NUOVE REGOLE SU TRASFERTE E RIMBORSI: LA SOLUZIONE NEI FRINGE BENEFITS


LE IMPRESE ITALIANE DEVONO ADATTARSI A REGOLE PIÙ RIGIDE. I FRINGE BENEFITS OFFRONO UNA SOLUZIONE CONVENIENTE PER OTTIMIZZARE LE TRASFERTE E I RIMBORSI, GARANTENDO VANTAGGI FISCALI E MINORI COMPLICAZIONI AMMINISTRATIVE.

A partire dal 1° gennaio 2025, con l’entrata in vigore delle nuove disposizioni della Legge di Bilancio, le aziende italiane sono chiamate a rivedere le proprie policy relative alle trasferte e ai rimborsi spese. L’obiettivo della norma è chiaro: contrastare l’evasione fiscale, evitando che alcuni strumenti di rimborso si trasformino in mezzi di elusione contributiva. Tuttavia, l’impatto per le imprese non è trascurabile, poiché la necessità di giustificazioni più stringenti comporta un costo improvviso che non sempre trova una collocazione agevole nel bilancio aziendale.
Se da un lato è giusto arginare le pratiche elusive, dall’altro la nuova regolamentazione introduce rigidità che rischiano di creare difficoltà operative e gestionali per le aziende, soprattutto quelle che operano con frequenti trasferte o che rimborsano spese ai propri dipendenti. Il vincolo di una rendicontazione più severa potrebbe tradursi in un aggravio burocratico e finanziario, rendendo necessaria una revisione delle strategie retributive.

Una soluzione efficace e strutturata per affrontare questa nuova sfida è il ricorso agli accordi di secondo livello, finalizzati all’introduzione dei fringe benefits. Questa modalità permette alle imprese di riconoscere ai dipendenti una forma di welfare aziendale, che non solo evita l’impatto delle nuove restrizioni fiscali, ma offre anche vantaggi economici sia per i lavoratori che per l’azienda.
I fringe benefits, infatti, rappresentano un meccanismo di compensazione flessibile e fiscalmente vantaggioso, in grado di sostituire in buona parte i rimborsi spese tradizionali. Tra gli strumenti più utilizzati rientrano:
Buoni pasto e buoni benzina;
Rimborso per spese di istruzione o sanitarie;
Assicurazioni sanitarie integrative;
Convenzioni per mobilità sostenibile;

Un ulteriore punto di forza di questa strategia è rappresentato dall’istituzione della commissione di certificazione in Elav, che consente alle aziende di ottenere una validazione ufficiale dei propri accordi di secondo livello. Questo passaggio garantisce sicurezza giuridica, evitando contestazioni da parte degli organi ispettivi e rendendo la procedura fiscalmente inattaccabile.

La nuova normativa impone alle imprese un ripensamento della gestione delle trasferte e dei rimborsi spese, con il rischio di maggiori oneri amministrativi e fiscali. In questo scenario, l’adozione di piani di welfare aziendale basati su fringe benefits si configura come la soluzione più efficace, conveniente e sostenibile. L’impresa e il consulente del lavoro devono abituarsi a questa nuova prassi, soprattutto perché, con la certificazione in Elav, i vantaggi sono garantiti e blindati.
L’evoluzione normativa rappresenta dunque una spinta ulteriore verso modelli di retribuzione alternativa e detassata, con un impatto positivo sia per i datori di lavoro che per i dipendenti. L’adeguamento non è solo una scelta obbligata, ma una strategia vincente per la sostenibilità aziendale nel lungo periodo.
Per saperne di piu: info@elavnazionale.it

PATENTE A PUNTI STRUMENTO NECESSARIO PER LA PROMOZIONE DELLA SICUREZZA SUI POSTI DI LAVORO. LE ULTIME NOVITA’ E VANTAGGI DEL SISTEMA.


PER LA Co.N.A.P.I. NAZIONALE LA FORMAZIONE CONTINUA E’ FONDAMENTALE.

La sicurezza sul lavoro è una priorità fondamentale per garantire un ambiente lavorativo sicuro e produttivo e per la Co.N.A.P.I. Nazionale i percorsi di formazione per promuovere la sicurezza sul lavoro, restano elementi prioritari. Infatti la Confederazione Nazionale Artigiani e Piccoli Imprenditori, offre vari percorsi di Formazione professionale per promuovere la sicurezza sul lavoro erogando corsi attraverso piattaforme innovative, come UNABIT, assicurando la certificazione tramite l’Organismo Paritetico Nazionale (O.P.N. E.LAV.), rivolti ad imprenditori, dirigenti e lavoratori per migliorare le varie competenze. La Formazione è obbligatoria per i datori di lavoro ai sensi degli accordi Stato-Regioni coprendo vari aspetti della sicurezza sul lavoro , i corsi formativi sono obbligatori e si svolgono in varie modalità come in videoconferenza, in presenza oppure in e-learning. Va sottolineato che la Co.N.A.P.I. offre incentivi economici per le aziende che investono nella Formazione continua dei propri dipendenti in materia di sicurezza negli luoghi di lavoro e mirano ad incentivare e promuovere la cultura della prevenzione e ridurre il numero di infortuni verificando e assicurandosi in maniera obbligatoria che i lavoratori abbiano acquisito le competenze necessarie per svolgere i loro compiti in sicurezza in conformità alle normative vigenti.

