La riforma del sistema previdenziale degli avvocati, prevista per il 2025, introduce numerose modifiche che incidono profondamente sulla pianificazione pensionistica della categoria. Vediamo i punti principali e il loro impatto. 1. Sistema di calcolo e categorie di iscritti La riforma distingue tra: • Vecchi iscritti (con anzianità contributiva al 31 dicembre 2024): avranno una pensione mista, con una parte calcolata con il sistema retributivo (fino al 2024) e una con il contributivo (dal 2025). • Nuovi iscritti (dal 1° gennaio 2025): la pensione sarà interamente contributiva. Questo passaggio al sistema contributivo comporta, a parità di contributi, una riduzione del 25% dell’importo pensionistico rispetto al sistema retributivo. 2. Incremento delle aliquote contributive L’aliquota del contributo soggettivo salirà progressivamente dal 15% al 18% entro il 2027. Contestualmente, il tetto reddituale, fissato a 130.000€ nel 2025, sarà rivalutato annualmente in base all’inflazione. 3. Riduzione dei contributi minimi Per sostenere i professionisti con redditi più bassi, i contributi minimi saranno ridotti dal 2025: • Contributo minimo soggettivo: da 3.355€ a 2.750€. • Contributo minimo integrativo: da 850€ a 350€. Questi importi saranno rivalutati annualmente. 4. Requisiti per l’accesso alla pensione • I vecchi iscritti manterranno le prestazioni attuali. • Per i nuovi iscritti, le prestazioni saranno accorpate nella pensione unica di vecchiaia contributiva, accessibile a 70 anni (con almeno 5 anni di contributi) o anticipabile a 65 anni (con 35 anni di contributi e un importo pensionistico minimo).
5. Pensionati attivi e supplementi triennali I pensionati che continuano a lavorare vedranno un aumento dell’aliquota di contribuzione dal 7,5% al 12%. Inoltre, saranno abolite le prestazioni contributive per i pensionati di vecchiaia, sostituite dai supplementi triennali calcolati con il metodo contributivo. 6. Contributo modulare Il contributo modulare facoltativo potrà raggiungere il 20% del reddito (rispetto all’attuale 10%), permettendo agli avvocati di integrare il loro trattamento pensionistico. 7. Riduzione del trattamento minimo Dal 2025 al 2029, l’importo del trattamento minimo sarà gradualmente ridotto dagli attuali 13.942€ a 10.250€. 8. Scadenze contributive La scadenza per la prima rata in autoliquidazione è posticipata dal 31 luglio al 30 settembre, uniformandosi alla presentazione del Modello 5. La riforma rappresenta un passo verso un sistema previdenziale sostenibile, ma comporta sacrifici per gli iscritti, come l’aumento dei contributi e la riduzione della pensione futura. Gli avvocati dovranno adottare strategie previdenziali più attente, utilizzando strumenti come il contributo modulare o fondi pensione integrativi per garantire un reddito adeguato in età avanzata. Nonostante le difficoltà, una gestione oculata delle risorse finanziarie permetterà di affrontare queste sfide e di trasformarle in opportunità per costruire un futuro più solido e sicuro.
Lo scorso 5 gennaio 2024 si è conclusa la 52° edizione dei Golden Globe a Los Angeles al Beverly Hilton Hotel di Beverly Hills che ha visto trionfare nel cinema The Brutalist e Emilia Pèrez. Quale migliore occasione per le celebrità per sfoggiare sul red carpet i loro migliori look in perfetta sintonia con il loro stile e la loro bellezza. Per il ritorno ai Golden Globe la bellissima Zendaya ha deciso di indossare un lungo abito in raso arancione, personalizzato da Louis Vuitton, sofisticato e d’impatto, coordinato al tacco a spillo, esattamente un paio di pumps in tinta. Al collo un collier Bulgari di diamanti e smeraldi che illuminava il suo viso sotto i riflettori. A richiamare l’attenzione è stato il suo anello di fidanzamento, un diamante da 5 carati, regalatogli dal suo Tom Holland durante le vacanze di Natale. Emma Stone, protagonista del musical La La Land e non solo, debutta ai Golden Globe 2025 con un lungo abito rosso fuoco molto semplice firmato Louis Vuitton. Il suo punto forte è stato sicuramente un adorabile pixie cut, un taglio di capelli cortissimo e sbarazzino che ha messo perfettamente in risalto il suo dolce viso.
