’occasione importante per cercare sistemi atti a rafforzare le misure di protezione per i pre – adolescenti e potenziare un insegnamento che promuove sempre più un’attenzione verso strumenti che se non utilizzati bene procurano danni non indifferenti. un’educazione per l’utilizzo degli strumenti digitali deve essere prioritaria in una società che si sta uniformando ad un sistema digitale intenso, pertanto sono determinanti alcune figure di riferimento come i genitori visto il crescente aumento di giovani adolescenti che si avvicinano ad Internet. Da un’indagine effettuate risulta che è in diminuzione l’età media del primo accesso in rete, mentre è in aumento, il tempo medio trascorso online dai più giovani, specialmente dopo la pandemia. Nonostante la legge preveda che un utente possa avere accesso ai social media solo dopo aver compiuto 13 anni, la realtà mostra esattamente il contrario e cioè che gli adolescenti sono sempre più in aumento e che addirittura aprono un profilo indicando un’età maggiore o hanno usato quello di un adulto, spesso un genitore più o meno consapevole. Se per molti ragazzi stare in Rete, scambiarsi contenuti e messaggi, rappresenta un elemento di apertura al mondo, al tempo stesso, alcune rilevazioni sugli adolescenti di 11, 13 e 15 anni, mostrano che è soprattutto l´uso dei videogiochi in aumento.
Il mondo virtuale
è in evoluzione e i giovani risultano essere sempre al passo con i cambiamenti tanto che passano la maggior parte della loro giornata utilizzando social media o app di messaggistica, in cui discutono e si confrontano. Ma molto spesso Internet rappresenta una vera e propria trappola per essi che vanno dal rischio di bullismo a quello di non comprendere le regole della privacy o le modalità di interazione con gli altri. Sono sempre più in crescita gli atti di cyberbullismo nei preadolescenti, in particolare tra gli 11 e i 13enni rispetto ai 15enni e le vittime sono più frequentemente le ragazze, ma non solo sono in aumento anche i comportamenti di dipendenza tecnologica da social media o gioco online con un aumento di ansia e depressione o impulsività come anche il rischio a cui si va incontro di sovrappeso o obesità´. In Italia, le indagini sugli adolescenti di 11, 13 e 15 anni, mostrano che usano in maniera problematica i social e sono soprattutto le ragazze a soffrirne e l’età più critica è quella dei 13 anni: tra le principali motivazioni dell’uso intensivo dei social media c’è quello di scappare da sentimenti negativi con il rischio dell’autoisolamento. Di fronte a una vita sempre più online, c’è anche il rischio per gli adolescenti di incappare in attenzioni sessuali da parte di considerevoli adulti a rilevarlo è nel report costante della Polizia Postale. Tra i rischi, uno dei più seri riguarda la possibilità di entrare in contatto con adulti male intenzionati o malati. Se è vero che, come emerge dall’ultimo resoconto della Polizia Postale nel 2023 sono leggermente diminuiti i casi di adescamento online di minori, è anche vero che si è abbassata l’età delle vittime che sono sempre più preadolescenti tra i 10 e i 13 anni.
La maggior parte di questi episodi avvengono nella preadolescenza, età nella quale l’uso dei dispositivi dovrebbe essere fortemente mediato dalle figure adulte. Di fronte a tutto ciò´, l’Unione Europea ha avviato un processo di definizione e approvazione della proposta di regolamento sulla prevenzione e lotta conto gli abusi sessuali sui minori. Si attende l’adozione della nuova regolamentazione e a porre sei limiti per evitare che i fornitori di servizi di comunicazione non siano più autorizzati a utilizzare tecnologie per rilevare la circolazione sia di immagini già note sia di nuove immagini di abusi sessuali su minori, né i casi di adescamento di bambini e bambine a fini sessuali, e segnalarlo alle autorità pubbliche. Una tematica molto delicata che ci pone di fronte ad una serie di interrogativi che non trovano sempre risposte adeguate, visto che siamo dinanzi ad un fenomeno inarrestabile ed ormai parte integrante delle nostre vite.