Partendo da questi presupposti analizzando i numeri degli infortuni che, negli ultimi sei mesi del 2024 sono stati 3.600 casi di incidenti con un’alta percentuale di decessi, si avverte la necessità di un’attenzione particolare sulla prevenzione, ed ecco che la patente a punti sui posti di lavoro rappresenta un’innovativa misura di prevenzione degli infortuni, volta a promuovere comportamenti sicuri e responsabili tra i lavoratori e i datori di lavoro. Essa funziona con un punteggio iniziale dove ogni lavoratore e datore di lavoro parte con un punteggio di 100 punti, attribuiti in base alla conformità delle normative di sicurezza e alla formazione ricevuta, i punti vengono poi sottratti in seguito ad infrazioni delle norme di sicurezza o incidenti sul lavoro. Ad esempio, la mancata osservanza delle procedure di sicurezza può comportare la perdita di 10 punti, mentre un infortunio grave può portare alla decurtazione di 30 punti, in ogni caso può esserci il recupero di essi partecipando a corsi di aggiornamento e formazione sulla sicurezza, organizzati da enti certificati. Ogni corso consente di recuperare fino a 15 punti. Se un lavoratore o datore di lavoro perde tutti i 100 punti, sarà necessario frequentare un corso intensivo di formazione sulla sicurezza e superare un esame finale per poter riprendere l’attività lavorativa.

A partire dal 2024, ci sono stati importanti aggiornamenti riguardanti il sistema della patente a punti sui posti di lavoro come per l’edilizia che ora è diventato obbligatorio per le imprese edili e i lavoratori autonomi possedere una patente a punti specifica per operare nei cantieri temporanei o mobili. Questo sistema valuta la storia in materia di sicurezza e di formazione del personale. Saranno disponibili incentivi economici per le aziende che investono nella formazione continua dei propri dipendenti in materia di sicurezza sul lavoro, incentivi che, come spiegato in precedenza sono fondamentali per la Co.N.A.P.I. Nazionale, in quanto mirano a promuovere la cultura della prevenzione per ridurre il numero di infortuni. Tra i vantaggi del Sistema che migliora la sicurezza, ci sono i comportamenti sicuri e responsabili attraverso i quali si riduce il rischio di infortuni e incidenti sui luoghi di lavoro, poi ancora l’aumento della consapevolezza dove il sistema della patente a punti incoraggia a comprendere una maggiore consapevolezza dell’esistenza delle normative di sicurezza tra lavoratori e datori di lavoro. Per gli incentivi alla Formazione c’è la possibilità di recuperare punti e gli incentivi economici spingendo le aziende a investire nella formazione continua in materia di sicurezza. In conclusione, la patente a punti sui posti di lavoro è uno strumento cruciale per garantire un ambiente lavorativo sicuro e prevenire gli infortuni. Rispettare le normative di sicurezza e partecipare ai corsi di formazione sono passi essenziali per mantenere un punteggio elevato e garantire la sicurezza di tutti i lavoratori evitando sanzioni amministrative che vanno da 6.000 euro a 12.000 euro.

IL SOGNO Co.N.A.P.I. : COSTRUIRE INSIEME UNA GRANDE CONFEDERAZIONE NAZIONALE


UNA GRANDE CONFEDERAZIONE NAZIONALE CHE UNISCA E SUPPORTI ARTIGIANI E PICCOLI IMPRENDITORI, CREANDO UN PROGETTO DURATURO E SIGNIFICATIVO CHE POSSA DIVENTARE UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER L’INTERO PANORAMA IMPRENDITORIALE ITALIANO.

In un’epoca in cui l’impegno collettivo e la dedizione sono fondamentali per il successo, la Confederazione Nazionale Artigiani e Piccoli Imprenditori (Co.N.A.P.I.) si distingue per la passione e lo spirito di sacrificio dei suoi membri. Ogni giorno, il team lavora con determinazione per realizzare una visione ambiziosa: creare una Grande Confederazione Nazionale che rappresenti e supporti efficacemente artigiani e piccoli imprenditori in tutta Italia.

Il senso di gratitudine e gioia è palpabile tra coloro che contribuiscono attivamente a questo progetto. La consapevolezza di essere parte integrante di un’iniziativa storica alimenta una motivazione che va oltre il semplice incentivo economico. È l’orgoglio di poter affermare, un giorno: “Facevo parte di quella squadra”.

La prospettiva di essere riconosciuti come i “padri costituenti” di un’organizzazione che farà scuola in un contesto spesso caratterizzato da mediocrità è un potente motore per l’azione. Questo sogno accomuna tutti coloro che hanno deciso di crederci fino in fondo, e un po’ anche chi lo ha fatto solo per un po’ .

La dedizione del team non è guidata da meri incentivi finanziari, ma da valori più profondi. È la volontà di creare qualcosa di duraturo, di significativo, che possa influenzare positivamente il tessuto imprenditoriale italiano.

Con il contributo di professionisti altamente qualificati, Co.N.A.P.I. Nazionale si impegna a offrire il meglio in termini di rappresentanza e servizi per artigiani e piccoli imprenditori. L’obiettivo è costruire un’organizzazione che non solo supporti le imprese associate, ma che diventi anche un modello di riferimento nel panorama nazionale.

Insieme, stiamo scrivendo una nuova pagina nella storia dell’imprenditoria italiana, guidati dalla passione, dall’orgoglio e dalla volontà di lasciare un segno indelebile.

DA DIOR A CHANEL, DA PRADA A VALENTINO: FILM E DOCUMENTARI DA NON PERDERE.