Ariana Grande, come non siamo abituati a vederla, ha indossato un elegantissimo abito giallo glitterato firmato Givenchy, ricco di Swarovski. Un abito vintage del 1966 di haute couture disegnato dallo stesso Hubert de Givenchy. Cara Delevigne ha attraversato il Red Carpet con uno scintillante abito firmato Gucci: schiena scoperta, curve in risalto e infinto numero di paillettes coprivano l’abito blu metallico. L’attrice e cantante Selena Gomez ha attraversato il tappeto rosso indossando un abito a colonna di raso blu ghiaccio, stile Cenerentola, personalizzato da Prada. L’abito , con spalle scoperte e una gonna a colonna con pannelli geometrici è stato accompagnato da una decolleté della stessa tonalità del vestito e gioielli di diamanti di Tiffany & Co. Mikey Madison, nominata in assoluto come Migliore Interpretazione femminile in un film –Musical o Commedia, ha indossato per il grande evento un lungo abito a colonna color oro ricco di paillettes di Bottega Veneta con gioielli Tiffany & Co.
La cantante Miley Cyrus , nominata come migliore canzone originale con il brano “ Beautiful That Way” da The Las Showgirl, ha partecipato alla serata indossando un attillato abito nero di Celine, con una scollatura profonda e ritagli su tutto il corpetto decorati con scintillanti pailletes argentate lungo i bordi. La schiena scoperta metteva in evidenza la collezione di tatuaggi della cantante. Il Golden Globe è una grande occasione per gli stilisti di alta moda per ottenere maggiore visibilità a livello mondiale. Le immagini degli abiti indossati sui red carpet vengono ampiamente diffuse sui media, nei social network e nelle riviste di moda. Questo non può fare altro che portare a un aumento della domanda per le loro creazioni.
PERCENTUALE ALTA PER CHI DEVE COMPRENDERE TESTI , REGOLAMENTI E NORMATIVE DI SICUREZZA. LE AZIENDE SI ATTIVANO PER RENDERE ACCESSIBILI A TUTTI LA COMPRENSIONE DELLE REGOLE SULLA SICUREZZA.
L’analfabetismo di ritorno, o analfabetismo funzionale, si riferisce alla perdita delle competenze di lettura e scrittura acquisite durante l’istruzione scolastica, spesso a causa di un uso limitato di queste abilità nella vita quotidiana. Questo fenomeno ha implicazioni significative nella vita quotidiana ma in particolare per la sicurezza sul lavoro, poiché la comprensione delle informazioni e delle istruzioni acquisite durante corsi di formazione o direttamente sul posto di lavoro è cruciale per garantire un ambiente di lavoro sicuro. L’analfabetismo funzionale è un fenomeno ampiamente diffuso in Italia. L’OCSE definisce come analfabeta funzionale una persona che, pur avendo le abilità di lettura e scrittura basilari, non è in grado di comprendere e utilizzare in modo efficace le informazioni, scritte e/o orali, acquisite nella vita quotidiana e lavorativa. Secondo recenti studi, una percentuale significativa della popolazione italiana rientra in questa categoria, con cifre che variano tra il 25% e il 30%. Questo significa che circa un terzo della forza lavoro italiana può incontrare difficoltà nella comprensione di testi complessi, come regolamenti, procedure e normative di sicurezza. Le ragioni di questa situazione sono molteplici: fattori culturali, un sistema educativo che non sempre promuove lo sviluppo di competenze, pratiche di lettura e comprensione, e una certa discontinuità nell’apprendimento dopo l’uscita dal percorso scolastico. Questa realtà ha conseguenze dirette sulla sicurezza sul lavoro, poiché il rispetto delle normative è spesso subordinato alla comprensione dei rischi e delle procedure. Naturalmente sarà necessario adottare strategie formative e contenuti didattici mirati a garantire l’accessibilità e l’efficacia dell’apprendimento di soggetti con analfabetismo culturale, rispettando i bisogni specifici di ciascun individuo anche in relazione alle loro attività specifiche.
