OMAGGIO AL CINEMA E ALLE DONNE
Sono 13 milioni gli euro incassati da “Diamanti”, film di Özpetek uscito nel 2024 e proiettato con successo nel 2025 che si è rivelato un grande trionfo sia dal punto di vista della critica che del pubblico. Con un cast corale composto da alcune delle attrici italiane più apprezzate, tra cui Stefano Accorsi, Elena Sofia Ricci, e la partecipazione speciale della cantante Giorgia per la colonna sonora, il film ha colpito per la sua profondità narrativa e l’eleganza visiva. Özpetek , noto per il suo tocco poetico e intimo, ha saputo valorizzare il talento di un cast prestigioso e restituire atmosfere magiche che hanno conquistato il pubblico.
Il film intreccia due linee temporali per raccontare una storia ricca di emozioni e riflessioni, ambientata principalmente a Roma. Nel presente, Özpetek stesso diventa protagonista della narrazione, convocando attori e attrici con cui ha lavorato in passato per discutere del copione del suo nuovo film, intitolato “Diamanti”. Durante una di queste riunioni, Elena Sofia Ricci annuncia di dover rinunciare al progetto per prendersi cura di un’amica malata. Questo evento costringe il regista a eliminare il suo personaggio dalla sceneggiatura, portando a una riflessione collettiva sul valore delle relazioni umane. Nel passato e in particolare nel ’74, la storia vede come protagoniste Alberta e Gabriella Canova, due sorelle proprietarie di una prestigiosa sartoria di costumi teatrali e cinematografici. All’interno della sartoria lavorano donne con vite e personalità molto diverse, ognuna alle prese con i propri sogni, dolori e sfide. Ad accompagnare la richiesta di abiti cinematografici a cui ruota tutto il film, temi come l’amore, la violenza domestica, il lutto e il desiderio di emancipazione fanno da sfondo.
Questi due livelli temporali si fondono in una riflessione sull’importanza della memoria, sulla forza delle donne e sul valore dei legami, il tutto arricchito da un cast corale che porta in scena intensità e autenticità.
All’interno del film il ruolo del costumista non è solo un elemento narrativo ma anche un simbolo potente, che rappresenta la creatività, l’artigianalità e l’identità culturale del cinema e del teatro. La sartoria delle sorelle Canova, ambientazione chiave nella trama, diventa il cuore pulsante del film. Gli abiti indossati sono un elemento centrale della narrazione e riflettono sia l’epoca degli anni ’70 che il contesto artistico della sartoria, specializzata in costumi teatrali e cinematografici. Gli abiti infatti riprendono le tendenze dell’epoca, con silhouette eleganti ma funzionali. Sono stati scelti tessuti come seta, velluto e lana per creare ampie gonne e corsetti ricamati.
‘Sensuali ma determinati’, questa è la richiesta che Bianca ( interpretata da Vanessa Scalera), nel film costumista cinematografica, rivolge alla sartoria delle sorelle Canova per commissionare gli abiti di un’importante produzione cinematografica imminente.
In una scena del film Bianca riporta l’attenzione al “fontage”, un’ acconciatura femminile tipica del XVII secolo, caratterizzata da un’elaborata struttura di pizzi e nastri che si ergeva sopra la testa, conferendo un aspetto maestoso e sofisticato. ‘La fontage è un simbolo. Perché ovunque sia lo sguardo, la donna punta sempre verso il cielo, verso quello che non si può vedere.
E noi donne siamo collegate con le stelle, per questo vediamo tutto’, dice Bianca in una scena del film. Dettaglio che sottolinea non solo l’abilità e la creatività delle protagoniste nel realizzare costumi che uniscono tradizione e innovazione, ma anche la forza di donne con la ‘D’ maiuscola in un’epoca in cui il loro ruolo era ancora relegato a compiti secondari.
Le paillettes come elementi di decorazione nei costumi, simboleggiano la trasformazione e l’elevazione della realtà quotidiana, che è un tema centrale nel film. Esse riflettono l’arte del costume, capace di trasfigurare una persona o una situazione ordinaria in qualcosa di straordinario, proprio come il cinema fa con la vita. Ma rappresentano anche il sogno e l’ambizione di donne impegnate in un viaggio di scoperta e affermazione personale. Le pailettes, con la loro luce riflessa, evocano l’idea di un futuro brillante, carico di possibilità.
Lo stesso colore rosso assume un importante significato. Storicamente associato alla passione, all’amore e al desiderio, nei costumi negli arredi e negli accessori del film, il rosso emerge come un colore che rappresenta le emozioni forti, sia quelle positive che quelle dolorose. Il rosso può riflettere l’intensità delle relazioni, ma anche il conflitto interiore che molti dei personaggi attraversano. Ma è anche simbolo di forza, coraggio e determinazione.
Molti dei personaggi femminili, in particolare quelli delle sarte, sono caratterizzati dalla loro resilienza e dalla loro voglia di emergere in un ambiente che non sempre riconosce il loro valore. Il rosso, quindi, diventa una metafora visiva della loro determinazione a non arrendersi.
Ecco che se da una parte Özpetek attraverso ‘Diamanti’ ha voluto celebrare il cinema e la sua eternità non solo come arte immortale, ma anche come un mezzo per preservare la memoria, raccontare storie e dare significato all’esistenza umana; dall’altra ha reso omaggio alle donne che, nonostante le difficoltà, trovano sempre un modo per rialzarsi, costruire e creare.
Un film che ha molto da raccontare e che probabilmente necessita di essere guardato più volte per essere capito fino in fondo. Film da un budget di circa 9.935.522,29 euro che ha attirato più di 1 milione di spettatori italiani.
“Il cuore mescola quello che è successo con quello che abbiamo immaginato. Quello che siamo va oltre la memoria e la vita. Ciò che resta quando tutto svanisce. Questa è l’eternità. Questo è il cinema”