UN VIAGGIO NEL MONDO DELLA MODA ATTRAVERSO FILM E DOCUMENTARI CHE RACCONTANO LE VITE E LE CREAZIONI DEI PIÙ GRANDI STILISTI, TRA SUCCESSI, SFIDE E INNOVAZIONI CHE HANNO CAMBIATO PER SEMPRE L’ESTETICA E L’INDUSTRIA DEL FASHION.

La connessione tra cinema e moda è profonda e complessa, e ha evoluto nel corso dei decenni in molte direzioni. La moda, come forma di espressione culturale e sociale, ha avuto un impatto significativo nel plasmare l’estetica cinematografica, mentre il cinema, a sua volta, ha contribuito a definire le tendenze della moda stessa.
Il cinema ha esplorato il mondo della moda in vari modi, da film biografici su stilisti famosi a storie che raccontano l’universo dell’alta moda, delle sfilate e della cultura del fashion. A seguire alcuni dei film che si concentrano sulla moda e le sue implicazioni.
The Devil Wears Prada, 2006. Un film simbolo del mondo della moda, che segue la giovane Andrea Sachs (interpretata da Anne Hathaway), assunta come assistente per la potente direttrice della rivista Runway, Miranda Priestly (interpretata da Meryl Streep). Il film offre una visione satirica della moda, dei suoi eccessi e delle dinamiche di potere all’interno del settore.
-Coco Before Chanel, 2009. Film biografico che racconta la vita di Gabrielle “Coco” Chanel (interpretata da Audrey Tautou) prima che diventasse la stilista iconica che rivoluzionò la moda femminile. Esplora le sue origini umili, la sua visione innovativa e come ha sfidato le convenzioni della moda del suo tempo.
-Yves Saint Laurent, 2014. Altro film biografico che racconta la vita del celebre stilista francese Yves Saint Laurent (interpretato da Pierre Niney), dalla sua ascesa nel mondo della moda all’incontro con il suo amante e partner commerciale Pierre Bergé. Il film esplora la sua carriera, i suoi tormenti e la sua influenza sulla moda del XX secolo.

Diana Vreeland. The Eye Has to Travel, 2011. Un documentario che esplora la carriera di Diana Vreeland, leggendaria direttrice di Vogue e icona nel mondo della moda. Il film racconta la sua vita e il suo impatto sulla moda, la fotografia e la cultura visiva.
Dior and I, 2014. Documentario che offre uno sguardo intimo e coinvolgente nel dietro le quinte della creazione di una collezione haute couture per Christian Dior. Diretto da Frédéric Tcheng, il film segue il debutto di Raf Simons come direttore creativo per la maison Dior, nel 2012, e il processo che ha portato alla sua prima sfilata di alta moda.
Elio Fiorucci: Free Spirit, 2020. Documentario che offre una visione unica di uno dei più importanti innovatori della moda del XX secolo. La sua capacità di abbracciare il cambiamento e di fondere moda, arte e cultura popolare ha lasciato un’impronta indelebile sulla moda contemporanea. Il film è una celebrazione non solo di un designer, ma anche di una visione della moda che ha sfidato le convenzioni e ha dato spazio alla libertà espressiva. Fiorucci ha dato forma a una moda che non è mai stata solo estetica, ma un modo di vivere e pensare.

Valentino: The last Emperor, 2008. non è solo un documentario sulla moda, ma anche un ritratto di un uomo che ha dedicato la sua vita a creare bellezza. La sua capacità di rimanere fedele alla sua visione estetica, pur affrontando le sfide del cambiamento e delle pressioni commerciali, è il cuore del film. La sua storia è anche una riflessione sul concetto di arte nella moda e sul modo in cui l’industria può evolversi senza perdere la sua essenza. Il film è una testimonianza di un’era che sta finendo, quella della couture tradizionale e dell’artigianato impeccabile, e segna anche la fine di una grande epoca nella moda. Valentino, con la sua eleganza senza tempo, resta un simbolo di un mondo che, pur essendo cambiato, ha lasciato una traccia indelebile nel panorama della moda mondiale.
Becoming Karl Lagerfeld, 2023. Diretto da Ruth Fuchs, il film offre uno sguardo intimo sulla figura di Lagerfeld, non solo come stilista di fama mondiale, ma anche come persona complessa, affascinante e misteriosa. Lagerfeld è stato un personaggio che ha saputo navigare tra il mondo dell’arte, della moda e del business con una visione unica, e questo film cerca di raccontare l’uomo dietro il mito.
Il documentario non si limita a celebrare la sua carriera e il suo successo, ma offre anche uno spunto su come Lagerfeld sia stato una figura centrale nel modellare il panorama della moda moderna, influenzando le generazioni future di designer e appassionati.

Cristóbal Balenciaga: The Art of Fashion, 2019. Tributo all’unico e inimitabile Cristóbal Balenciaga, una delle figure più affascinanti e significative della storia della moda. Il documentario non solo celebra la sua arte, ma esplora anche il contesto sociale, culturale e artistico in cui ha creato le sue opere. Balenciaga non era solo uno stilista, ma un vero e proprio artista che ha saputo combinare l’innovazione con la tradizione, rivoluzionando il concetto di eleganza e creando abiti che sono considerati ancora oggi esempi di perfezione sartoriale.
High and Low: John Galliano, 2017. Documentario che non solo celebra il talento e l’arte di uno dei designer più innovativi e controversi della moda contemporanea, ma esplora anche il lato umano di Galliano. La sua carriera, fatta di alti e bassi, è un esempio di come il genio possa essere accompagnato da fragilità personali e lotte interne. Il film invita a riflettere sul confine sottile tra la genialità e l’autodistruzione, e su come la moda, in quanto industria, possa essere tanto spietata quanto ispiratrice. Galliano è mostrato come un artista che ha affrontato il suo lato oscuro e che, attraverso il suo processo di recupero, ha trovato una nuova prospettiva sulla sua arte e sulla sua vita. “High and Low: John Galliano” è una testimonianza potente e umana di un uomo che ha saputo rialzarsi dopo una delle cadute più spettacolari della moda.