Su tali tematiche dovranno essere sensibilizzati e formati anche i docenti a cui spetterà il compito di valutare il livello di alfabetismo dei discenti affidati loro e adeguare, dopo attenta analisi, i contenuti e le didattiche secondo canoni che possano assicurare una efficace formazione tale da poter garantire, in particolare per la formazione sulla sicurezza sul lavoro. La sicurezza sul lavoro rappresenta un aspetto cruciale in qualsiasi azienda, poiché garantire un ambiente sicuro e privo di rischi è fondamentale per il benessere dei lavoratori. Ne deriva che la presenza di lavoratori con analfabetismo funzionale può rendere più complessa l’efficacia delle misure di sicurezza. Le norme di sicurezza sul lavoro, specialmente in un periodo di rapida e complessa ristrutturazione tecnologica, richiedono in continuazione la lettura e la comprensione di manuali, regolamenti e istruzioni. I lavoratori con analfabetismo di ritorno possono avere sicuramente difficoltà a comprendere questi documenti, aumentando il rischio di incidenti dovuti all’ignoranza delle procedure corrette nell’utilizzo di nuove e sempre più complesse attrezzature. Un punto cruciale riguarda la capacità dei lavoratori con analfabetismo funzionale nell’apprendere e assimilare i concetti relativi alla sicurezza sul lavoro. Il problema principale risiede nella difficoltà di comprendere contenuti complessi e specifici che utilizzano un linguaggio tecnico o astratto che il lavoratore con analfabetismo funzionale non riesce ad interpretare e ad applicare nelle normali procedure lavorative. Sebbene gli analfabeti funzionali possano acquisire conoscenze pratiche, è evidente che la loro capacità di apprendere norme astratte o di comprensione insieme al significato di determinati simboli o istruzioni scritte è ridotta.
Questo può tradursi in una carenza di conoscenza e attenzione riguardo ai potenziali rischi e alle modalità per prevenirli. In particolare, da quanto detto si possono ipotizzare diversi scenari, come:
1 Comprensione Inadeguata delle Norme di Sicurezza Le norme di sicurezza sul lavoro spesso richiedono la lettura e la comprensione di manuali, regolamenti e istruzioni. I lavoratori con analfabetismo di ritorno possono avere difficoltà a comprendere questi documenti, aumentando il rischio di incidenti dovuti all’ignoranza delle procedure corrette.
2 Inefficacia della Formazione e Addestramento La formazione sulla sicurezza solitamente prevede materiali scritti, presentazioni e quiz. I lavoratori con scarse competenze di lettura e scrittura possono trovare difficile seguire la formazione, risultando meno preparati a gestire situazioni di emergenza o a riconoscere i rischi.
3 Comunicazione insussistente La comunicazione efficace tra i lavoratori e tra i lavoratori e la dirigenza è fondamentale per la sicurezza. L’analfabetismo funzionale può ostacolare la capacità di comunicare chiaramente ed efficacemente per comprendere le informazioni cruciali, come avvisi di pericolo, segnali di allarme e istruzioni operative.
4 Difficoltà nella Registrazione e Segnalazione degli Incidenti La registrazione accurata degli incidenti e dei quasi incidenti è essenziale per analizzare i rischi e prevenire future occorrenze. I lavoratori con difficoltà di scrittura possono non essere in grado di segnalare correttamente gli incidenti, portando a una sottostima dei problemi di sicurezza.
5 Mancata Comprensione delle procedure di Sicurezza Le procedure e le schede di sicurezza dei materiali (SDS) contengono informazioni cruciali sui rischi associati ai materiali pericolosi e le procedure per gestirli in sicurezza. L’incapacità di comprendere ed applicare queste informazioni può portare a esposizioni pericolose e conseguentemente ad incidenti sul lavoro.
6 Difficoltà nell’Uso di Attrezzature di Protezione Individuale (DPI) L’uso corretto dei DPI richiede la comprensione delle istruzioni di utilizzo e manutenzione. I lavoratori che non comprendono queste istruzioni possono usare in modo errato i DPI, riducendo la loro efficacia e aumentando il rischio di lesioni. L’analfabetismo di ritorno rappresenta una delle problematiche educative più complesse della società contemporanea.
