SONO TANTE LE RIFLESSIONI SUL RUOLO IN FAMIGLIA E A LAVORO.
È CRESCIUTO IL TASSO DI UTILIZZO DEL CONGEDO DI PATERNITA´.
Se oggi sono ancora le donne a dover rinunciare alla carriera o addirittura al posto di lavoro perché il carico di cura familiare, risulta spesso un impedimento alla loro vita professionale, anche nel mondo della paternità c’è qualche conquista in più ed anche in maniera costante.
Permane un forte squilibro di genere tra i due genitori nella cura dei figli, ma i dati mostrano che la percentuale di padri che usufruisce del congedo di paternità si è più che triplicata fra il 2013 e il 2022.
Nel 2013, infatti, poco meno di 1 padre su 5 ne ha usufruito cioè 51.745 padri, mentre, mentre nel 2022, sono stati più di 3 su 5 cioè 172.797 padri, con poche differenze a seconda che si tratti di genitori del primo secondo o successivo figlio.
Alla sua introduzione, nel 2012 il congedo di paternità prevedeva un solo giorno obbligatorio e due facoltativi, mentre oggi garantisce 10 giorni obbligatori e uno facoltativo ai neo-papà ed è fruibile tra i due mesi precedenti e i 5 successivi al parto.
Esistono tuttavia ancora forti differenze nell’utilizzo del congedo di paternità, che varia a seconda dell’età, della tipologia contrattuale, della dimensione aziendale, del reddito e dell’area di residenza.
Sebbene l’incremento nell’utilizzo di questo diritto all’astensione lavorativa si registri in tutta Italia, chi ne usufruisce di più vive nelle province del Nord, mentre il tasso si abbassa in quelle del Mezzogiorno.
Dunque il coinvolgimento dei padri nella cura dei figli sta cambiando, seppur lentamente, anche in Italia, a favore di una maggiore condivisione delle responsabilità.
È necessario sostenere questo cambiamento, andare nella direzione di un congedo di paternità per tutti i lavoratori, non solo i dipendenti, garantendo che i datori di lavoro adempiano all’obbligo di riconoscere tale diritto, e fino ad arrivare all’equiparazione con il congedo obbligatorio di maternità.
Una misura, questa, anche a sostegno delle neo-mamme, in un periodo della vita che troppo spesso si rileva difficile e caratterizzato da sentimenti di inadeguatezza e solitudine, come emerge anche da una indagine campionaria promossa nel 2023 da Save the Children” l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro.
È essenziale incoraggiare i nuovi padri nella piena condivisione della cura dei figli, eliminando, al contempo, i tanti ostacoli che ancora oggi bloccano l’ingresso e lo sviluppo professionale delle madri nel mondo del lavoro e questo lo si può ottenere solo attuando strategie nei rapporti coniugali equilibrati ed equi che danno la possibilità di organizzare il lavoro sia delle mamme che nei papà.