SICUREZZA E INNOVAZIONE : LE SFIDE DEL 2025 PER IL LAVORO LA Co.N.A.P.I. NAZIONALE INDIVIDUA I PUNTI FONDAMENTALI.


PER IL PRESIDENTE NAZIONALE BASILIO MINICHIELLO “LA FORMAZIONE E LA SICUREZZA SONO ELEMENTI IMPRESCINDIBILI”.

La Co.N.A.P.I. Nazionale (Confederazione Nazionale Artigiani e Piccoli Imprenditori) che offre diversi servizi di sicurezza e formazione per le imprese associate, supportando le aziende nell’adempimento degli obblighi previsti dal D.Lgs. 81/08, ed offrendo: Valutazione dei rischi e redazione del Documento di Valutazione dei Rischi, Formazione per Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione e Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza,Formazione e aggiornamenti per addetti antincendio e primo soccorso come Consulenza per la sicurezza nei cantieri e nei luoghi di lavoro, occupandosi inoltre di Formazione Professionale erogando corsi di formazione e aggiornamento per imprenditori, artigiani e dipendenti, tra cui, Corsi obbligatori in materia di sicurezza sul lavoro, Corsi di specializzazione per diversi settori produttivi, Formazione finanziata tramite fondi interprofessionali Workshop e seminari su innovazione e sviluppo aziendale, è sempre piu’ interessata a concentrarsi su punti che portano ad individuare le sfide nell’ambito del lavoro e ne individua i punti più importanti come la digitalizzazione che continua a trasformare il mondo del lavoro attraverso l’intelligenza artificiale che gioca un rolo fondamentale per le aziende.

Per il Presidente della Co.N.A.P.I. Nazionale, Basilio Minichiello, l’AI può migliorare la sicurezza sul lavoro attraverso la previsione dei rischi e l’ottimizzazione dei vari percorsi formativi anche se ciò richiede una gestione attenta dei dati e della privacy dei lavoratori. Un altro punto fondamentale per un ambiente lavorativo sempre più all’avanguardia, riguarda l’attenzionare della salute di ciascun lavoratore in quanto negli ultimi tempi, si è andata sempre maggiormente attenzionando la salute mentale diventata nelle aziende e dunque per i datori di lavoro prioritaria in quanto fondamentale è diventata la gestione dei rischi psicosociali sul posto di lavoro. Le aziende, infatti dovrebbero adottare strategie per prevenire lo stress e promuovere il benessere dei dipendenti. Per Minichiello infatti, è un focus a cui la Confederazione Nazionale degli Artigiani e Piccole Imprese, tiene assolutamente conto, unitamente al cambiameno climatico che nel Focus sui punti riguardanti le nuove sfide per la sicurezza sul lavoro, come le condizioni metereologiche estreme e l’esposizione a sostanze chimiche, rappresenta un punto altrettanto indispensabile . “ Le aziende- afferma il Presidente- devono adottare pratiche sostenibili per proteggere sia i lavoratori che l’ambiente”. Negli anni e soprattutto dopo la Pandemia, si è avuto un’accelerazione di nuovi modelli di lavoro come ad esempio, la diffusione del lavoro remoto e dei contratti flessibili, questi nuovi modelli di lavoro, richiedono nuove misure di sicurezza e benessere per garantire che lavoratori ed aziende siano protetti , indipendentemente da dove lavorano e proprio su questi punti, che il Centro Studi e Ricerche della Co.N.A.P.I. Nazionale guidato dal dottor Antonio Zizza , sta orientando la propria attenzione per poter realizzare un lavoro rivolto alle aziende sottoforma di questionario.

Un altro punto fondamentale che riguarda le nuove sfide, riguardano le tecnologie emergenti nella prevenzione come l’Internet delle Coser (IoT) ed il monitoraggio in tempo reale che sta certamente rivoluzionando la gestione della sicurezza sul lavoro. Queste tecnologie consentono un monitoraggio continuo delle condizioni ambientali e delle esposizioni a rischi. Proprio per questa continua trasformazione “è essenziale- afferma il dottor Minichiello- una Formazione continua unitamente alla conformità normativa, ritenuti punti fondamentali per garantire che i lavoratori, siano sempre aggiornati sulle migliori pratiche di sicurezza”. Le aziende investono sempre più in programmi di Formazione per mantenere i propri dipendenti informati e preparati. In conclusione, l’adattamento ai cambiamenti e alle nuove normative richiede ecosistemi di lavoro flessibili e resilienti. Le aziende devono essere sempre più pronte a rispondere rapidamente alle sfide emergenti e ad implementare soluzioni innovative per migliorare la Sicurezza sul Lavoro, queste sfide analizzate richiedono un approccio integrato e collaborativo tra aziende, associazioni datoriali e tutte le parti interessate per creare un ambiente di lavoro sicuro e innovativo per il 2025 e oltre .