In un’epoca dominata dalla tecnologia, la diffusione delle informazioni e la necessità di aggiornarsi costantemente, è paradossale osservare un fenomeno che sembra contraddire i progressi raggiunti in campo educativo e della conoscenza. In particolare, nel campo della sicurezza sul lavoro è fondamentale l’esigenza che i lavoratori siano in grado di apprendere efficacemente le informazioni e nozioni che vengono loro trasmesse tramite un corposo programma di formazione ed addestramento finalizzato a garantire la loro incolumità nello svolgimento dei loro compiti. Appare evidente la necessità, in presenza di lavoratori che presentino segnali di analfabestismo di ritorno, di adeguare i contenuti e le metodologie delle attività formative alle loro esigenze. Ciò significherà rivisitare ed adeguare quanto previsto dagli Accordi Stato-Regione per la formazione alla sicurezza sul lavoro inserendo metodiche formative. In conclusione l’analfabetismo di ritorno rappresenta una sfida significativa per la sicurezza sul lavoro. È essenziale che le organizzazioni riconoscano questo problema e adottino misure proattive per assicurare che tutti i lavoratori, indipendentemente dalle loro capacità di lettura e scrittura, possano comprendere e seguire le pratiche di sicurezza. Tale esigenza appare oggi ancora più pressante per l’elevato numero di lavoratori stranieri che vengono impiegati nelle aziende italiane che, oltre a possibili profili di analfabetismo da ritorno o addirittura strutturale, possono evidenziare difficoltà di comprensione a causa di una approssimativa conoscenza della lingua italiana.
Questo non solo migliorerà la sicurezza, ma contribuirà a migliorare la comunicazione tra i lavoratori e tra i lavoratori e i vertici aziendali contribuendo a realizzare un ambiente di lavoro più inclusivo e produttivo. Dovrà essere cura di chi gestisce la sicurezza sul lavoro nell’azienda:organizzare sessioni di formazione continua per assicurarsi che le conoscenze di sicurezza dei lavoratori siano aggiornate, effettuare esercitazioni pratiche regolari per rafforzare la comprensione delle procedure di sicurezza, formare gruppi di lavoro omogenei che includano rappresentanti dei lavoratori per discutere e migliorare le pratiche di sicurezza,realizzare sondaggi e feedback: raccogliendo dai lavoratori impressioni, proposte e suggerimenti per identificare aree di miglioramento e adattare le strategie di formazione. Aderire a questa visione dell’ambiente di lavoro, implementare queste strategie ed essere consapevoli delle problematiche e della sussistenza delle criticità dei processi di apprendimento richiede impegno e risorse, ma è essenziale per garantire un ambiente di lavoro sicuro e inclusivo. Adottare un approccio innovativo, variegato e personalizzato per la formazione sulla sicurezza, che non sia solo di facciata e di rispetto delle normative ma finalizzato realmente a rendere i lavoratori consapevoli e pronti a fronteggiare i rischi ed i pericoli, può aiutare a superare le barriere dell’analfabetismo di ritorno e ridurre significativamente i rischi di incidenti sul lavoro.
L’obbligo per le aziende di stipulare un’assicurazione contro i danni da calamità naturali, come terremoti, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni, è stato prorogato al 31 marzo 2025. Le imprese devono prepararsi seguendo alcuni passi fondamentali per essere conformi alla normativa. Innanzitutto, devono identificare i beni aziendali che rientrano nell’obbligo assicurativo. Si tratta di immobili, macchinari e attrezzature impiegati nell’attività imprenditoriale, come specificato dal codice civile. È necessario escludere quei beni che già beneficiano di una copertura assicurativa equivalente, anche se stipulata da soggetti terzi. Le aziende devono poi scegliere una polizza assicurativa che copra i rischi previsti dalla normativa, selezionando la soluzione più adatta alle loro necessità operative e patrimoniali. È utile valutare diverse offerte per garantire una copertura adeguata.
Prima di procedere, è importante verificare se l’azienda rientra tra le categorie escluse dall’obbligo. Le imprese agricole, ad esempio, seguono un regime separato basato sul Fondo mutualistico nazionale, mentre quelle con immobili irregolari dal punto di vista edilizio non possono stipulare tali polizze. La scadenza del 31 marzo 2025 rappresenta il termine ultimo per adempiere a questo obbligo. Le imprese che non rispettano la normativa rischiano di perdere l’accesso a contributi, agevolazioni o sovvenzioni pubbliche, incluse quelle specifiche per la gestione di eventi catastrofici. Infine, è essenziale conservare la documentazione relativa alla polizza stipulata, così da dimostrare la conformità alle autorità competenti. Questo processo non solo tutela il patrimonio aziendale dai rischi naturali, ma garantisce anche il mantenimento di opportunità di sostegno pubblico per il futuro.
