SHEIN E FAST FASHION

I DIRITTI DEI LAVORATORI E LA SICUREZZA SUL LAVORO NELLE FABBRICHE

Se fino a qualche anno fa i commercianti ottenevano grandi ricavi grazie alle loro attività, negli ultimi anni e-commerce sta prendendo sempre più il sopravvento e ormai è diventato quasi naturale fare acquisti online grazie a sconti e prezzi più bassi di capi d’abbigliamento o oggettistica.

Negli ultimi anni Shein, azienda di vendita online di fast fashion cinese fondata nel 2008, è diventata una delle piattaforme di moda più visitate al mondo sino a fatturare 10 miliardi di dollari e generando un disastro a tutte le aziende italiane e non che lavorano correttamente e utilizzano prodotti non nocivi. L’azienda Shein si è trovata molte volte al centro di numerose controversie riguardante marchi, violazioni di diritti umani, salute e sicurezza.

A proposito di questo, ci sarà una spiegazione se una maglia ha un costo di soli 3 euro: secondo un’analisi accurata ed effettuata in laboratorio la maggior parte dei prodotti di Shein risultano essere contaminati da sostanze chimiche quali antimonio, piombo, naftalene, cadmio per citarne alcuni. Non solo, si parla anche di sfruttamento da parte di chi lavora per l’azienda Shein.

Grazie alla giornalista Iman Amrani che è riuscita ad entrare con una telecamera in due delle 700 fabbriche di Shein, tutto il mondo adesso è a conoscenza delle condizioni in cui i dipendenti lavorano: 17 ore al giorno con una sola giornata libera al mese, in condizioni igieniche disumane e con una paga di 4 centesimi a capo.

Ogni dipendente, almeno in Italia, ha diritto al riposo settimanale, alla sicurezza sul lavoro, alla libertà di opinione, protezione della riservatezza e dignità del lavoratore stesso, tutti diritti che sembrano non essere presenti in un’azienda come questa.


Secondo un’analisi effettuata dal Centro Studi Co.N.A.P.I., ogni secondo un camion carico di tessuti viene smaltito in una discarica o incenerito e su 92 milioni di tonnellate di rifiuti tessili solo il 15% viene riciclato. Questo è ciò che accade comprando un prodotto fast fashion: più basso è il costo, più bassa è la qualità e più bassa sarà la durata, di conseguenza verrà scartata. La moda è considerata responsabile al 10% delle emissioni globali di carbonio.


Il beneficio che una piattaforma come SHEIN può dare è prettamente estetica e apparentemente positiva, estetica perché rivende capi a basso prezzo di tendenza, apparentemente positiva perché, purtroppo, non tutti sono consapevoli di ciò che è presente dietro.


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