ELAV E LA COMMISSIONE DI CERTIFICAZIONE: UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER LA COMPLIANCE AZIENDALE


L’ENTE BILATERALE, CON IL SOSTEGNO DI Co.N.A.P.I. NAZIONALE, GARANTISCE SERVIZI DI ALTA QUALITÀ PER LE IMPRESE, OFFRENDO UN SUPPORTO TECNICO E LEGALITÀ CONTRATTUALE TRAMITE LA CERTIFICAZIONE DEI CONTRATTI E DEGLI ACCORDI AZIENDALI.

Nel panorama delle relazioni industriali e della consulenza alle imprese, gli Enti Bilaterali rappresentano un pilastro fondamentale per garantire servizi di supporto qualificati, promuovere il dialogo tra le parti sociali e offrire strumenti concreti per la gestione del lavoro. ELAV, Ente Bilaterale che vede tra i suoi soci datoriali Co.N.A.P.I. Nazionale, si distingue per la qualità e l’efficacia dei servizi offerti alle imprese, con un’attenzione particolare alla certificazione contrattuale.

Una delle iniziative più rilevanti portate avanti da ELAV è la Commissione di Certificazione, nata con l’obiettivo di garantire trasparenza, legalità e sicurezza contrattuale. La certificazione è un processo volontario attraverso il quale si attesta che un contratto risponde ai requisiti di forma e contenuto previsti dalla normativa vigente, offrendo così un valore aggiunto sia alle imprese che ai professionisti che le assistono.

Questa attività non è una novità per Co.N.A.P.I. Nazionale, che già in precedenti Enti Bilaterali ha promosso l’istituzione di commissioni di certificazione con lo scopo di ottimizzare i servizi e garantire standard elevati nella gestione contrattuale. La costante ricerca della qualità e della professionalità si traduce in un supporto tecnico di alto livello per aziende e consulenti, assicurando loro la massima serenità nella stipula dei contratti.

La certificazione non si limita alla verifica della genuinità del contratto, ma ha una portata più ampia. Tra gli aspetti chiave che vengono certificati rientrano:
• Esclusione dell’interposizione illecita di manodopera, garantendo che il contratto non nasconda forme di somministrazione irregolare.
• Esclusione della responsabilità solidale del committente, particolarmente rilevante per i contratti di appalto, dove la certificazione riduce i rischi per l’impresa appaltante.
• Certificazione di regolamenti interni delle cooperative, assicurando la conformità degli stessi alle normative di settore.
• Validazione di tirocini formativi, per garantire che i percorsi di stage rispettino i requisiti di legge e offrano un’esperienza realmente formativa.
• Certificazione di accordi di secondo livello, fornendo maggiore certezza giuridica a intese aziendali su materie come premi di produzione, welfare aziendale e flessibilità lavorativa.

Questi strumenti sono essenziali per proteggere l’imprenditore da eventuali contenziosi, assicurando che la forma contrattuale certificata abbia un’elevata inappellabilità. In un mercato sempre più regolamentato, la compliance professionale non è più un’opzione, ma una necessità per chiunque voglia operare con sicurezza e competitività.

L’attività della Commissione di Certificazione di ELAV si inserisce in un contesto più ampio di assistenza strategica alle imprese, dove la compliance professionale è diventata un elemento imprescindibile per il successo imprenditoriale. Le aziende che vogliono occupare un ruolo centrale nel mercato devono poter contare su un supporto specialistico che garantisca trasparenza, certezza del diritto e riduzione dei rischi.

Grazie alla professionalità e all’esperienza dei propri esperti, ELAV offre alle imprese un servizio di eccellenza, permettendo loro di navigare con sicurezza tra le complessità normative. L’impegno di Co.N.A.P.I. Nazionale nel promuovere e rafforzare la Commissione di Certificazione dimostra ancora una volta la volontà di offrire il massimo della qualità e della tutela alle aziende associate, consolidando un modello di rappresentanza datoriale all’insegna della competenza e dell’innovazione.

Con ELAV e la sua Commissione di Certificazione, le imprese possono guardare al futuro con maggiore sicurezza, sapendo di poter contare su un partner affidabile per la gestione della compliance contrattuale e normativa.

CINEMA. ALTE ASPETTATIVE PER IL NUOVO FILM ‘THE ELECTRIC STATE’ DEI FRATELLI RUSSO


THE ELECTRIC STATE’ DEI FRATELLI RUSSO, IL FILM PIÙ COSTOSO DI NETFLIX, ARRIVA IL 14 MARZO 2025 CON UN CAST STELLARE E UNA TECNOLOGIA ALL’AVANGUARDIA.

The Electric State si preannuncia come uno dei film più atteso ma anche costoso dell’anno, con un budget di circa 320 milioni di dollari che arriverà sulla piattaforma Netflix il 14 marzo 2025. Una cifra enorme, ma giustificata dalla portata della produzione, dagli effetti speciali e dalle ambizioni del film.
Diretti dai fratelli Russo, Anthony e Joe Russo, registi e produttori statunitensi noti soprattutto per il loro lavoro all’interno dell’Universo Cinematografico Marvel, esplorano un futuro distopico, dove una giovane ragazza di nome Michelle, interpretata da Millie Bobby Brown, intraprende un viaggio attraverso un paesaggio devastato dalla tecnologia. La storia segue Michelle e il suo compagno robot, un’entità misteriosa, mentre cercano di scoprire cosa è successo al mondo e affrontano un futuro in cui l’intelligenza artificiale e le macchine sembrano aver preso il sopravvento.