Anno nuovo, vita nuova, nuovi saldi in arrivo! Sabato 4 gennaio 2025 si è aperta ufficialmente la stagione dei saldi invernali, appuntamento tanto atteso da milioni di consumatori italiani che aspettano impazienti di acquistare i loro prodotti preferiti a prezzi convenienti. Solo Bolzano non ha dato il via ai saldi decidendo di aspettare l’8 gennaio. In genere, i saldi invernali durano 6 settimane. Tuttavia, la durata potrebbe variare a seconda della regione e delle disposizioni locali. Alcune regioni possono prevedere un termine per i saldi che va oltre la fine di febbraio. Milano, capitale della moda italiana, terminerà il periodo di saldi il 5 marzo, così che le famose vie dello shopping come Via di Montenapoleone, Galleria Vittorio Emanuele, Via della Spiga, Via Sant’Andrea e Via Borgospesso potranno arricchirsi di clienti che arriveranno da ogni parte del mondo. Nel Lazio saranno Via del Corso, Via dei Condotti e Via del Babuino le principali vie di shopping, anche se non bisogna sottovalutare Via Cola di Rienzo e Via Ottaviano nella zona del Vaticano. A Torino, Via Garibaldi è da sempre il centro delle catene di abbigliamento più note , così come via Roma, Via Lagrange e via Carlo Alberto offrono negozi di alta moda . I prodotti in saldo riguardano principalmente abbigliamento, accessori , articoli di calzature, biancheria intima, cosmetici e in alcuni casi, elettronica o altri prodotti non stagionali. Ma attenzione, non tutti i prodotti possono essere scontati durante i saldi. Gli articoli in saldo devono essere stagionali e già in vendita da almeno un mese prima dell’inizio dei saldi.
I negozianti sono obbligati a indicare il prezzo precedente di vendita dei prodotti, per consentire ai consumatori di capire l’effettivo sconto. Non è consentito vendere come “saldi” prodotti che sono stati scontati durante il periodo precedente ai saldi stessi. I saldi si applicano anche agli acquisti online, ma è fondamentale controllare sempre le politiche di reso dei vari e-commerce, che possono variare. I più esperti , ogni anno, pianificano una lista di cose da comprare per evitare acquisti impulsivi di prodotti non utili e confrontano i prezzi originali per assicurarsi che lo sconto sia reale. Durante il periodo dei saldi invernali, i centri commerciali sono tra i luoghi più frequentati dai consumatori, in quanto offrono una vasta gamma di negozi che partecipano agli sconti e una maggiore varietà di prodotti. L’affluenza in questo periodo è molto elevata, ecco perché è consigliato recarsi nel posto nei giorni feriali e non nel weekend. Inoltre i centri commerciali di solito offrono grandi sconti su abbigliamento, calzature, elettronica e articoli per la casa. Potresti trovare sconti fino al 50-70% su articoli selezionati, specialmente verso la fine del periodo dei saldi. Alcuni organizzano eventi e promozioni extra durante i saldi, come buoni sconto aggiuntivi, offerte su più acquisti o concorsi con premi. I centri commerciale “pro” offrono il servizio di personal shopper per aiutarti a trovare i migliori affari, specialmente se hai un budget o uno stile specifico in mente. I saldi invernali offrono un’ottima opportunità per fare acquisti a prezzi ridotti, ma è importante fare attenzione alle date, alle regole e alle offerte per ottenere il massimo risparmio!
La Legge di Bilancio 2025 introduce un nuovo sgravio contributivo destinato alle imprese che operano nel Mezzogiorno, valido per il periodo 2025-2029. Questa misura sostituisce l’agevolazione contributiva prevista dalla Legge di Bilancio 2021 (Legge n. 178/2020) e mira a sostenere l’occupazione stabile nelle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna. Il beneficio consiste in un esonero dal versamento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, con esclusione dei premi e contributi dovuti all’INAIL. Tale misura è destinata ai datori di lavoro privati, che assumono lavoratori a tempo indeterminato, escludendo però apprendistato e lavoro domestico. Lo sgravio si applica su base progressiva, con percentuali e massimali che diminuiscono nel corso degli anni, partendo da un massimo del 25% nel 2025 fino ad arrivare al 15% nel 2029.