The Electric State si basa su una graphic novel di Simon Stålenhag, noto per il suo stile visivo distintivo che combina paesaggi rurali e tecnologici in modo inquietante. La sua capacità di creare mondi distopici, con macchine e ambienti futuristici immersi in un contesto naturale, ha un fascino particolare che si presta molto bene al cinema.
I due registi, con la loro esperienza nei film Marvel (dove gli effetti speciali giocano un ruolo fondamentale), sicuramente investiranno una cifra considerevole in questo comparto per rendere il mondo futuristico di The Electric State il più immersivo e visivamente spettacolare possibile. Film con un tema simile, come Avatar o Ready Player One, hanno avuto costi di produzione elevati proprio per gli effetti visivi e l’uso di CGI avanzata, quindi è possibile che anche in questo caso gli effetti speciali rappresentino una parte cruciale del budget. In generale tutti i film Marvel sono noti per avere un budget elevato, in gran parte a causa degli effetti speciali, che sono fondamentali per portare in vita i supereroi, i loro poteri e le epiche battaglie. Per citarne uno, Avengers: Endgame , stima un budget di 365 milioni di dollari.

In generale, possiamo ipotizzare che una buona fetta del budget, probabilmente tra i 50 e i 100 milioni di dollari, sia stata destinata agli effetti speciali, dato l’ambizioso approccio visivo del film. Tuttavia, senza dati ufficiali, si tratta comunque di una stima.
Millie Bobby Brown , nota attrice di Stranger Things; Chris Pratt, attore noto per ruoli in film come Guardiani della Galassia e Jurassic World; Ke Huy Quan, attore di Everywhere All at Once; Giancarlo Esposito, noto per i ruoli in serie come Breaking Bad e The Mandalorian..sono solo alcuni nomi dell’incredibile cast.
Dunque la combinazione di un cast stellare, un budget così alto e la direzione dei fratelli Russo lascia pensare che The Electric State sarà un film spettacolare, con un impatto visivo notevole e una trama che esplorerà temi molto attuali riguardo alla tecnologia e alla società.
Poiché Netflix ha investito così tanto in questo progetto, le aspettative sono naturalmente elevate. La piattaforma di streaming ha accumulato un sacco di attenzione per le sue produzioni originali, e The Electric State è uno dei suoi titoli più ambiziosi. Il fatto che si tratti di uno dei film più costosi di Netflix crea una sorta di hype, con il pubblico che si aspetta una realizzazione di alto livello.

L’IMPORTANZA DI UN CENTRO STUDI PER UNA CONFEDERAZIONE DATORIALE: IL CASO DI Co.N.A.P.I. NAZIONALE


IL CENTRO STUDI DI Co.N.A.P.I. NAZIONALE SIMBOLEGGIA UN PASSO DECISIVO VERSO UN MODELLO DI RAPPRESENTANZA PROATTIVO, CAPACE DI OFFRIRE ALLE IMPRESE STRUMENTI CONCRETI PER AFFRONTARE LE SFIDE DEL MERCATO CON MAGGIORE COMPETITIVITÀ.

Nel panorama economico contemporaneo, caratterizzato da trasformazioni rapide e complesse, le confederazioni datoriali svolgono un ruolo cruciale nella tutela e nella rappresentanza degli interessi delle imprese. Co.N.A.P.I. Nazionale, confederazione datoriale che aggrega datori di lavoro per offrire loro supporto e rappresentanza, ha sempre puntato su qualità e professionalità come elementi distintivi della propria azione. Tra le tappe più significative della sua evoluzione, l’istituzione del Centro Studi rappresenta un punto di svolta essenziale, un vero e proprio strumento strategico per l’innovazione e la crescita delle imprese associate.

Il Centro Studi di Co.N.A.P.I. Nazionale non è un semplice organismo di ricerca, ma un laboratorio di analisi e sviluppo, capace di esplorare le dinamiche economiche più rilevanti per le imprese, con un approccio su misura rispetto alle esigenze del tessuto produttivo. La sua funzione può essere paragonata a quella di un binocolo orientabile, che permette di scrutare le sfide del mercato oltre il rumore della piazza, concentrandosi sulle aree più strategiche per gli associati.

In un contesto in cui le informazioni sono abbondanti ma spesso dispersive, il Centro Studi offre un’analisi mirata, capace di evidenziare le opportunità e i rischi nascosti nelle pieghe più imprevedibili dell’economia. Non si tratta solo di raccogliere dati, ma di interpretarli con una chiave di lettura funzionale alle esigenze della piccola e media impresa, fornendo strumenti utili per affrontare il mercato con maggiore consapevolezza e competitività.

L’istituzione del Centro Studi segna un momento di diversificazione importante per Co.N.A.P.I. Nazionale. Infatti, una confederazione datoriale non può limitarsi a svolgere un ruolo di rappresentanza passiva; deve essere un motore di crescita per le imprese, fornendo loro strumenti concreti per interpretare e affrontare il mercato.

I primi lavori del Centro Studi hanno già dimostrato la qualità e la profondità dell’analisi proposta, segnando una netta differenza rispetto alle informazioni standardizzate che spesso dominano il dibattito economico. Questa attenzione alla qualità non è casuale: è il risultato di un impegno costante nel voler offrire agli associati non solo tutela, ma anche un vantaggio competitivo basato sulla conoscenza e sulla formazione.