Il provvedimento stabilisce rigidi requisiti di accesso. Non si applica al settore agricolo e a soggetti come enti pubblici economici, istituzioni benefiche e altre entità specifiche. Inoltre, richiede la regolarità contributiva attraverso il DURC, il rispetto delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro e l’adempimento degli obblighi di assunzione previsti dalla Legge n. 68/1999 per soggetti disabili. Gli incentivi non sono cumulabili con altre agevolazioni, come quelle destinate a settori strategici, giovani, donne e ZES. Per le micro, piccole e medie imprese lo sgravio è concesso in regime “de minimis”, mentre per le imprese più grandi è necessaria l’autorizzazione della Commissione Europea.
Questa misura mira a favorire l’occupazione stabile nel Mezzogiorno, incentivando le aziende a investire e riducendo il costo del lavoro. Tuttavia, presenta alcune criticità. La progressiva riduzione degli importi massimi potrebbe scoraggiare le imprese nel lungo termine, riducendo l’efficacia complessiva del provvedimento. Inoltre, i rigidi requisiti per l’accesso potrebbero limitare il numero di aziende idonee, specialmente in contesti dove già si riscontrano difficoltà nel rispetto delle normative sul lavoro. Da un punto di vista operativo, le imprese dovranno pianificare accuratamente per dimostrare l’incremento occupazionale richiesto, il che potrebbe risultare complesso per le aziende di medie dimensioni o in settori con elevata stagionalità. Nonostante queste sfide, la Nuova Decontribuzione Sud rappresenta un passo importante verso il rilancio economico e occupazionale delle regioni meridionali. Il successo della misura dipenderà dalla capacità delle imprese di adattarsi ai requisiti e dalla collaborazione tra istituzioni e aziende per una corretta applicazione. Criticamente, sarebbe opportuno valutare l’effetto reale degli incentivi nel medio-lungo termine, monitorando sia i benefici in termini di occupazione che i costi amministrativi e normativi per le imprese.
L’INAIL, con una nota pubblicata il 5 dicembre, ha chiarito che per gli studenti, esattamente come per i lavoratori, le tutele assicurative si applicano anche in seguito alla ripresa della frequenza scolastica e fino al recupero dell’integrità psico-fisica. La tutela assicurativa riguarda gli iscritti delle scuole o istituti di istruzione di qualsiasi ordine e grado, anche privati. Innanzitutto, nelle istruzioni operative datate 20 novembre e pubblicate il 5 dicembre, l’Istituto di assicurazione, ricorda che le prestazioni che lo stesso è obbligato a riconoscere nei confronti degli infortunati, sono quelle previste dal testo unico sull’assicurazione degli infortuni sul lavoro. Nello specifico, l’articolo 86 del testo di cui sopra prevede che: “L’Istituto assicuratore è tenuto a prestare all’assicurato nei casi di infortunio previsti nel presente titolo, e salvo quanto dispongono gli artt. 72 e 88, le cure mediche e chirurgiche necessarie per tutta la durata dell’inabilità temporanea ed anche dopo la guarigione clinica, in quanto occorrano al recupero della capacità lavorativa.”
Tale disposizione si applica, nel caso degli studenti, alle cure necessarie per il recupero dell’integrità psico-fisica, le quali possono protrarsi anche oltre il periodo di guarigione clinica, qualora il medico dell’INAIL ritenga che sia necessario. Inoltre la tutela assicurativa spetta a prescindere dal fatto che lo studente prosegua o meno l’astensione dalla frequenza della scuola. A quali studenti spetta? L’articolo 4, comma 1, n. 5 del Testo unico sull’assicurazione degli infortuni sul lavoro stabilisce che sono compresi nell’assicurazione gli alunni delle scuole o istituti di istruzione di qualsiasi ordine e grado, che frequentino esercitazioni pratiche o esperienze tecnico-scientifiche, come ad esempio quelle che possono verificarsi nei laboratori di chimica. La tutela assicurativa comprende anche gli studenti delle scuole private. Infine, l’INAIL specifica che le tutele assicurative si applicano anche agli studenti che frequentano i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO), agli apprendisti per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore (solo per i giovani dai 15 ai 25 anni compiuti) e quelli di alta formazione e ricerca.