L’istituzione del Centro Studi è solo un tassello di un percorso più ampio che mira a consolidare un modello di rappresentanza orientato all’eccellenza. In un contesto economico in cui la piccola e media impresa è il cuore pulsante del sistema produttivo, una confederazione datoriale deve essere in grado di anticipare i cambiamenti, proporre soluzioni innovative e guidare i propri associati verso scelte strategiche consapevoli.

Conapi Nazionale dimostra così di voler andare oltre la mera difesa degli interessi imprenditoriali, puntando su un modello di rappresentanza proattivo e dinamico. Il Centro Studi è la chiave per questa evoluzione: un punto di riferimento per le imprese, una bussola per orientarsi nel mercato e un motore per l’innovazione.

Guardare avanti, esplorare nuove possibilità e offrire risposte concrete alle imprese: con il suo Centro Studi, Co.N.A.P.I. Nazionale si conferma come una confederazione datoriale capace di distinguersi per qualità e professionalità, sempre al servizio della crescita delle piccole e medie imprese.

ECONOMIA CAMPANIA : L’EXPORT VOLA, MA LE IMPRESE FATICANO A TROVARE PERSONALE QUALIFICATO CON IL RISCHIO DI FRENARE LO SVILUPPO NEL SETTORE AGROALIMENTARE


LA CARENZA DI COMPETENZE È UNA SFIDA CRESCENTE CHE MINACCIA DI FRENARE LA CRESCITA E LA TRADIZIONE DELLA REGIONE.

La Campania cresce, trainata da un export in continua espansione che nel 2024 ha registrato un forte incremento secondo il Centro Studi e Ricerche di Co.N.A.P.I. Nazionale. Tuttavia, dietro il successo internazionale delle eccellenze locali, le imprese campane devono affrontare un ostacolo sempre più insidioso: la difficoltà nel reperire personale qualificato. Un paradosso che rischia di frenare lo sviluppo economico di settori cruciali, come quello agroalimentare, che da sempre rappresenta un pilastro della Regione. Ad esempio, il salame Napoli e il salame Mugnano, come da tradizione, devono essere insaccati e legati a mano e per farlo, in quest’area campana, vengono utilizzati pulmini per trasportare donne specializzate da Mugnano del Cardinale nelle aziende dove si lavorano questi prodotti tipici, ma oggi queste figure professionali sono sempre più rare e anziane. È un mestiere in via di estinzione e questo sta creando enormi difficoltà nella produzione. Un sapere antico, dunque che rischia di scomparire, lasciando le aziende prive di una componente essenziale della loro identità e qualità artigianale.

Se da un lato il mercato richiede sempre più prodotti autentici e di eccellenza, dall’altro le aziende faticano a trovare manodopera adeguata per sostenere la domanda. Prima del Covid questa esigenza era molto più limitata, oggi, invece, i giovani sono meno predisposti al sacrificio. Quando sentono che devono lavorare nel weekend, spesso scappano via. Eppure la gastronomia non può fermarsi nei giorni festivi, anche perché per i titolari delle aziende agricole è assurdo pensarlo. Di fronte a tale problematica, le imprese sono costrette a formare il personale internamente per molte delle quali c’è un impatto significativo sui costi e sulla produttività. Il problema non riguarda solo il settore della ristorazione, ma si estende anche all’agricoltura e all’artigianato. Per Roberto Cavaliere, fondatore di Campania Tipica, una rete di circa 30 aziende operanti nei settori dell’agroalimentare, della ristorazione, dell’artigianato e del turismo, sottolinea la necessità di un intervento strutturale e dice testualmente, «Abbiamo bisogno di personale in ogni settore, ma ci troviamo costretti a formare direttamente i nuovi assunti.

Le scuole professionali e gli ITS non riescono a soddisfare le esigenze del mercato. Servirebbe un maggiore impegno per incentivare i giovani ad appassionarsi ai mestieri tradizionali». Campania Tipica aderisce al Progetto CompraSud, un’iniziativa volta a promuovere le eccellenze produttive del Sud Italia, incentivando l’acquisto di prodotti e servizi locali per sostenere l’economia del territorio. in conclusione, il quadro che emerge è quello di un sistema produttivo che, nonostante i successi economici, rischia di essere frenato da una carenza cronica di competenze. I dati parlano chiaro: la Campania è una delle regioni più dinamiche del Sud, con una crescita del PIL superiore alla media nazionale, ma senza un’adeguata risposta alle esigenze del mercato del lavoro, questa spinta rischia di esaurirsi. Gli imprenditori campani chiedono interventi concreti per colmare il divario tra domanda e offerta di lavoro. Tra le proposte avanzate, un maggiore raccordo tra scuole e imprese, incentivi alla formazione professionale e una semplificazione delle procedure di assunzione, in quanto c’è bisogno di un’azione coordinata per garantire il futuro delle imprese e delle tradizioni che rendono la Campania unica nel mondo. Il futuro del comparto agroalimentare campano è legato a un filo sottile, fatto di tradizione, qualità e capacità di innovarsi. Ma senza le giuste competenze, questo filo rischia di spezzarsi.

TASSAZIONE CATASTALE E REGIME FORFETTARIO PER LE SOCIETA’ AGRICOLE: UNA RIFORMA IN LINEA CON LE NOSTRE INTERPRETAZIONI.


LA RIFORMA FISCALE INTRODOTTA DAL DECRETO LEGISLATIVO 192/2024 APRE NUOVE OPPORTUNITÀ PER LE SOCIETÀ AGRICOLE, ESTENDENDO LA TASSAZIONE FORFETTARIA ANCHE A CHI OPTA PER IL REGIME CATASTALE.