Infatti, il decreto legislativo n. 81/2015 attraverso l’articolo 41, comma 3, ha previsto che le varie forme di apprendistato siano inserite all’interno di un sistema duale lavoro/formazione che applica tutele differenziate, a seconda che il luogo di infortunio sia sul posto di lavoro o nella scuola/istituto. Nel caso in cui l’infortunio avvenga nella scuola, istituto o università, allo studente non spetta l’erogazione dell’indennità temporanea. Inoltre diversamente, per gli studenti delle scuole e degli istituti formativi di ogni ordine e grado non statali, la cui assicurazione è attuata mediante il pagamento del premio speciale unitario annuale, l’ INAIL ricorda che dallo scorso 1° luglio 2024 l’importo del premio annuale a persona è aggiornato in 10,40 euro. A seguito della rivalutazione, l’importo del premio per la regolazione dell’anno scolastico 2023/2024, risulta uguale a 10,05 euro. Il premio annuale dovuto per ciascun alunno/studente è poi calcolato moltiplicando il numero complessivo degli studenti, che andava già comunicato all’INAIL entro il 30 novembre, per l’importo di 10,05. Da tale importo deve essere detratto quanto già versato a titolo di anticipo. Infine, per i docenti, le scuole e istituti formativi di ogni ordine e grado non statali, verseranno i premi assicurativi dovuti per il premio di regolazione dell’anno 2024 e di rata 2025 con l’autoliquidazione 2024/2025, indicando nella dichiarazione delle retribuzioni, corrisposte nel 2024 ai lavoratori in questione.
Le feste sono quasi finite ed è il momento di fare il resoconto con i nostri portafogli . Regali per familiari, amici e colleghi. Cena di Natale, pranzo di Capodanno, pranzi e cene con amici e parenti . Luci, candele, palline e addobbi vari. Vacanze, viaggi e trasporti. Biglietti per eventi, spettacoli, cinema, mercatini e concerti natalizi, sono le principali categorie di spese durante le feste natalizie dove, chiaramente, le cifre dipendono da quanto si sceglie spendere. Le festività Natalizie rappresentano da sempre il momento di ritorno alle proprie radici di tutte quelle famiglie che durante l’anno vivono fuori per lavoro . In questo periodo tutto si ferma , tutto rallenta e la priorità assoluta viene data al tempo da passare con chi si ama. Parlare e dialogare davanti ad una tavola ricca di cibo, buon vino, aperitivi vari e panettoni artigianali è più importante di qualunque altra cosa, soprattutto per i residenti del Sud Italia e delle Isole, dove il cibo è considerato da sempre un collante.
Gli italiani hanno speso complessivamente quasi 11 miliardi di euro in regali, con una media pro capite di 256 euro, anche se 6,2 milioni di persone hanno ridotto il loro budget rispetto all’anno 2023 per fronteggiare l’aumento di altre spese . Organizzare un cenone in casa richiede un costo non indifferente , dove più è numerosa la famiglia, maggiore sarà la quantità di alimenti da comprare. Pare che il budget medio stimato a famiglia sia di 83 euro, per un totale di oltre 3,5 miliardi di euro. E’ stato notato che gli over 65 sono disposti a spendere più di ogni altra fascia d’età, con una media di 149 euro a testa, anche a causa del ruolo tradizionale del capofamiglia che si sente in dovere a offrire il pasto a figli e nipoti. Il settore della ristorazione , rispetto all’anno precedente, ha registrato una crescita non indifferente. La spesa complessiva per il pranzo di Natale al ristorante si è attestata intorno ai 420 milioni di euro, con un incremento del 5,8% rispetto al 2023.
Secondo il presidente di Co.N.A.P.I. Nazionale il dottor Basilio Minichiello la ristorazione e tutto ciò che è collegato ad essa, nonostante i tempi sono critici per molte famiglie,resta trainante nell’economia odierna. Evidenzia nel frattempo come l’impegno dei professionisti della ristorazione che lavorano durante le festività per garantire questi momenti di convivialità. La regione della Campania è stata incoronata regina dello shopping natalizio, con una spesa media per famiglia che supera i 1.000 euro. Sappiamo bene che al Sud le feste e le tradizioni sono sentite rispetto al Nord, ma il Natale per la regione campana è considerato un vero e proprio evento culturale : le famiglie campane dedicano ben 614 euro mensili alla spesa alimentare, dove piatti come capitone, struffoli e roccocò non possono assolutamente mancare a tavola durante le feste. La classifica delle top 10 regioni italiane più spendaccione durante le feste è la seguente : -Campania – 1.016 euro -Sicilia – 989 euro -Friuli-Venezia Giulia – 979 euro -Lazio – 968 euro -Lombardia – 957 euro -Veneto – 945 euro -Puglia – 938 euro -Emilia-Romagna – 932 euro -Toscana – 926 euro -Piemonte – 919 euro.
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