Lo studio ha sempre sostenuto che la normativa fiscale applicabile alle società agricole dovesse evolversi verso una maggiore coerenza e organicità, consentendo l’accesso alla tassazione forfettaria anche a chi ha optato per il regime catastale. Con il decreto legislativo 192/2024, questa impostazione è stata finalmente recepita dal legislatore, segnando un’importante vittoria per la semplificazione fiscale nel settore agricolo.
La riforma, che attua quanto previsto dalla legge delega 111/2023, introduce una maggiore flessibilità nella determinazione del reddito per le società agricole costituite in forma di Sas, Snc, Srl e cooperative, ampliando le opportunità per le imprese che operano in questo settore.
La principale novità riguarda l’estensione della possibilità di determinazione forfettaria del reddito alle società agricole che hanno optato per la tassazione su base catastale, come previsto dall’articolo 1, comma 1093, della legge 296/2006.
Questo significa che le imprese agricole che rientrano in questa categoria potranno ora:
Continuare a calcolare il proprio reddito secondo il criterio catastale.
Applicare il regime forfettario per determinate attività complementari, come previsto dall’articolo 56-bis del Tuir.
Questa impostazione, che il nostro studio ha sempre ritenuto la più corretta e funzionale, evita penalizzazioni ingiustificate per le aziende agricole e consente loro di gestire in modo più razionale e flessibile la propria fiscalità.
Le attività che rientrano nella tassazione forfettaria
Il comma 3-bis dell’articolo 56-bis del Tuir stabilisce che il reddito derivante dalla commercializzazione di piante vive e prodotti della floricoltura, acquistati da imprenditori agricoli florovivaistici, è determinato applicando un coefficiente di redditività del 5% sui corrispettivi soggetti a IVA, entro il limite del 10% del volume d’affari complessivo.

Inoltre, restano confermate le disposizioni sui regimi forfettari per le altre attività agricole connesse, come ad esempio:
• la trasformazione e vendita di prodotti agricoli,
• le prestazioni di servizi connesse all’attività agricola,
• la produzione di energia da fonti rinnovabili entro determinati limiti.

Si tratta di un passo avanti decisivo, che va nella direzione da noi sempre auspicata, ossia quella di una maggiore armonizzazione tra tassazione catastale e regimi forfettari, evitando rigidità interpretative che in passato avevano creato incertezze e disparità di trattamento.
Il nodo interpretativo ancora aperto
Tuttavia, alcune pronunce giurisprudenziali recenti, come la sentenza 633/2024 della Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado dell’Emilia-Romagna, hanno adottato un’interpretazione restrittiva dell’articolo 2, comma 1, del Dlgs 99/2004, ritenendo che le società agricole possano svolgere solo le attività espressamente elencate dalla norma, tra cui:
• locazione, comodato e affitto di fabbricati a uso abitativo,
• locazione, comodato e affitto di terreni e fabbricati strumentali, entro il limite del 10% dei ricavi.
Questa impostazione rischierebbe di compromettere il regime catastale per quelle aziende agricole che svolgono anche attività di mera compravendita di prodotti agricoli, considerando tale operazione una deviazione dall’esercizio esclusivo dell’attività agricola.

Nel nostro studio abbiamo sempre evidenziato l’incoerenza di questa visione, sostenendo che il concetto di esercizio esclusivo dell’attività agricola non dovrebbe essere interpretato in modo rigido, ma in coerenza con l’evoluzione del settore e con le esigenze operative delle imprese agricole.
Verso un’interpretazione più ampia e razionale
La relazione illustrativa al decreto legislativo 192/2024 sembra confermare che l’intenzione del legislatore sia quella di favorire la compatibilità tra il regime catastale e le attività accessorie, purché queste ultime abbiano carattere occasionale e marginale.
Per questo motivo, riteniamo che l’elenco delle attività previste dal Dlgs 99/2004 non debba essere considerato tassativo, ma piuttosto indicativo, così da consentire alle aziende agricole di:
Beneficiare della tassazione catastale senza rigidità inutili.
Svolgere attività accessorie in modo complementare e coerente con l’attività agricola principale.
Evitare il rischio di perdere il regime catastale a causa di interpretazioni eccessivamente restrittive della normativa.
Questa visione è perfettamente in linea con lo spirito della riforma fiscale, che punta a una maggiore organicità, coerenza e semplificazione del sistema tributario per il settore agricolo.

Conclusioni: una riforma che conferma la nostra impostazione
La riforma introdotta con il decreto legislativo 192/2024 rappresenta un significativo passo avanti verso una fiscalità più razionale per le società agricole, in piena coerenza con l’orientamento che il nostro studio ha sempre sostenuto.
L’estensione della tassazione forfettaria alle società agricole con regime catastale è una scelta di buon senso, che risponde alle esigenze di molte imprese del settore. Il riconoscimento della compatibilità tra attività accessorie e tassazione catastale è una conferma della necessità di una normativa più flessibile e moderna.
Resta però necessario un chiarimento normativo o interpretativo che eviti il rischio di decadenza dal regime catastale per le aziende agricole che svolgono attività di mera commercializzazione.
Il nostro studio continuerà a monitorare gli sviluppi interpretativi della normativa, fornendo supporto e consulenza alle imprese agricole per garantire loro il massimo vantaggio fiscale possibile nel rispetto delle nuove regole.